Le Rubriche di PiacenzaSera - Universi

Vincere l’arretratezza digitale: il progetto premiato degli studenti della Cattolica

L’UE ha fissato dei paletti in termini di qualità dei servizi e dei progetti che si intendono affrontare con le risorse ricevute. Vanno raggiunti dei livelli che sono essenziali, che permettano di poter migliorare il livello infrastrutturale e di garantire una serie di stabilità per quelle che saranno le sfide del domani. Un’indagine dell’Istat, se non vado errato, ha rilevato il grado di copertura della connessione in fibra ottica nel nostro Paese: nella classifica siamo in una posizione molto bassa, agli ultimi posti. Sono molto poche le città che hanno una connessione internet sufficiente, la fibra ottica è presente in poche città e questo non permette di lavorare adeguatamente, di usufruire dei mezzi di comunicazione come sono stati pensati. L’anno scorso, quando c’era stato il problema delle lezioni a distanza, sul Corriere era uscito un articolo di un giornalista cremonese, Enrico Galletti, il quale aveva portato la storia di un ragazzo calabrese che per poter avere la connessione ogni mattina doveva spostarsi per 2 km dalla propria abitazione, doveva andare in questo terreno aperto dove il suo modem portatile con la Sim aveva campo. Da lì poteva seguire le lezioni. Questa situazione non è assolutamente comparabile alla fibra ben diffusa in città come Milano e in altri centri soprattutto del Nord. Si deve investire quindi nei progetti in cui oggi il livello minimo non è stato ancora raggiunto.

Per darci una cornice generale del vostro progetto, puoi spiegarci cosa intendete per competenze digitali e come si declinano nella pratica? (Domanda di Mauro, risponde Francesco)
La dotazione economica che riceveremo dall’UE è composta da una parte a prestito, che andrà restituita, e una a debito, che vengono erogati al nostro paese. Nell’ambito delle competenze digitali noi abbiamo analizzato i dati e abbiamo fatto un’osservazione che ci è parsa interessante e, direi, drammatica. Sia nel corso di Politica Economica Avanzata sia in altri corsi dove abbiamo avuto modo di focalizzarci in particolare sulla pubblica amministrazione, abbiamo evidenziato come fossero deboli le competenze digitali soprattutto delle figure professionali da più tempo inserite nell’ambito lavorativo, quindi dipendenti prossimi alla pensione, figure professionali il cui lavoro si è svolto sempre nella forma tradizionale analogico-cartacea. L’introduzione della digitalizzazione ha stravolto il detto: “Ma si è sempre fatto così!”. Oggi non si può più fare così. Il nostro paese è quindi in una posizione particolarmente arretrata in termini di competenze digitali, e questo ha comportato delle inefficienze e dei rallentamenti, che si sono riversati soprattutto in tempi di risposte ai cittadini. Nel corso di Service Management della Prof.ssa Zuffada si è evidenziato questo aspetto: nel 2021 è inaccettabile che la motorizzazione di Cagliari sia aperta 3 giorni a settimana mezza giornata. Nel 2021 non può esistere che dei servizi che in tutto il paese sono erogati in una forma che è standard, in un comuni di piccole dimensioni, con tutte le difficoltà che si portano dietro (dotazione economica ristretta, basso grado di specializzazione delle mansioni), non siano disponibili. Se viene stabilita una modalità di erogazione dei servizi, questa deve essere assunta come standard da tutto il sistema. La formazione alle competenze digitali è quindi fondamentale. Il nostro paese, grazie alle risorse che riceverà, avrà la possibilità di investire anche in startup, quindi idee innovative per il futuro che possano permetterci di raggiungere una posizione migliore in classifica. Al momento siamo al 25esimo posto su 28, non abbiamo competenze digitali adeguate, ci classifichiamo all’ultimo posto in Europa per la dimensione capitale umano.

Le competenze digitali possono rivolgersi anche alle persone con disabilità per migliorare le capacità di interazione e di integrazione? (Domanda di Mauro, risponde Silvia)
Sicuramente abbiamo voluto inserire nel nostro progetto le competenze digitali anche per le persone con disabilità all’interno del nostro elaborato presentato all’Hackathon, proprio per sottolineare il fatto che molte aziende non prendono in considerazione un approccio all’accessibilità, e secondo noi è una pecca del mondo moderno. Come abbiamo sottolineato molte volte all’interno del nostro elaborato, non bisogna lasciare indietro nessuno. La transizione 4.0 deve avvenire a 360 gradi, considerando tutti. Con diversi mezzi, come l’affective computing tra gli altri, è possibile raggiungere l’inclusione sociale che è fondamentale perseguire ai nostri tempi. È questo un obiettivo non solo italiano ma comunitari, internazionali; vediamo anche con Agenda 2030 dell’ONU l’inclusione sociale viene messa in primo piano. Anche nell’ambito del PNRR, l’uso delle risorse ricevute viene monitorato dall’UE al fine che vengano raggiunti requisiti minimi, come il fatto che tutti possano avere accesso ad una serie di strumentazioni, di facilitazioni e opportunità.

Secondo voi come l’emergenza sanitaria ha influito sullo sviluppo delle competenze digitali? (Risponde Francesco V.)
L’emergenza sanitaria ci ha fatto capire quanto fossimo in ritardo, quanto i livelli raggiunti in passato non risultino più accettabili oggi. La pandemia ha messo in risalto che non tutti avevamo le stesse possibilità, che il nostro paese non aveva dotazioni tecnologiche e infrastrutturali sufficienti e al passo coi tempi e con gli altri paesi. La dotazione economica che è arrivata dall’Europa serve proprio per rimetterci al passo, in carreggiata e di poter velocemente adeguarci a quanto ci è richiesto perché tutti possano partecipare alla realizzazione di progetti ambiziosi per il nostro futuro.

Dal punto di vista della digitalizzazione in ambito scolastico, avete notato qualche miglioramento dall’inizio della pandemia ad oggi? (Risponde Silvia S.)
Per quanto riguarda la nostra esperienza universitaria, diciamo che c’è stato un abisso rispetto allo scorso anno. Purtroppo la pandemia ha preso alla sprovvista tutti e anche l’Università Cattolica non aveva i mezzi per affrontare una serie di lezioni in differita, subito disponibili per tutti gli studenti. Il problema era connettere tutti gli studenti e presentare delle lezioni in diretta. Quest’anno invece è stato possibile, quindi un’evoluzione c’è stata, sia per quanto riguarda la piattaforma che la digitalizzazione dei docenti, che all’inizio hanno avuto qualche difficoltà.

Come le competenze digitali possono aiutare le persone con difficoltà, in particolare con disabilità? Come l’incremento delle competenze digitali può servire concretamente nell’ambito scolastico per aiutare gli studenti disabili? (Rispondono entrambi)
Fino a prima della pandemia, a persone che potevano avere evidenti difficoltà a raggiungere le scuole, sia per le barriere architettoniche, sia per motivi di salute, sia per condizioni particolari, non è mai stato permesso di poter partecipare alle lezioni da remoto come si sta facendo adesso, avendo la fruizione dei contenuti che venivano erogati in diretta. Se eri ammalato per giorni o ti rompevi una gamba, non avevi altra possibilità che recuperare le lezioni perse. È stata proprio una situazione di emergenza a farci capire quanto fossimo indietro. L’auspicio che abbiamo tutti è che, passata la fase emergenziale, sia possibile in determinate circostanze potere fruire delle lezioni da casa, perché permette di garantire a tutti le stesse possibilità.

Quali saranno le competenze digitali più richieste nei prossimi anni, in particolare nel mondo del lavoro? (Rispondono entrambi)

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