Green pass, il Viminale “Esercenti controllino i documenti in caso di incongruenze”

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Green pass, una circolare del ministero dell’Interno prova a far chiarezza su doveri e responsabilità nei controlli.

Il documento diffuso nella tarda serata di lunedì (SCARICALO QUI)si focalizza in particolare su eventuali obblighi, da parte degli esercenti, di verifica dei documenti di identità dei clienti, da fare congiuntamente a quella dei certificati verdi. In tal senso, la circolare precisa che “la verifica dell’identità della persona in possesso della certificazione verde ha natura discrezionale ed è rivolta a garantire il legittimo possesso della certificazione medesima. Tale verifica si renderà comunque necessaria nei casi di abuso o elusione delle norme. Come ad esempio quando appaia manifesta l’incongruenza con i dati anagrafici contenuti nella certificazione“. Inoltre, viene precisato nel documento “nelle suindicate fattispecie l’avventore è tenuto all’esibizione del documento di identità”.

Ciò significa che i gestori di locali pubblici hanno sempre l’obbligo di controllare il green pass dei clienti, laddove previsto, ma non gli viene imposto di verificare anche i loro documenti d’identità, anche se possono farlo nei casi in cui sia palese un tentativo di frode. La circolare precisa inoltre che eventuali sanzioni, in caso non si accerti la corrispondenza tra il certificato e l’identità del possessore, saranno applicabili “nei confronti del solo avventore, laddove non siano riscontrabili palesi responsabilità anche a carico dell’esercente”.

Rispetto a quanto dichiarato pochi giorni fa dal ministro Lamorgese, la circolare a firma del capo di gabinetto Bruno Frattasi assegna dunque compiti aggiuntivi agli esercenti. Il ministro dell’interno, a margine di un incontro in Prefettura a Torino, aveva infatti affermato che i titolari non potevano “chiedere la carta d’identità ai clienti”, senza apparentemente aprire ulteriori spazi di responsabilità. Un’affermazione su cui era intervenuto poco dopo il Garante della Privacy, rifacendosi al Dpcm dello scorso 17 giugno, facendo notare che invece anche “i titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi” possono richiedere, oltre alla certificazione verde, di esibire un documento d’identità.

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