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Integrazione e innovazione didattica, proposte per una scuola interculturale

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UN NUOVO ANNO SCOLASTICO…INTERCULTURALE, di Gian Carlo Sacchi

Un nuovo anno scolastico è alle porte e per quanto riguarda gli alunni che si apprestano a frequentarlo uno su quattro non è di nazionalità italiana, spesso non ha la cittadinanza del nostro Paese anche se è nato qui ed ha frequentato le nostre scuole. In tutti i gradi scolastici il 24,5% (dati ufficio scolastico regionale) è dunque straniero; la percentuale è destinata ad aumentare, anche se negli ultimi anni gli ingressi calano, perché è in diminuzione complessivamente la popolazione scolastica, soprattutto nel primo ciclo, dove maggiormente questi alunni sono inseriti.

Questi ragazzi/e e le loro famiglie se in un primo tempo, ormai passato, dovevano affrontare difficoltà di inserimento, soprattutto per la lingua italiana e la conoscenza del territorio, oggi hanno, da un lato, una più agevole comprensione e scambio con i concittadini autoctoni, dall’altro essi diventano una risorsa per tutto il sistema scolastico. L’apprendimento linguistico infatti è fondamentale per tutti i giovani volti alla mondializzazione e chi può esibire una preparazione plurilinguistica è facilitato nell’ampliamento dei propri orizzonti culturali: gli stranieri infatti conseguono risultati migliori nelle prove Invalsi di lingua inglese, oltre al fatto che diverse famiglie italiane che per ragioni di lavoro o di svago hanno rapporti con altri Paesi, anche quelli per noi minoritari, mandano i loro figli a lezione da docenti madre lingua.

Nella scuola dove è possibile il confronto e la crescita comune delle competenze sarà utile ampliare il quadro delle lingue proprio a partire dagli alunni provenienti da altri Paesi, anche in considerazione del fatto che le loro famiglie posseggono in buona parte livelli culturali piuttosto elevati, che possono sostenere un’espressione adeguata trasferibile agli italiani, per cui avendo il nostro Paese scelto una pedagogia interculturale, può investire su una prospettiva internazionale a beneficio di tutti i giovani che frequentano le scuole, allargando così anche la preparazione dei docenti con l’aiuto dei mediatori che rientrano sempre più tra le figure educative.

Iniziare un nuovo anno vuol dire dunque impostare un progetto formativo all’insegna dell’interculturalità, che parta da questa riflessione sulle lingue e si muova anche sulle altre aree disciplinari, fino ad arrivare a indirizzi professionalizzanti. La ricerca di competenze interculturali in un’ottica di internazionalizzazione del sistema non sarà perciò solo una modalità di integrazione degli alunni stranieri, ma un’occasione di innovazione didattica, che può andare oltre la scuola e coinvolgere il territorio in una prospettiva di miglioramento della convivenza democratica.

Un sintetico esempio di curricolo interculturale

– Educazione plurilinguistica: uso concreto della lingua in diversi contesti, come strumento di comunicazione e di esperienza identitaria

– Educazione sociale: abitare un territorio, la cittadinanza, consapevolezza del proprio ruolo sociale, educazione al decentramento culturale

– Educazione scientifica: pensiero algoritmico procedurale, processo/prodotto, formalizzazione/applicazione

– Educazione espressiva: suono, segno, gesto: musica, corpo, immagine, per sviluppare capacità espressive, riflessive e creative

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