Stop al Ddl Zan, la manifestazione sul Facsal “L’Italia e Piacenza meritano di meglio” fotogallery

Un mare di bandiere arcobaleno e un mare di fischi – contro una classe politica definita da “ancien régime” – per ribadire ad alta voce che il “Ddl Zan: non finisce qua!”. Nonostante il giorno festivo e il tempo un po’ così, è stato raccolto da un buon numero di persone – circa 200, tra cui anche i consiglieri comunali del Pd Giulia Piroli e Stefano Cugini, il segretario provinciale dem Silvio Bisotti e alcuni esponenti dei sindacati Cgil, Cisl, Uil – l’invito di Arcigay Piacenza di riunirsi domenica 31 ottobre sul Pubblico Passeggio per protestare contro la bocciatura al Senato del disegno di legge contro l’omotransfobia e le discriminazioni di natura sessuale e verso i disabili.

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Tra cartelli colorati – con scritte come “Ciò che mi spaventa non è la violenza dei cattivi è l’indifferenza dei buoni” “L’omofobia non è un opinione è violenza e discriminazione” “Possiamo essere liberi solo se tutti lo sono” – e spettacoli di drag queen, la manifestazione è stata l’occasione per porre l’accento su alcuni punti chiave in materia di diritti. “Ho letto nei giorni scorsi dei commenti ad articoli di giornali locali dove si dice che non esistono, o sono pochissimi, gli atti di discriminazione contro la comunità Lgbt, dei disabili e delle donne – ha affermato il presidente di Arcigay Piacenza Davide Bastoni -. Basta però citare un report dell’UE del 2019, in cui viene descritto chiaramente che più del 50% delle persone di queste comunità si è sentita aggredita o offesa nel corso della propria vita. Più del 50% ha paura a girare per mano con il proprio compagno o compagna per il rischio di venire aggrediti. Piacenza – ha continuato – è la prima città in Italia per aggressioni e omicidi rispetto alla comunità trans e l’Italia è il Paese in Europa con il più alto numero di omicidi contro la comunità trans. Abbiamo un forte problema rispetto ai diritti e alle libertà dei disabili, anche a Piacenza, con scellerati bandi sul verde che gridano vendetta. In Italia ci sono atteggiamenti discriminatori contro le donne, con stipendi che sono diversi a seconda del genere”.

“In tutto questo cosa è successo? – si è chiesto Bastoni -. Il senato si è girato dall’altra parte e una maggioranza di senatori ha applaudito e ridacchiato nei confronti di una legge che cercava di dare una risposta contro le discriminazioni”.

“C’è una società però che crede nell’inclusione, nei diritti civili, in un futuro migliore e crede che sia necessario unirsi per fare fronte comune per una serie di diritti minacciati sempre dalle stesse persone, sempre dalla stessa classe politica – ha proseguito -. Sono i diritti per un ambiente e un’aria più pulita, i diritti civili della comunità Lgbt, di chi è rimasto indietro, di chi non ha lavoro, delle persone che vengono in Italia perché nel loro Paese sono discriminate o perseguitate o perché c’è la guerra. Tutti noi che crediamo in una società più giusta e uguale dobbiamo metterci insieme, indipendentemente dal nostro colore, sesso o identità, per far vedere che l’Italia è altro rispetto a quelli che ridacchiano e prendono in giro”.

Poi, più nel merito della Legge Zan, Bastoni ha detto. “Il dialogo è giusto per trovare un punto di sintesi di posizioni diverse. Il Ddl Zan poteva essere migliorato, però credo dicesse una cosa sacrosanta: ovvero che, oltre a punire chi discrimina, esiste la forte e non più procrastinabile necessità di fare educazione sessuale e affettiva nelle scuole. Troppi di noi sono cresciuti senza avere informazioni e strumenti su questo, come si pretende di fare lotta alle discriminazioni se non si passano messaggi e informazioni nella scuola? Questo è fondamentale, perchè c’è tanta ignoranza: questa è una questione in primis di salute pubblica e non si può tornare indietro”.

Infine una promessa. “Noi non ci nascondiamo, non ci fermiamo: siamo pronti a portare avanti una legge di iniziativa popolare, siamo piacentini e piacentine che lavorano e sono parte della società. L’Italia e Piacenza meritano di meglio”.

VIDEO – STOP AL DDL ZAN, LA MANIFESTAZIONE SUL FACSAL