“La protezione dei minori supera ogni altra preoccupazione” Le parole del vescovo al convegno sugli abusi nella Chiesa

“La protezione dei minori è un bene che supera ogni altra preoccupazione. Le ricerche e i fatti ci dicono che gli abusi avvengono dove l’ambiente non sa e non vuole né vedere, né sentire, o, ancora, laddove non si crede sia possibile che queste cose avvengano tra noi. Dove sono implicati personaggi autorevoli a livello educativo, magari anche appartenenti al clero o al mondo religioso. Necessario quindi riflettere su tutto ciò che precede l’abuso sessuale, atto grave e criminoso, ovvero su quei segnali che ci dicono che sta avvenendo la rottura della fiducia che caratterizza la relazione educativa e un tradimento della nostra responsabilità come adulti. Tutelare significa, infatti, nella sua etimologia originaria, osservare, vegliare”.

Sono le parole del vescovo Adriano Cevolotto al convegno “Accountability e tutela nella Chiesa. Proteggere i minori dagli abusi oggi”, organizzato all’Università Cattolica di Piacenza. Uno spazio di riflessione interdisciplinare e di sensibilizzazione comunitaria sulle azioni di salvaguardia dei minori e dei vulnerabili nella nostra società a partire dagli ambienti ecclesiali, ma non solo. E’ questo l’obiettivo della mattinata di confronto promossa dal Servizio diocesano per la tutela dei minori della Diocesi di Piacenza-Bobbio insieme alle cattedre di Diritto ecclesiastico e canonico del Corso di laurea magistrale in Giurisprudenza della sede piacentina dell’ateneo, rivolto a giuristi, avvocati, assistenti sociali, educatori, insegnanti, sacerdoti e operatori pastorali che operano con minori e persone vulnerabili. “La protezione dei minori e dei vulnerabili nell’esperienza giuridica della Chiesa non è una novità. La Chiesa è ontologicamente rivolta alla cura dei piccoli. Ma l’imperativo evangelico del “Lasciate che i piccoli vengano a me” è rimasto a lungo quasi del tutto sguarnito di apparato giuridico di tutela” – ha affermato la professoressa Anna Gianfreda docente di Diritto ecclesiastico e canonico dell’Università Cattolica di Piacenza, tra le promotrici del convegno.

Il sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri ha portato il suo saluto con queste parole: “Questo incontro dimostra senso di responsabilità su tematiche difficili per individuare le azioni migliori per contrastare e prevenire fenomeni di abuso fisici e psicologici. Prevenzione, educazione ed ascolto sono elementi fondamentali, un’attenzione per meglio comprendere come capire, aiutare, intervenire. Per fare prevenzione bisogna non solo intervenire sulla pena del colpevole, dato che si è visto che c’è propensione alla recidiva. In un confronto con il Cipm Piacenza, il Centro Italiano Promozione Mediazione, avevamo visto che i soggetti violenti autori di abusi su donne e minori in carico erano stati cinque, nel periodo dal 2015 al 2017. Quest’anno solo nei primo sei mesi abbiamo registrato invece 18 casi. Abbiamo così deciso di stipulare una convenzione onerosa con il centro Cipm affinché sia possibile prendere in carico almeno 20 persone, per inserirli in un percorso di cura ed educazione alla legalità”.

Il Prefetto Daniela Lupo ha detto che “quest’incontro è spunto di riflessione, che sento come donna delle istituzioni e come donna e cittadina. Punti fondamentali sono ascolto, fiducia, dare consapevolezza a chi subisce un abuso, soprattutto in tenera età. La forza di parlare e di assumere atteggiamenti forti, come quelli presi dalla chiesa, segna uno spartiacque importantissimo”. Anna Maria Fellegara, preside della Facoltà di Economia, Giurisprudenza ha sottolineato: “Ci vuole coraggio a mettersi a confronto su un tema di questo tipo, importante che avvenga in università, perché formazione ed educazione sono decisive. In questa “ferita” bisogna metterci le mani, come San Tommaso, in un luogo come questo, non giudicante ma che non prenda le distanze dalla verità: facciamo questo per i nostri giovani, ma anche per gli adulti che vivono o hanno vissuto queste situazioni”. Pierpaolo Triani, coordinatore corso di laurea in scienze dell’educazione e della formazione, ha affermato che questo è un “tema di grandissima rilevanza e fortissima attualità, per cui occorre lavoro di sensibilizzazione culturale, formazione e ricerca. Servono alleanze educative che coinvolgano il territorio e le istituzioni: l’incontro di oggi ne è un esempio”.

Il vescovo Adriano Cevolotto, in apertura dei lavori ha affermato: “E’ un importante momento formativo, di approfondimento e riflessione in occasione di questa prima giornata di preghiera per le vittime di abusi. La chiesa, raccogliendo gli stimoli fortissimi del Papa, si è messa in cammino per promuovere la prevenzione e favorire l’emersione di fenomeni di abuso. La protezione dei minori è un bene che supera ogni altra preoccupazione. Le ricerche e i fatti ci dicono che gli abusi avvengono dove l’ambiente non sa e non vuole ne vedere né sentire, o ancora, laddove non si crede sia possibile che queste cose avvengano tra noi. Dove sono implicati personaggi autorevoli a livello educativo, magari anche appartenenti al clero o al mondo religioso. Necessario riflettere su tutto ciò che precede l’abuso sessuale, atto grave e criminoso, ovvero su quei segnali che ci dicono che sta avvenendo la rottura della fiducia che caratterizza la relazione educativa e un tradimento della nostra responsabilità come adulti. Tutelare significa infatti, nella sua etimologia originaria, osservare. Come chiesa dovrebbe essere un termine familiare, attraverso lo stile evangelico del vegliare: uno stile da recuperare dentro quel processo di responsabilità comunitaria auspicato dalle linee guida della Chiesa Italiana del 2019”. Il vescovo ha chiuso citando Papa Francesco: “La tutela dei minori sia sempre più priorità ordinaria dell’azione educativa della chiesa”.

Gli altri relatori, coordinati nella prima sessione dal prof. Antonio Giuseppe Chizzoniti (Direttore del Dipartimento di scienze giuridiche della sede piacentina dell’Università Cattolica) e nella seconda sessione dalla dott.ssa Chiara Griffini (referente del Servizio diocesano di tutela minori) con sensibilità e competenze differenti, spaziano dal mondo del diritto (una relazione di Anna Gianfreda, sugli strumenti di accountability nell’ordinamento giuridico della Chiesa) e della pastorale (l’intervento di don Gianluca Marchetti, cancelliere vescovile della Diocesi di Bergamo e membro del Consiglio di presidenza del Servizio nazionale di tutela dei minori presso la CEI, sulle buone prassi di salvaguardia dei minori negli ambienti ecclesiali), alle competenze più psicologiche, pedagogiche e sociali (Sonia Ranieri ed Elisabetta Musi, docenti presso la Facoltà di Scienze della formazione dell’Università Cattolica del Sacro cuore), nonché preventive e di polizia (Elvira d’Amato, già vice Questore aggiunto del Servizio di Polizia postale e delle comunicazioni).

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