Piacenza, nel 2020 consumati 45,8 ettari di suolo (+0,23%) “Ripensare il modello di sviluppo”

Calo demografico, popolazione sempre più anziana, scarsa occupazione femminile con salari bassi, attività produttive ad alto impatto ambientale e di consumo di suolo. Sono queste le principali “ombre” che caratterizzano lo scenario socio-economico del territorio piacentino nell’anno del covid, il 2020, portate alla luce dal 12esimo Osservatorio su Economia e Lavoro in provincia di Piacenza (SCARICA IL REPORT COMPLETO), a cura dell’Istituto di Ricerche economiche e sociali dell’Emilia-Romagna (Ires) e a firma del ricercatore Gianluca De Angelis. Il presidente di Ires, Giuliano Guietti, il segretario Cgil Piacenza, Gianluca Zilocchi e lo stesso De Angelis hanno presentato l’indagine nella mattinata del 24 novembre in un incontro alla Camera del Lavoro di Piacenza (RIGUARDALO SU FACEBOOK)

“La ricerca di quest’anno si colloca in un momento particolare a causa della pandemia, ma pur tenendo conto di questo scenario atipico a Piacenza si confermano alcune tendenze storiche, con la cronicizzazione di determinate questioni che richiedono interventi sempre più urgenti – ha evidenziato in apertura Zilocchi -. Senza gli interventi messi in campo grazie ai sindacati in materia di ammortizzatori sociali, Piacenza avrebbe subito dal covid un impatto devastante sul lavoro: parliamo di 13mila posti che sarebbero andati perduti”.

“Più in generale – ha aggiunto Zilocchi -, i dati spingono ad una serie di riflessioni sulle prospettive del territorio: in primis, si sta confermando una riduzione demografica, indipendentemente dai decessi causati dal covid, decisamente superiore al resto del territorio, a cui si unisce una dinamica di invecchiamento sempre più radicalizzata. Gli over 65 sono infatti ormai un quarto della popolazione e questo comporta decisioni politiche urgenti su aspetti socio sanitari, anche in riferimento all’utilizzo dei fondi del Pnrr e dei fondi strutturali messi a disposizione dalla Regione. Una dinamica di invecchiamento – ha evidenziato Zilocchi – che mette in discussione la tenuta produttiva del territorio, anche in relazione al valore aggiunto: nel 2020 si è registrato un livello di produzione che rispetto al 2007  è all’81%, mentre nel resto della Regione siamo a 10 punti percentuali sopra. E’ un dato che si consolida e che preoccupa fortemente, oltretutto in un contesto in cui l’andamento dei servizi sta riducendo il proprio peso nella nostra economia a beneficio degli altri settori produttivi”. Il segretario della Cgil manifesta preoccupazione anche sul versante occupazionale “Abbiamo un andamento occupazionale in calo – ha detto -. La questione femminile sta esplodendo, sia dal punto di vista della tenuta occupazionale (-4%) che dei redditi e dei salari. In termini assoluti l’occupazione femminile in Regione è al 77,9% mentre a Piacenza è al 59,5%. Ma la questione, come detto, è anche salariale: dati alla mano abbiamo un divario di quasi 25-30% tra salari femminili e maschili”.

Quindi il tema ambientale, su cui “una riflessione è giusta e doverosa, considerato la situazione che stiamo vivendo – ha rilevato -. Piacenza ha abbondantemente sforato anche quest’anno i limiti delle polveri sottili previsti ed ha un consumo di suolo elevato”. In media, il rapporto dice che il consumo di suolo a Piacenza si attesta al 7,7%, in aumento di 45,8 ettari rispetto al 2019 (+0,23%). Le aree piacentine a maggior consumo di suolo sono il comune capoluogo (24,8%) e le aree attigue, ovvero i centri a più alta densità abitativa. In virtù di ciò, per Zilocchi “il modello di sviluppo andrebbe rivisto e ripensato: il Pnrr ci consegna delle opportunità ed il territorio dovrebbe essere in grado di coglierle. Penso alla revisione di un modello di sviluppo concentrato in questi anni quasi esclusivamente sulla distribuzione delle merci e della logistica, che ha il suo peso e la sua importanza, ma che va integrato con altri interventi e politiche che attraggano investimenti di qualità occupazionale e dal punto di vista della competitività ecologica ed ambientale”.

LA NOTA STAMPA DI CGIL PIACENZA – Un momento di analisi, studio e di progettazione delle linee di azione del sindacato confederale su alcuni temi fondamentali per il futuro dell’economia e della tenuta del tessuto sociale piacentino. Questo il contesto della presentazione del 12esimo Osservatorio Economia e lavoro a cura di Ires Emilia Romagna su commissione della Cgil di Piacenza. Delegati di fabbrica, dirigenti sindacali e giornalisti in platea con il ricercatore Gianluca De Angelis e il presidente Ires, Giuliano Guietti, a illustrare il lavoro. Gianluca Zilocchi, segretario Cgil Piacenza, ha ribadito, in avvio, come

“Si confermano delle tendenze storiche del territorio, che rischiano di diventare croniche, e che chiamano interventi urgenti. Il primo, un calo del 4 per cento dell’occupazione femminile, a cui si aggiunge una differenza salariale del 30%. La questione femminile sta esplodendo a Piacenza, occorre affrontarla sul tema del lavoro e dei servizi: il lavoro di cura aumentato in pandemia ha tolto alle donne spazi di libertà ed emancipazione. E’ un dovere di tutti e tutte fare in modo di invertire la china”.

Tra i temi nuovi dell’OEL 2021, il tema ambientale. “Il patto per il lavoro e per il clima siglato da tutte le parti sociali regionali ha come obiettivo la decarbonizzazione. Ma intanto, Piacenza città sfora regolarmente i limiti di particolato con una pessima qualità dell’aria, con un consumo di suolo superiore alla media regionale (persi, nel 2020, 48,8 ettari ovvero 1,6 mq di verde per abitante). Siamo di fronte a un modello di sviluppo che andrebbe rivisto e ripensato, il PNRR è un’opportunità da cogliere per limitare impatto del trasporto merci e per attrarre investimenti che fanno della compatibilità ecologica e ambientale la cifra distintiva” ha detto Zilocchi. I dati dell’Osservatorio “ci consegnano questioni urgenti, che coloro che ambiscono a governare devono farsi carico della situazione e trovare soluzioni coerenti ed efficaci. Il quadro non è drammatico, ma i campanelli d’allarme suonano da troppo tempo”.

MANCANO MIGRANTI, CALA VALORE AGGIUNTO PRODOTTO: -20% RISPETTO MEDIA ER – Tra i dati evidenziati nel corso del dibattito, il saldo negativo demografico. A Piacenza arrivino meno migranti da altri Paesi che non riescono a compensare il saldo negativo tra nascite e decessi che si aggira tra i 1.000 e i 1.500 all’anno e viene in parte compensato da migrazioni interne, ossia giovani che arrivano a Piacenza da altre regioni. In questo contesto, il valore aggiunto prodotto dal mondo del lavoro, complice la movimentazione merci e la perdita di produzioni manifatturiere, segna un drammatico -20% rispetto al 2007. E il recupero a Piacenza è più lento: nel 2020 il rimbalzo è del 4,7, la media regionale è al 6%. Incremento significativo dell’inattività, che verte in particolare sulle donne. E ancora: politiche abitative che mancano, poca attenzione agli studenti fuori sede, e una proposta: “Perché non impiantare a Piacenza un corso di laurea di ecologia e ambiente?”.

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