Parte da Piacenza la rivoluzione dell’informazione scientifica per comunicare il futuro fotogallery

Piacenza casa del giornalismo scientifico: per il quinto anno si è tenuto nella nostra città il convegno promosso da UGIS – Unione Giornalisti Italiani Scientifici con eminenti personalità del mondo della ricerca. Dopo lo stop dello scorso anno, è tornata nuovamente in presenza la giornata dedicata alla divulgazione scientifica, un tema che il covid ha fatto diventare di stretta attualità sia per i lettori che per i professionisti dell’informazione. Non a caso è stata sottolineata l’importanza della ‘Carta di Piacenza’, il manifesto nato proprio dall’esperienza Ugis nella nostra città, inserita un anno fa nel Testo Unico dei doveri del Giornalista. Il documento prevede la formazione costante e l’attenzione a fonti scientifiche e qualificate, evitando allarmismi  e usando sempre cautela, prudenza e equilibrio.

Questo il filo conduttore della giornata di lavoro, organizzata proprio da UGIS, con il prezioso sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano, con la collaborazione di FAST- Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche, Ordine dei Giornalisti e Fondazione Ordine Giornalisti dell’Emilia-Romagna, con il patrocinio del Comune di Piacenza e con l’adesione di Confindustria Piacenza e Università Cattolica del Sacro Cuore. I lavori si sono aperti con un primo momento di confronto nell’auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, con Giovanni Caprara, presidente UGIS – Unione Giornalisti Italiani Scientifici, Giovanni Rossi, già presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia -Romagna, e gli interventi di Susanna Corti, Dirigente di Ricerca dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima (ISAC) e coordinatore dell’Area Strategica Cambiamenti Globali del Dipartimento di Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l’Ambiente del CNR (“Il rapporto sul clima e gli scenari globali futuri”), e di Andrea Bonarini, docente al Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano, coordina il Laboratorio di Intelligenza Artificiale e Robotica del Politecnico di Milano (L’intelligenza artificiale, un mondo da conoscere e regolare).

Congresso giornalisti scientifici

Nel pomeriggio per l’incontro aperto al pubblico – “Sulle note del futuro: comunicare le nuove sfide dalla robotica allo spazio” – ci si è spostati al Teatro dei Filodrammatici. Il vice sindaco Elena Baio ha sottolineato “l’importanza di queste occasioni, per diffondere scienza. E’ un’attività fondamentale in questo periodo. La divulgazione della scienza e della conoscenza è fondamentale, nel nostro piccolo in Comune – ricorda – abbiamo definito il protocollo della scienza e innovazione, per fare il punto della situazione tra le realtà di eccellenza del territorio, in modo da tenere i rapporti tra chi fa ricerca e il mondo produttivo. Organizzeremo poi gli Stati generali della ricerca alla fine del mese di gennaio, evento dedicato all’agroalimentare, energia e ambiente, innovazione digitale”. “Questa iniziativa promossa dai giornalisti scientifici è assolutamente attuale – rimarca il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Roberto Reggi -. Con il covid siamo passati da essere tutti allenatori di calcio, all’essere tutti esperti di medicina. E’ importante valorizzare chi fa divulgazione scientifica con rigore”. Il presidente Reggi ha letto un brano della ‘carta di Piacenza’ dedicata al giornalismo scientifico. “Sono orgoglioso che questo documento porti il nostro nome, è la principale novità dell’informazione scientifica. Tutti i giornalisti dovrebbero attenersi a quanto prevede, migliorando non solo la qualità dell’informazione ma anche della vita della comunità”.

Antonio Boschi, giornalista Rai e da poco consigliere dell’Ordine Nazionale dei giornalisti, ribadisce l’orgoglio “di questo manifesto: tutti noi siamo giornalisti scientifici, in questa carta sono contenuti principi che dobbiamo sempre fare propri durante l’esercizio della nostra professione. Prudenza, cautela, accuratezza e scelta delle fonti: queste sono le basi del nostro lavoro”. “Questa carta è fondamentale per tutti noi giornalisti, il giornalismo deve darsi un colpo d’ala per poter raccontare il mondo nella maniera più adatta – afferma Giovanni Caprara, presidente Ugis -. Come farlo? Rispettando l’accuratezza e l’affidabilità delle fonti, e poi ora più che mai informazione scientifica fa parte della nostra quotidianità. Piacenza è la nostra casa, grazie alla collaborazione portata avanti con la Fondazione di Piacenza e Vigevano, e qui porteremo avanti altre iniziative. Ma proprio da qui inizieremo a portare in giro, in altre Regioni, questa carta deontologica”.

Giovanni Rossi, piacentino, già presidente dell’Ordine dei giornalisti di Bologna e tra i ‘padri’ della Carta di Piacenza, ha evidenziato della “regressione culturale davanti alla quale ci troviamo, tra chi nega l’esistenza del covid e chi invece è convinto che la Terra sia piatta. Il ruolo del nostro lavoro è quindi molto importante”. Rossi si è poi soffermato sul rapporto tra intelligenza artificiale e giornalismo: “Cosa che fa gola evidentemente agli editori, tanto da avere stanziato risorse ingenti su queste applicazioni, ma invece non sulle risorse umane. Ora più che mai quello che fa la differenza è la qualità del giornalista: la sua conoscenza, il dominio umano sulle tecnologie che servono a chi fa il nostro mestiere, la deontologia”.

La parola è passata poi ai protagonisti dell’incontro: l’astrofisica Sandra Savaglio, docente all’Università della Calabria e scienziata presso varie realtà in Germania e Stati Uniti, autrice del libro di divulgazione scientifica “Tutto l’universo per chi ha poco spazio-tempo”, ci ha portato a fare una “Una passeggiata nel cielo stellato, un viaggio nel cosmo infinito”  “Il primo grande divulgatore scientifico è stato Galileo Galilei – ha detto – perché scriveva in italiano, è stato il primo grande rivoluzionario della scienza. Aveva scoperto che la matematica è il linguaggio per interpretare la natura”. Ma è forse a Benedetto Croce che dobbiamo, purtroppo, il grande gap culturale che Italia ha nei confronti della scienza. “Croce fu il più grande avversario della matematica perché non ha nessuna fantasia – dice Savaglio – e fu ghettizzata con la riforma della scuola varata da Gentile. Un grande danno che viene fatto alla scienza, a differenza del mondo anglosassone”, dove c’è più consapevolezza della necessità di superare queste contrapposizioni, grazie ai contributi di pensatori come Charles Snow e John Brockman.

I nuovi traguardi made in Italy della robotica sono stati affrontati da Alessandra Sciutti, ricercatrice dell’IIT – Istituto Italiano di Tecnologia, che ha proposto l’immagine di “Un robot (italiano) per amico” con il progetto del robot iCub. “I robot non sono tra di noi, come li vuole tradizionalmente intendere, ma è da tempo che se ne parla e che si fa ricorso, ad esempio, a braccia robotiche in aziende. Ora però c’è bisogno di più interazione, perché è più conveniente ed efficace accompagnare le competenze umane con le competenze robotiche”. I settori in cui applicare questa integrazione sono diversi tra di loro: si passa sall’esplorazione spaziale, per arrivare fino alla robotica assistiva e riabilitativa. Però “per avere robot utili nella società bisogna farli interagire in maniera efficace. In particolare è difficile regolare i processi di comunicazione”. Ma proprio da questa difficoltà è nata una opportunità di ricerca. “Il robot può aiutarci a comprendere come ci comportiamo e proprio l’esperienza con iCub è servita a conoscerci meglio, partendo da un esperimento per capire come si sviluppa l’intelligenza umana, grazie a un team composto non solo da esperti di robotica e anche di neuroscience e psicologia dello sviluppo. L’obiettivo è di arrivare verso una tecnologia più umana, più attenta all’essere umano, per stabilite un linguaggio condiviso”. Umberto Guidoni, primo astronauta europeo sulla Stazione Spaziale Internazionale, astrofisico, scrittore, ha invece descritto cosa significhi “Vivere in orbita: ieri, oggi e domani” e gli scenari futuri che ci aspettano nel cosmo.

L’incontro ha visto anche l’accompagnamento delle note del musicista e compositore Renato Caruso, con brani tratti dal suo nuovo album ‘Grazie Turing’. Sempre ai Filodrammatici sono stati consegnati i riconoscimenti del premio “Paola De Paoli – Camillo Marchetti” ai giornalisti Eleonora Degano, Cristina Da Rold, e ai ricercatori/divulgatori Stefano Bertacchi, Andrea Basciu.

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