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Sensori per smog o assembramenti: la Piacenza del futuro nel protocollo Smart City

Sensori che monitorano la quantità di umidità nell’aria per sapere quando è il momento più adatto per irrigare parchi e giardini pubblici. Oppure che tengono sotto controllo la concentrazione degli inquinanti nell’aria per programmare preventivamente limitazioni al traffico delle auto. O ancora, in riferimento all’attuale situazione pandemica, collegati a telecamere che riescono a verificare la temperatura media delle persone in luoghi a rischio assembramento. Sono queste alcune delle possibilità applicative che rientrano sotto il macro cappello di “Smart City”, una città in cui l’innovazione e le tecnologie digitali vengono utilizzate per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Ipotesi che, presto, potrebbero diventare concreta realtà a Piacenza in seguito alla firma del protocollo d’intesa per la collaborazione in tema di Smart City, firmato nella mattinata del 6 dicembre dal vice sindaco Elena Baio e dal presidente di Confindustria Piacenza Francesco Rolleri.

Il braccio operativo di questa nuova visione di città sarà l’RICT – presente alla firma dell’intesa il presidente Stefano Guglielmetti -, ovvero il cluster di aziende tecnologiche costituitosi in seno a Confindustria ed impegnato nella diffusione della cultura e dell’innovazione digitale. “In occasione degli Stati Generali della Ricerca – ha ricordato il vicesindaco Baio -, nel giugno 2018, il RICT ha presentato il proprio concept Smart-City IOT denominato “Piacenza Smart City”, prefigurando la creazione di una rete territoriale basata su tecnologia LoRaWan a cui avrebbero potuto fare capo svariati sensori per raccogliere una serie di dati ambientali”. Nello specifico, ha spiegato quindi Guglielmetti, i dati raccolti sono relativi a “temperatura, pressione e qualità dell’aria; irraggiamento solare e stato del terreno; manomissioni o intrusioni non autorizzate di impianti; raggiungimento di livelli di allarme o soglie di intervento; rilevatori di presenza e misure elettriche. Tra le peculiarità della rete – ha aggiunto – c’è il fatto che si tratti di un sistema open, ovvero in cui tutti possono partecipare ed interagire; a chilometro zero, in quanto ingegnerizzato da aziende piacentine; sicuro, poiché coperto tramite crittografia e che concentrerà tutti i dati in un infrastruttura cloud piacentina”.

Il primo risultato del progetto nato tre anni fa è stata l’inaugurazione, nello scorso mese di luglio, di un sistema di prova per la misurazione del livello fluviale al di sotto del ponte Paladini, con l’obiettivo di dimostrare come la tecnologia potesse consentire di avvisare con maggior anticipo i Comuni potenzialmente soggetti a fenomeni di piena, in particolare Rottofreno. Col protocollo firmato in mattinata, si intende proseguire su questa strada. E’ infatti in corso di realizzazione, grazie a una collaborazione tra Lepida Scpa e Comune, la rete che gestirà diversi sensori sparsi per la città per implementare il piano di Piacenza Smart City. Il protocollo tra Confindustria e Comune, in tal senso, ha inoltre l’obiettivo di intercettare in maniera più strutturata i finanziamenti in arrivo dal Pnrr o altre risorse nazionali o regionali. Entro il 31 dicembre 2021, Confindustria si è impegnata a presentare al Comune un documento in cui verranno dettagliati con maggiore chiarezza, sia tecnica che applicativa, gli interventi per la Smart City. Il progetto, che sarà di natura scalabile ed espandibile, definirà tecnologie impiegate, problemi ed opportunità a cui fornire una risposta, soluzioni adottate, ricadute per la città.

“Oggi – ha rimarcato il presidente di Confindustria Rolleri – è il punto di partenza di un percorso che ci porta verso la Piacenza del futuro, una città intelligente e pensata per migliorare la qualità della vita dei cittadini”.

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