Immigrazione e solidarietà, nel 2021 a Piacenza accolti 416 profughi

Fuggono dalle guerre, dalle persecuzioni a sfondo politico, etnico o religioso e arrivano nel nostro Paese a volte dopo viaggi massacranti che durano mesi. Profughi che lasciano la propria terra per scappare dalle violenze e delle discriminazioni di ogni genere, che arrivano in Emilia-Romagna con la speranza di trovare accoglienza e di rifarsi una vita.

Sono circa 8 mila – a Piacenza 416 –  gli stranieri ospitati nel sistema di accoglienza, dei quali il 70% nei Cas (Centri di accoglienza straordinaria attivati dai Prefetti) e il restante 30% nelle 386 strutture Sai promosse dai Comuni (Sistema di accoglienza e integrazione ordinario) aperte sul territorio regionale per dare ospitalità ad immigrati extracomunitari richiedenti asilo o altre forme di protezione internazionale e umanitaria. Numeri che segnano una contrazione degli arrivi, dopo il trend di crescita fino al 2019.

È la fotografia che emerge dal “Report protezione e asilo in Emilia-Romagna 2021” (SCARICALO QUI), curato dal Servizio regionale politiche per l’integrazione sociale, il contrasto alle povertà e terzo settore, in collaborazione con Anci Emilia-Romagna. L’ultimo aggiornamento dell’indagine annuale, che va avanti ininterrottamente dal 2006, sarà presentato oggi pomeriggio, giovedì 24 febbraio 2022, nel corso di un webinar al quale parteciperà la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna con delega alla Cooperazione internazionale e al Welfare, Elly Schlein. All’incontro on line (ore 17-18) sono iscritti oltre un centinaio tra operatori dell’accoglienza, amministratori pubblici e studiosi.

“L’Emilia-Romagna – sottolinea la vicepresidente Schlein – crede fermamente nei valori della solidarietà tra i popoli e dell’accoglienza, come abbiamo dimostrato anche dando ospitalità a più di 400 afghani in fuga dal loro Paese dopo la presa del potere da parte dei talebani. E nella stessa direzione va anche l’accordo pluriennale siglato l’ottobre scorso tra la Regione, con l’assessore all’Università Paola Salomoni, e le cinque Università dell’Emilia-Romagna – Bologna, Modena-Reggio, Ferrara e Parma e Cattolica di Piacenza – per la concessione di 38 borse di studio ad altrettanti studenti e ricercatori afghani in fuga dal Paese”. “Dal punto vista organizzativo – conclude Schlein – abbiamo sempre creduto nell’importanza di un sistema dell’accoglienza diffusa, che ha mosso i primi passi proprio nella nostra regione e da qui è stato poi un utile stimolo alla diffusione nel resto del Paese. Andremo avanti su questa strada, con l’obiettivo di potenziare la rete dei servizi di supporto”.

IL RUOLO DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA NELL’ACCOGLIENZA DEI PROFUGHI – La Regione Emilia-Romagna non ha competenze dirette in materia di accoglienza dei profughi, ma svolge un ruolo di raccordo fondamentale nell’ambito di vari tavoli istituzionali che a livello locale si occupano del tema. Oltre al monitoraggio annuale sulla situazione dei richiedenti asilo e rifugiati, va sottolineata l’importanza del progetto “Emilia-Romagna Terra d’Asilo” in collaborazione con Anci ER: si tratta di una serie di interventi innovativi e sperimentali volti a qualificare il sistema regionale di accoglienza e integrazione, in collaborazione con i Comuni.

Tra gli obiettivi del progetto, la diffusione di buone pratiche, l’attivazione di percorsi di formazione finalizzati all’inserimento nel mondo del lavoro, oltre ad un efficace sistema di comunicazione. In questo ambito viene anche pubblicata una newsletter periodica rivolta alle persone direttamente coinvolte nella gestione delle politiche di accoglienza e integrazione. L’anno scorso sono stati realizzati otto numeri, inviati a circa 2 mila contatti. E ancora, ci sono gli incontri periodici del tavolo di coordinamento tecnico regionale con i Comuni capofila Sai e l’attivazione di gruppi di lavoro tematici come ad esempio sui minori stranieri non accompagnati.

Il sistema dell’accoglienza in Emilia-Romagna – In Emilia-Romagna, come evidenzia il Rapporto 2021, al 15 ottobre scorso erano 5.761 gli immigrati ospitati in uno dei Cas attivati dalle Prefetture, e dislocati in oltre 152 Comuni, per far fronte a situazioni di emergenza. Si tratta della stragrande maggioranza di migranti ospitati temporaneamente nei centri di accoglienza attivi sul territorio regionale, in attesa del riconoscimento della protezione internazionale o dello status di rifugiato. A questi si aggiungono i 2.648 posti del sistema Sai, ripartiti in 386 strutture di accoglienza, di norma appartamenti, situate in 68 comuni dell’Emilia-Romagna (dati aggiornati al settembre 2021). Nel complesso nei primi nove mesi del 2021 sono transitati nei progetti Sai sul territorio regionale 2.830 persone, di cui 2.372 uomini (83,8%) e 458 donne (16,2%). I minori stranieri non accompagnati sono stati 510 (18%).

Quanto al Paese di provenienza dei profughi accolti nel sistema Sai, al primo posto si conferma la Nigeria (525), che precede Pakistan (308), Mali (281), Gambia (182) e Somalia (165). Per quanto riguarda la distribuzione sul territorio, il maggior numero era ospitato in provincia di Bologna (1.913), seguita da Modena (1.161), Ravenna (1.042), Reggio Emilia (982), Parma (700), Ferrara (653), Rimini (519), Forlì-Cesena (450), infine, Piacenza (416). Se guardiamo alla mappa territoriale dei progetti Sai, la provincia con il maggior numero di comuni coinvolti è Bologna (30), davanti a Parma (13), Ferrara (8), Rimini (5), Reggio Emilia (4), Modena (3), Ravenna e Forlì-Cesena, con 2 a testa. Fanalino di coda Piacenza (1). Bologna rappresenta l’unica realtà nella quale i posti SAI ordinari prevalgono rispetto alle strutture emergenziali dei Cas.

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