“No al corso di educazione sessuale al liceo tenuto da Arcigay” La lettera del Family Day

“Sull’educazione sessuale a Piacenza non vengono rispettate le disposizioni del Ministero”. Lo afferma l’associazione Family Day – Comitato di Piacenza che chiama in causa il liceo “Colombini” e un corso affidato all’Arcigay.

“Esiste una nota del Ministero dell’Istruzione che impone alle scuole – spiegano in una nota – di acquisire il consenso informato nel caso di attività extracurricolari, le famiglie devono essere tempestivamente informate di attività facoltative tenute dalla scuola in aggiunta ai normali programmi di studio”. Secondo l’associazione Family Day, il Liceo “Colombini” di Piacenza “ha dato il via a un corso di educazione sessuale tenuto da Arcigay Piacenza Lambda insieme a una ginecologa dell’ospedale di Piacenza con la perdita di ben 11 ore di lezioni curricolari”. “Arcigay Piacenza Lambda è una associazione – affermano – con una ben precisa visione di parte che si schiera politicamente così come ha fatto sostenendo la proposta di legge Zan sull’omofobia poi non approvata dalle Camere, senza chiedere il consenso informato. Non si vuole qui discutere della visione che dell’uomo e della sessualità ha la singola persona o la singola associazione che ovviamente ha pieno diritto ad esprimere le proprie convinzioni, si vuole però richiamare con forza i servizi pubblici e in questo caso la scuola a rispettare le disposizioni della pubblica amministrazione, oltre che le sensibilità di tutti i cittadini”.

“Un gruppo di genitori del Colombini – viene riferito – ha perciò detto di no al corso di educazione sessuale tenuto da Arcigay Piacenza Lambda e dopo aver cercato un dialogo con il preside ha preso carta e penna per scrivere al Direttore dell’Ufficio Scolastico Provinciale chiedendo un concreto ed immediato intervento, affinché da un lato siano ripristinate le regole della vita scolastica e del pluralismo tramite il coinvolgimento previo delle famiglie e dall’altro si metta un netto argine alle derive ideologiche”. “Ci uniamo al gruppo dei genitori – conclude l’associazione – dando la necessaria rilevanza pubblica alla questione per ribadire che l’educazione dei figli spetta alle famiglie e che la scuola non deve imporre visioni di parte che hanno il gusto di indottrinamenti di nefasta memoria tanto che papa Francesco definisce tutto questo una dittatura del pensiero unico”.

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