Ucraina, 900 profughi arrivati nel piacentino. Si cercano alloggi: nuovo avviso della Prefettura

Emergenza Ucraina, sono al momento 895, secondo i dati forniti dalla Questura, i profughi giunti nel piacentino, di cui  417 donne, 80 uomini e 398 minori.

Proseguono intanto gli incontri del tavolo costituito per l’accoglienza, ai quali hanno partecipato i rappresentanti degli enti locali, dell’Ausl, delle Forze dell’Ordine, delle associazioni del terzo settore, dell’Ufficio Scolastico Provinciale, dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile Provinciale nonché degli Assessorati Regionali alla Scuola, Università, Ricerca, Agenda Digitale e all’Ambiente, Difesa Suolo e della Costa, Protezione Civile: al momento la Prefettura ha reperito 50 posti nel sistema CAS (Centri Accoglienza Straordinaria), di cui 16 occupati dai profughi, oltre a sette posti nel sistema Sai (Sistema Accoglienza e Integrazione).

Dopo la pubblicazione, lo scorso 4 marzo, della manifestazione d’interesse per il reperimento di nuovi alloggi da immettere nella rete Cas, oggi è stato pubblicato un nuovo avviso per strutture alberghiere, consultabile sul sito della Prefettura. Nell’area emergenza ucraina sono altresì accessibili e scaricabili le linee guida redatte dal Ministero dell’Interno e dal Dipartimento di Protezione civile in lingua inglese e ucraino, nonché quelle dell’Ausl in italiano e ucraino. La Prefettura ha anche attivato una casella di posta elettronica dedicata emergenzaucraina.pref_piacenza@interno.it.

Allo scopo di una più completa e tempestiva conoscenza dei flussi in arrivo – fa sapere la Prefettura – è stata attivata la rete dei Sindaci con la collaborazione dell’Arma dei Carabinieri per la segnalazione immediata di nuovi arrivi alla Questura e all’Ausl per gli aspetti di rispettiva competenza. “Come sempre – viene sottolineato – nella situazione emergenziale particolarmente prezioso è il contributo delle associazioni di volontariato, Protezione Civile e religiose, nonché il supporto delle famiglie dove risultano ospitati gran parte dei profughi”.

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