Arci Piacenza “Giovani, cultura, partecipazione: le nostre proposte ai candidati sindaco”

Elezioni amministrative del 12 giugno 2022: il contributo di Arci Piacenza

Il contributo che l’associazione Arci Piacenza intende sottoporre all’attenzione pubblica, in particolare delle
candidate e dei candidati alla carica di sindaco, in vista delle prossime elezioni amministrative di giugno. Il lavoro è frutto di un confronto interno che ha visto protagonisti, oltre che i dirigenti provinciali dell’associazione, anche molti rappresentanti di circoli e di associazioni aderenti alla rete Arci sul territorio cittadino. I temi legati alla prevenzione della marginalità, dell’insicurezza e della precarietà che minacciano in particolare le giovani generazioni vanno considerati nodi strategici per le politiche di welfare. Dare voce all’incertezza dei giovani è quanto mai necessario; la vulnerabilità e la precarietà sono infatti condizioni vivibili e sfidabili a patto che non cali il silenzio della rimozione e della rassegnazione.

I ragazzi non possono essere lasciati da soli. Per cavarsela è necessario innescare tra il mondo giovanile e quello adulto connessioni, alleanze, relazioni reciproche. Costruire luoghi dedicati, accoglienti, aperti ai ragazzi diventa pertanto condizione necessaria per mettere argine ai rischi di devianza, disagio e abbandono. E’ fondamentale rivedere e potenziare la rete dei centri di aggregazione, per farne luoghi di progetto, scambio e incontro, banco di prova per inedite forme di lavoro, espressione culturale e confronto tra generazioni. In questo senso il recupero di spazi dismessi da dedicare all’aggregazione, al lavoro e alla creatività giovanile deve essere fortemente sostenuto.

Quello che Arci immagina è quindi un Comune che pone al centro della propria azione la coesione sociale, la promozione della persona e lo sviluppo sostenibile; promuove il protagonismo sociale e la cittadinanza attiva dei giovani, il dialogo fra le culture, l’educazione alla legalità e la cittadinanza attiva come diritto/dovere; opera al fine di una sempre maggiore sicurezza del territorio urbano, favorendone la buona qualità nelle sue dimensioni fisiche (qualità delle strutture pubbliche, degli spazi di aggregazione, dei luoghi di ritrovo) e nelle sue opportunità di relazione (spazi vissuti, frequentati e animati da iniziative); crea centri attivi, vivi e frequentabili tutto l’anno, a forte valenza interculturale e intergenerazionale, dove i giovani siano fruitori delle attività e degli eventi e promotori e realizzatori delle stesse; crea, sostiene e diffonde momenti di animazione, concerti, laboratori musicali, rassegne di film, mostre, opportunità culturali e ricreative, per incentivare il protagonismo e l’espressione della creatività giovanile e non. Nella convinzione che la creazione e la valorizzazione di spazi pubblici e l’organizzazione di eventi sociali migliorano la vitalità di un centro urbano, la vivibilità e il benessere del territorio.

Welfare culturale: un nuovo modello – L’espressione welfare culturale indica un nuovo modello integrato di promozione del benessere e della salute delle persone e delle comunità, fondato sul riconoscimento dell’efficacia delle attività culturali, artistiche e creative come fattori di promozione della coesione sociale, di contrasto alle disuguaglianze e di cura e accompagnamento necessari al superamento delle criticità legate all’invecchiamento, alle disabilità, all’abbandono e all’isolamento sociale. Volgendo lo sguardo alla proposta di welfare culturale per le giovani generazioni espressa in questi ultimi anni dalla nostra città a prevalere è lo sconforto. Il lavoro da fare a Piacenza è enorme.

Spazi per i giovani – E’ il punto più dolente, da anni, della nostra città. Che negli ultimi tempi si è ulteriormente aggravato. I giovani non hanno luoghi dove produrre e condividere musica, arte, cinema, intrattenimento. Un deserto di opportunità che comprime la creatività, lo svago e l’espressione giovanile. La proposta degli attuali centri giovanili comunali, nonostante l’impegno, l’esperienza e la professionalità delle realtà che ne gestiscono le attività, non soddisfa appieno le esigenze del complesso mondo giovanile. In altre città di medie dimensioni come Piacenza, l’ente comunale sostiene gli spazi aggregativi e investe risorse per garantirne lo sviluppo e dare gambe alle proposte e alle iniziative espresse dai giovani. Ciò che occorre sono centri che rivestano la funzione di spazi culturali per i quartieri in cui si trovano e che favoriscano l’inclusione sociale. Dove attività, servizi e progetti dedicati possano consentire ai giovani di costruire relazioni, favorendo il senso di responsabilità e di appartenenza, l’autonomia e la consapevolezza di sé, oltre che la solidarietà sociale e amicale. Luoghi inoltre dove le attività artistiche e creative dei giovani possano essere supportate grazie a un contesto attrezzato e professionale.

Dialogo e comunicazione – “Ogni dialogo presuppone un linguaggio comune, o meglio lo costituisce. Il comprendersi nel dialogo non significa mettersi in gioco per far trionfare il proprio punto di vista, ma trasformarsi in ciò che si ha in comune, trasformazione nella quale non si resta quello che si era”. Hans-Georg Gadamer Promuovere un ascolto attivo del territorio e costruire un linguaggio comune, e con esso una comunità locale di donne e uomini con piena cittadinanza, è da sempre uno degli obiettivi prioritari della politica, anche amministrativa. Ancor più se si parla di giovani. Le istituzioni devono aprire un dialogo con le giovani generazioni. Perché ciò avvenga è necessario che le istituzioni ne abbiano la volontà, riconoscano i giovani come interlocutori e parlino il loro linguaggio. Forma e sostanza devono andare di pari passo.

Sulla pagina internet del Comune i giovani non esistono. Non esiste un portale dedicato o una pagina web che funga da spazio di relazione, informazione e arricchimento reciproco tra l’ente comunale e i giovani. Dovrà essere quindi compito della prossima amministrazione l’avvio di un ampio percorso di ascolto, conoscenza e consultazione del mondo giovanile piacentino, nonché la realizzazione di un portale web ricco di contenuti di informazione, intrattenimento, formazione, divulgazione e approfondimento culturale, per dare voce, espressione e protagonismo alle giovani generazioni. Con le medesime finalità dovrà essere esplorato anche il terreno dei social network, in particolar modo Instagram, che è quello maggiormente frequentato dai più giovani.

Potenziamento dell’apparato comunale – Negli ultimi anni si è assistito a un progressivo impoverimento degli uffici comunali. Diverse professionalità sono state emarginate o demansionate, altre sono andate altrove perché non valorizzate a dovere. Tutto ciò si è ripercosso sulla capacità della macchina comunale di progettare, programmare e intercettare risorse e opportunità, e quindi anche di relazionarsi con il mondo giovanile studentesco e associazionistico. Passi indietro si registrano ad esempio nel campo della cultura, dove non sempre sono state sfruttate le opportunità offerte da bandi regionali e nazionali, e dell’educazione alla legalità, dove il disinteresse dell’attuale Amministrazione per l’argomento ha comportato il mancato introito di importanti risorse regionali stanziate a tal proposito. Inoltre, da sempre a Piacenza mancano strutture presenti invece in altre città capoluogo della Regione: in particolare l’Ufficio Europa che, come accade in altri Comuni, potrebbe intercettare le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea, da ultimo con il PNRR.

Contaminazione e internazionalizzazione – Occorre favorire e stimolare la creazione di residenze di artisti che possano esibirsi e condurre laboratori. E’ quanto mai necessario aprire le finestre di una città dove manca l’aria!

Cinema – Su questo particolare aspetto, l’attività del Comune per la promozione della cultura dell’audiovisivo è totalmente demandata a competenze e professionalità esterne, spesso soggetti del terzo settore. Non esiste un Ufficio Cinema come in altre città capoluogo della Regione, non esiste alcun rapporto con la Film Commission dell’Emilia-Romagna e, più in generale, il Comune non ha promosso esperienze né tessuto relazioni con le realtà produttive in ambito cinematografico presenti in Regione. Sul territorio operano in ambito cinematografico e nel settore dell’audiovisivo tanti giovani (videomaker, fotografi, attori, sceneggiatori, scenografi, tecnici macchinisti e operatori), che meritano di essere affiancati e sostenuti da un ufficio comunale dedicato che svolga il ruolo di facilitatore e la funzione di punto di riferimento e coordinamento. La richiesta di Arci è che la prossima amministrazione ponga le basi per dare ai giovani impegnati nell’ambito della cultura dell’audiovisivo tutto il sostegno possibile in termini di risorse, esperienze e opportunità.

Partecipazione – La partecipazione è elemento centrale perché oltre alla possibilità di utilizzare le idee bottom up che ragionevolmente rispecchiano il sentire comune e la percezione più realistica della gente, offre la possibilità di creare il senso di appartenenza al territorio. La partecipazione è un processo che non si improvvisa, ma che va promosso, facilitato e accompagnato. Anche in questo caso, l’inerzia del Comune ha peggiorato le cose. L’unico spazio di interlocuzione dell’Amministrazione con la cittadinanza è quello securitario, con i gruppi di controllo di vicinato. Mentre il dialogo con le associazioni, in città e nei singoli quartieri, si è spento. Il filo del discorso andrà ripreso e alimentato ex novo.

Best practices – Prendere spunto da chi è più bravo. Ci sono Comuni che offrono supporto alla creatività giovanile mettendo in connessione e in rete vari soggetti, proponendo consulenze gratuite, dedicando ai giovani attenzione e risorse. Che poi saranno restituite moltiplicate, non solo economicamente ma soprattutto dal punto vista dell’impatto culturale, creativo e sociale.

Educatori di strada e socialità creativa – Quello degli educatori di strada è un lavoro prezioso, dal punto di vista sociale ma non solo. A Piacenza esiste un tema della sussidiarietà. Ma manca il lavoro di raccordo tra domanda e offerta di socialità, di comunità. Occorre saper prevenire invece che essere costretti a curare dopo. E’ quanto mai necessario dare vita a nuove esperienze di socialità creativa. Compito della prossima amministrazione comunale dovrà quindi essere quello di attivare un lavoro di territorio – secondo la modalità dell’educativa di strada: mappatura dei gruppi, aggancio, raccolta di interessi e proposte, attivazione di scambi tra gruppi attraverso concrete opportunità di incontro – per monitorare i cambiamenti delle aggregazioni giovanili nei diversi quartieri della città ed entrare in contatto con quei gruppi informali che ancora non accedono ai servizi. Con la finalità di promuovere la partecipazione e la convivenza civile e sviluppare integrazioni e reti sul territorio utili alla realizzazione di scambi, sinergie e occasioni di sviluppo di sensibilità e competenze.

Ambiente – La qualità della vita delle persone si misura dalla qualità del contesto in cui esse vivono: l’aria, la presenza e la cura di alberi, giardini e parchi, l’organizzazione del traffico, dei parcheggi, dei mezzi pubblici, la sicurezza di pedoni e ciclisti. La bontà della prossima giunta si vedrà quindi da come tradurrà una serie di fatti concreti: non solo cultura, giovani ecc. ma anche e soprattutto ambiente! Sarà fondamentale “esercitare la coerenza”, l’ecologia e i temi ambientali sono la stella polare a cui fare riferimento a beneficio della salute di tutti e non degli interessi economici di pochi. In città tante aree verdi – il Daturi e i Giardini Margherita ad esempio, ma anche altri luoghi da costruire e attrezzare – si potrebbero prestare a svolgere la funzione di parchi urbani, per fasce d’utenza diversificate: famiglie, genitori con bambini, sportivi. Luoghi “belli”, accoglienti, magici dove ospitalità, inclusione e cultura, ricreazione e svago possano essere fruiti da tutti. Spazi di aggregazione della vita cittadina, che favoriscano l’incontro tra le persone e le generazioni, le relazioni e il benessere sociale.

Rigenerazione urbana – Oggi più che mai gli spazi pubblici sono a rischio e vanno progressivamente sbiadendo, sommersi dall’indistinto urbano e aggrediti da voraci tentativi di privatizzazione e mercificazione. Tale fenomeno si manifesta anche attraverso il processo di mutazione morfologica degli stessi in “non luoghi”, caratterizzati da attributi opposti a quelli che distinguono lo spazio pubblico: la recinzione, la separazione e l’omologazione invece dell’incontro con l’altro, della prossimità e dell’apertura a nuove identità. Di fronte a questo processo (irreversibile?) l’attenzione allo spazio pubblico della città travalica gli aspetti tecnici e progettuali per acquistare un significato più ampio. Il progressivo declino dell’uomo pubblico ha fatto smarrire la consapevolezza del diritto alla città e della necessità/possibilità di concepire e realizzare la città come un bene comune.

Intendere la “città come bene comune” significa pensarla come il luogo dove le esigenze e i bisogni dei suoi abitanti sono garantiti, dove è possibile accedere senza difficoltà ai servizi essenziali, dove è piacevole incontrarsi, dove le iniziative culturali consentono di emanciparsi dal pensiero unico ed elaborare un pensiero critico. Significa riconoscere l’esistenza di un “diritto alla città”, oggi non garantito. Basta camminare per la nostra città per notare una grande quantità di spazi inutilizzati. Tra questi anche molte aree ex militari. La loro riconversione avrebbe un significato simbolico molto potente, oltre ad una evidente utilità pratica. La loro riqualificazione rappresenterà una sfida avvincente per la città, specialmente per le giovani generazioni. Nelle aree ex militari si possono ricavare verde pubblico, spazi per l’espressione culturale e giovanile, social housing, altre strutture di servizi alla persona, e per il loro recupero sarà importante impiegare risorse umane dell’apparato comunale che se ricostruito e debitamente formato, potrà essere destinato all’intercettazione di finanziamenti pubblici, regionali, ministeriali ed europei.

Multiculturalità – La più recente evoluzione socio-demografica della città ha comportato la concentrazione di cittadini stranieri in situazioni e contesti talvolta di disagio e precarietà. A farne maggiormente le spese sono stati i giovani stranieri, di prima o seconda generazione. Fondamentale appare dunque la capacità di rafforzare le funzioni e gli spazi – non solo fisici – aggregativi, educativi, formativi, sociali e culturali, in cui promuovere e dare respiro all’incontro e all’espressione di culture differenti, garantire occasioni di socialità, mutualità e solidarietà per costruire relazioni significative tra persone, famiglie e generazioni diverse, dare soddisfazione ai bisogni di integrazione sociale e culturale dei giovani, sviluppandone in particolare il potenziale di creatività e l’autonomia personale.

Ampio è il ventaglio delle iniziative, dei servizi e delle attività che dovrà essere messo in campo: attività di informazione e orientamento ai servizi e alle opportunità della città; servizi di mediazione interculturale; servizi di consulenza educativo-relazionale rivolti alle famiglie; attività di animazione per famiglie e bambini (laboratori, iniziative di sostegno alla genitorialità, animazioni di quartiere e nei giardini); attivazione di spazi educativi extra scolastici e di rinforzo didattico; iniziative conviviali, sportive, ludiche, di espressione artistica rivolte ai giovani e agli adulti; laboratori artistici, tematici e di espressione della creatività giovanile.

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