Diga del Molato ridotta a un “laghetto”, ma “ha salvato la valle”

E’ diventata un’attrazione in negativo, in tanti si fermano infatti dalla provinciale Val Tidone e percorrono il lungo parapetto per osservare e fotografare in basso la poca acqua rimasta. C’è chi sussurra “non l’ho mai vista così vuota”. E’ la diga del Molato, nel Comune di Alta Valtidone, l’invaso gestito dal Consorzio di Bonifica che è lo specchio della più grave siccità mai vissuta dal nostro territorio negli ultimi anni.

Come si vede dalle foto, il livello dell’acqua è veramente molto basso. Eppure la diga in questi mesi di risorsa idrica così scarsa ha salvato l’agricoltura della vallata. Lo sottolinea il direttore del Consorzio di Bonifica Raffaele Veneziani che si è prodotto in una “Ode al Molato”.

“È la madre della valle, ne è divenuto il simbolo, ne costituisce la speranza di futuro” – afferma Veneziani sui suoi social.
“In questi mesi ha sostenuto un intero comparto agricolo, pur con un uso centellinato di quel 40% d’acqua che si era accumulato durante un inverno asciutto come non mai. In questi mesi ha anche regalato al Tidone 100 litri al secondo di deflusso minimo vitale di cui Madre Natura, quest’anno, non ci aveva fatto dono. Da settimane, infatti, il Tidone è in secca a monte della diga, ma grazie a lei (mi piace parlarne come se fosse davvero donna e madre) nessuno se ne è accorto”.

“Arrivare ogni anno all’ultima goccia è il suo mestiere, – sottolinea – certo, ma vederla ormai vuota fa sempre un po’ male a chi le vuole bene, specie quando ciò succede così presto nella stagione estiva. Io, in fondo, le voglio un bene enorme. Dopo 30 anni e 5 lotti di lavori, però, “la diga”, la sola con l’articolo determinativo davanti, è pronta a tornare al suo antico splendore, e speriamo di portarla a sfioro nella prossima primavera”.

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