Lo scontro sul video della violenza diventa un caso politico nazionale

Diventa un caso poltico nazionale la pubblicazione del video della violenza sessuale ai danni di una donna che si è consumata all’alba di domenica in via Scalabrini a Piacenza. Il documento filmato di alcuni secondi (che la redazione di PiacenzaSera.it ha deciso di non pubblicare in nessuna forma) è stato condiviso sui social della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che ha ripreso un frammento del filmato in parte schermato pubblicato da una testata nazionale. “Non si può rimanere in silenzio davanti a questo atroce episodio di violenza sessuale – scrive – ai danni di una donna ucraina compiuto di giorno a Piacenza da un richiedente asilo. Un abbraccio a questa donna. Farò tutto ciò che mi sarà possibile per ridare sicurezza alle nostre città”.

A stretto giro di posta la replica del segretario del Partito Democratico Enrico Letta: “Indecente usare immagini di uno stupro. Indecente ancora di più farlo a fini elettori. Il rispetto delle persone e delle vittime viene prima di ogni cosa”. Anche il leader di Azione Carlo Calenda è intervenuto su Twitter: “Denunciare uno stupro è un atto dovuto. Mostrarlo per fini di campagna elettorale è un atto immorale e irrispettoso in primo luogo per la donna che lo ha subito, che certamente non vorrebbe essere esposta sui social in questo modo. ⁦Giorgia Meloni vergognati”.

“Utilizzare un video così brutto per la campagna elettorale è molto triste”. Lo dice Katia Tarasconi, sindaco di Piacenza commentando il dibattito tra le varie forze politiche sulla pubblicazione da parte di Giorgia Meloni del video sulla violenza sessuale. “Non credo – ha sottolineato Tarasconi – sia stata fatta una cosa utile alla vittima. Io non avrei pubblicato il video. Penso che se la vittima fosse stata una persona vicina alla Meloni il video non l’avrebbe pubblicato”. “Esiste una vittima da tutelare in tutti i modi e uno stupratore che deve essere messo nelle condizioni di non nuocere più e deve avere la pena che si merita. Noi – conclude – attiveremo il percorso con la Fondazione per le vittime di reati della Regione Emilia Romagna”.

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