Tornano liberi i sindacalisti Si Cobas e Usb arrestati: revocati i domiciliari

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Tornano liberi i sindacalisti Si Cobas e Usb arrestati arrestati nei giorni scorsi nell’ambito di un’operazione condotta dalla Polizia di Stato e coordinata dalla Procura della Repubblica di Piacenza, con l’accusa, tra le altre, di associazione a delinquere. E’ la decisione del tribunale del riesame di Bologna, che ha ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare in relazione alle accuse di associazione a delinquere nei confronti di Aldo Milani, Mohamed Arafat, Carlo Pallavicini, Bruno Scagnelli del Si Cobas, e dei sindacalisti dell’Usb Roberto Montanari e Abed Issa Mahmoud Elmoursi; per i sindacalisti, che si trovavano agli arresti domiciliari, è stato disposto l’obbligo di firma tre volte a settimana. L’udienza davanti al tribunale del Riesame si era tenuta il 3 agosto: nell’occasione era andato in scena un partecipato presidio per chiedere la liberazione dei sindacalisti arrestati, con un successivo corteo per le strade del centro cittadino.

“Cade di fatto il reato di Associazione per delinquere per tutti gli imputati – commenta in una nota il sindacato Usb -. I sei dirigenti sindacali scarcerati oggi dovranno però sottoporsi all’obbligo della firma tre volte a settimana. Il giudice si è riservato il deposito del dispositivo entro 45 giorni e solo dopo questo atto sarà possibile ricorrere in Cassazione per chiedere la revoca anche dell’obbligo di firma. USB esprime soddisfazione per l’esito favorevole del riesame ma mantiene inalterato il giudizio sul gravissimo operato della Procura di Piacenza e mantiene alta la mobilitazione per fermare questo attacco gravissimo al sindacalismo conflittuale e di classe”. “La lotta paga – scrive il Si Cobas sui social – avanti così finchè non saranno liberi del tutto”.

In precedenza, lo ricordiamo, erano state revocate le misure cautelari nei confronti di altri due sindacalisti dell’Usb – Fisal Elderdah e Riadh Zaghdane – indagati dalla Procura di Piacenza, che erano stati sottoposti rispettivamente all’obbligo di firma e al divieto di dimora a Piacenza.

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