Cgil “Contenti che Piacenza sia tornata nella rete ‘Ready’ contro le discriminazioni”

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“La Cgil di Piacenza plaude alla scelta della Giunta di Piacenza di ritornare a far parte della rete “Re.a.dy”, lo strumento che le Pubbliche amministrazioni si sono date per contrastare gli episodi e gli atteggiamenti anti discriminatori di cui sono oggetto le persone con orientamenti sessuali differenti e verso le identità di genere”. Inizia così una nota firmata da Bruno Carrà, responsabile dell’Ufficio anti-discriminazioni di Cgil Piacenza.

“È del tutto convincente – prosegue – l’intento dell’assessora alle pari opportunità, Serena Groppelli, che ha promosso l’adesione alla rete, in quanto il Comune in questo modo aderisce e sostiene un ideale manifesto di intenti, atto a promuovere iniziative concrete contro le discriminazioni sia legate al genere sia all’identità sessuale, al fine di prevenire, contrastare e superare le discriminazioni stesse e per quanto riguarda l’identità e l’orientamento sessuale come per il genere, ma anche al tempo stesso è possibile agire in chiave intersezionale con gli altri fattori di discriminazione – sesso, disabilità, origine etnica, orientamento religioso, età – riconosciuti dalla Costituzione, dal diritto comunitario e internazionale con e per un disegno complessivo a sostegno dei diritti. Appariva davvero anacronistica la scelta dell’amministrazione Barbieri che scelse di uscire dalla rete, di cui il Comune faceva già parte, risultando allora così l’unico capoluogo di provincia della Regione Emilia Romagna a non partecipare a questo spazio di incontro e scambio di idee”.

“Ancora oggi, purtroppo, siamo in presenza di un clima culturale che alimenta odio e discriminazione (e purtroppo gli esempi non mancano) che non possiamo e vogliamo tollerare. Come Cgil siamo impegnati per favorire la coesione sociale e perché siano garantiti i diritti universali a tutte le persone senza discriminazione alcuna. Proseguiremo sicuramente questo impegno verso tali temi, nella difesa dei diritti delle donne e degli uomini e contro qualsiasi discriminazione. Dai luoghi di lavoro alla scuola, dalle famiglie alla società, le persone e i giovani gay, lesbiche, bisessuali e transessuali subiscono comportamenti ostili e tanti di loro sono vittime di episodi di violenza fisica e psicologica, o di atteggiamenti discriminatori, di scherno e di disprezzo. Seppur dietro ad una malevola ironia, non sono per questo meno dolorosi ed offensivi per chi li subisce. L’articolo 3 della Costituzione italiana sancisce che: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, ma nonostante ciò ci sono stati anche passi indietro, resi possibili da una retorica antiquata e conservatrice di alcune forze politiche – che hanno anche portato alla non approvazione del ddl Zan nella scorsa legislatura – mancando così l’obiettivo di una legislazione più appropriata su questi temi”.

“Ma vorrei dire – conclude Carrà – mancando pure un reale arrivo a una più ampia inclusione sociale, un allargamento dei diritti per tutte e tutti, come a convincimenti, e a una visione culturale più consona ai giorni nostri, come davvero in realtà più in generale è approdata la consapevolezza della diffusa maggioranza dei cittadini all’interno della nostra attuale società. La Camera del Lavoro, per quanto riguarda il proprio impegno quotidiano, in particolare su queste tematiche, continua attraverso il proprio Ufficio anti-discriminazioni, attivo sia nel mondo del lavoro che nella società, a operare nella sede di via XXIV maggio, prendendosi in carico le persone che necessitino di tutela sindacale e legale rispetto a episodi o fatti di discriminazione subiti, in quanto queste azioni purtroppo non mancano neanche a Piacenza, soprattutto verso soggetti, che spesso sono i più vulnerabili e fragili e perciò non riescono a difendersi da soli”.

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