Logistica, firmato accordo al magazzino Ovs, sindacati divisi

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Filt Cgil e Fit Cisl: “Premio di risultato di 1.000 euro, stabilizzazioni, più lavoro e maggiore stabilità. Ottimo risultato” – Si dicono “soddisfatti” i sindacati della logistica, Filt Cgil e Fit Cisl di Piacenza per l’accordo sottoscritto con il Consorzio Cal di Milano che riguarda ben 600 lavoratori che movimentano la merce per conto della grande distribuzione tessile di Ovs.

“In questa realtà che impiega circa 600 lavoratori si prospetta un periodo di serenità lavorativa e un premio di risultato: un traguardo importante se pensiamo che negli ultimi 10 anni si sono vissuti ben 14 cambi di appalto – spiegano -. Ora, con l’accordo firmato da Filt Cgil e Fit Cisl con il Consorzio Cal, finalmente i lavoratori troveranno una stabilità di almeno tre anni. Nel corso della trattativa, passata anche per mobilitazioni e scioperi negli scorsi mesi, si è aperto lo spazio per arrivare, per la prima volta, a un premio di risultato di magazzino che ammonterà a circa mille euro. Inoltre, siamo riusciti a stabilizzare dei lavoratori oggi a tempo determinato e trasformare dei contratti di part-time in contratti full-time. Prosegue, più forte che mai dopo questo risultato, la rappresentanza dei sindacati confederali nel comparto della logistica fatta di lotta, trattative e accordi che portano miglioramenti nella vita di chi lavora per vivere”.

Di ben altro tenore la reazione degli autonomi del Si Cobas che in una nota definiscono l’accordo “bidone”. “Durante le assemblee in cui l’accordo è stato sottoposto ai  lavoratori, – affermano in una nota – il 100% degli stessi ha rifiutato il suddetto testo, reputandolo del tutto insufficiente per  permettere un serio avanzamento delle condizioni economiche della manodopera. Perché non ci venga subito appiccicata l’etichetta dei “radicali”, diciamo anche che sono stati solo l’unanimità  dei lavoratori o la sigla sindacale S.I.Cobas a rifiutare l’accordo: a noi si aggiunge anche la Uil, di certo non  nota per il suo estremismo, la quale ha preso parte all’assemblea con i lavoratori insieme al S.I.Cobas e, sebbene non avesse inizialmente una posizione predefinita, si è adeguata alla scelta dei lavoratori rifiutandosi  anch’essa di sottoscriverlo”. 

“La piattaforma che il S.I.Cobas, sigla ampiamente maggioritaria nel sito, – affermano – aveva sottoposto all’azienda su richiesta dei lavoratori era infatti molto diversa: s richiedeva l’integrazione dei giorni di malattia al 100%,  senza vincoli di evento, alla cooperativa operante. Si trattava inoltre di introdurre un Premio di Risultato  (PDR) consistente, dal valore di 1.600 euro (la versione firmata dalla CGIL e dalla CISL oscilla fra un minimo di  300 e un massimo di 600 euro a lavoratore). Si richiedeva l’innalzamento del ticket mensa da 5,29 euro a 7,00  euro, ormai sfumata con questa firma. Non solo: si richiedeva la stabilizzazione di parte del personale a tempo  determinato, andando a incidere sul piano del vero cancro del mercato del lavoro italiano: la precarietà. La contro-proposta del consorzio CAL, che ha in appalto la manodopera, era stata ritenuta da noi e dai  lavoratori decisamente troppo scarsa, e di conseguenza rispedita al mittente. Pur rimanendo le relazioni con  il consorzio e con la committenza improntate alla maggiore serenità possibile, proprio in ragione della nostra  rappresentanza maggioritaria, non potevamo violare il mandato dei lavoratori”. 

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