La settimana indimenticabile a casa della Regina “Ci accolse al castello e mostrò i disegni del Guercino”

La famiglia Zanardi Landi ha intrattenuto rapporti di amicizia con la famiglia reale inglese nel corso degli anni: dalla fine degli anni ’80 in diverse occasioni la sorella della Regina Elisabetta, la principessa Margaret, è stata ospite dello splendido castello di Rivalta (Piacenza) di proprietà della famiglia Zanardi Landi. In questa intervista il conte Orazio Zanardi Landi, ripercorre una settimana straordinaria, quella che visse nel maggio del 1990 al Castello di Windsor, “a casa” della Regina Elisabetta, scomparsa a 96 anni. Ospiti della residenza di Sua Maestà furono il conte e sua madre Franca Zanardi Landi di Veano Ardissone.

“Nella primavera del ‘90, io e mia madre fummo invitati al Castello di Windsor per trascorrervi una vacanza, ospiti della principessa Margaret. Eravamo alloggiati al Royal Lodge: (la residenza a sud del castello, l’abitazione della regina Madre). In quella settimana siamo stati ricevuti più volte dalla regina Elisabetta, abbiamo potuto visitare il castello, ogni pomeriggio alle 14 ci recavamo in piscina per una nuotata e poi, giorno per giorno, un programma diverso. Un fatto curioso che rammento con piacere è che ci mostrarono i disegni (originali) del Guercino degli affreschi della cupola del Duomo di Piacenza, che fanno parte della collezione privata della Regina. Un altro giorno ci condussero a visitare l’armeria reale, ben sapendo che sono un amante e collezionista di armi antiche, alla presenza del conservatore che ci fece da cicerone. In altre occasioni abbiamo percorso i giardini reali, un pranzo dai parenti della regina Madre. Abbiamo fatto visita alla Cappella Reale, un coro di bambini che intonava canzoni, fino a vedere la tomba del padre della Regina Elisabetta, re Giorgio VI. Un fitto programma, ma che si è svolto in un clima informale, come in compagnia di un amico di casa. La stessa Regina Elisabetta, ci mostrò uno stipo in ebano e pietre dure, perché – attraverso i racconti di sua sorella Margaret che in più occasioni fu ospite al mio castello a Rivalta – venne a sapere che anche noi ne possedevamo uno molto bello. E in quell’occasione, ridendo le dissi che se voleva far scambio per me non c’era nessun problema. E la regina Elisabetta, sorridendo, mi rispose che quello stipo non era in realtà suo ma faceva parte del tesoro della corona inglese”.

“L’invito per andare ospiti a Windsor arrivò con una telefonata – ricorda il conte – direttamente dalla segreteria ufficiale di Buckingham Palace, su richiesta della principessa Margaret, che avrebbe gradito la nostra presenza come suoi ospiti. Inizialmente ci fu, non nascondo, un po’ di titubanza nell’accettare. Ma poi fu presa la decisione di andare e il soggiorno si rivelò molto piacevole. Quando morì la principessa Margaret, il 9 febbraio 2002, ci arrivò l’invito di partecipare ai funerali ufficiali. Poche settimane dopo, il 30 marzo morì anche la regina Madre, Elizabeth Bowes-Lyon. Il protocollo dovette inevitabilmente essere rivisto, si parla infatti sempre di inviti specifici con procedure molto rigorose: dopo la morte della regina Madre ci arrivò la disdetta di invito ai funerali della principessa Margaret. Noi venimmo invitati ad entrambi i funerali, ma alla fine decidemmo di partecipare solo alla commemorazione di Margaret”.

Mia madre e la principessa Margaret legarono molto – prosegue Zanardi Landi – e nacque un rapporto di amicizia. Iniziò quando la stessa principessa Margaret manifestò la volontà di visitare il nord Italia. Sul finire degli anni ‘80, lei si trovava a Roma, in compagnia del fratello di mio cognato, l’ex marito della mia prima sorella. A lui disse che le sarebbe piaciuto visitare le città del nord italia, così mio cognato le suggerì di mettersi in contatto con mia madre per venire ospitata al Castello di Rivalta. In breve furono allacciati i contatti e la principessa Margaret, diventò una frequentatrice abituale del Castello di Rivalta. Era donna abbastanza spigolosa, aveva abitudini dettate dal suo rango e dalle norme di costume alle quali era stata educata. Ricordo una volta, qui a Piacenza, eravamo in auto, e arrivati ad un passaggio a livello ci siamo dovuti fermare per le sbarre abbassate e consentire il passaggio del treno. Ecco, lei rimase sorpresa e mi disse che in Inghilterra si sarebbe fermato il treno per farla passare… Durante il mio soggiorno a Windsor, un maggiordomo ci disse che erano 34 anni che nessun italiano veniva lì ospite per una vacanza, questo per dare la misura del suo non facile carattere”.

Orazio Zanardi Landi

“Il mio ricordo della Regina Elisabetta – spiega il conte – è quello di una persona strabiliante, perché era anzitutto molto più affabile della sorella. La stessa principessa Margaret una volta mi disse: ‘io a mia sorella, che è la regina, devo rispondere di quel che faccio, ma mia sorella non deve rispondere a nessuno e fa quel che vuole’. Al nostro primo incontro, la regina Elisabetta ci disse: ‘Vi conosco anche se non ci siamo mai incontrati prima di oggi. L’ho vista in tutte le fotografie che ha scattato mia sorella, a partire da quella fatta sulla torre del suo castello’. Questo per dire che ci sarebbe aspettato di incontrare una persona rigida, e invece era gentilissima e cordiale. Ovviamente ci sono delle procedure sulle quali non si deve inciampare, come ad esempio, non si può parlare per primi, ma aspettare che sia prima la regina a salutare e a consentire le si rivolga la parola”.

“Con oggi, non sarà facile per il principe Carlo, ora Re Carlo III, – fa notare Zanardi Landi – mantenere un’immagine così come quella della madre. Ho avuto modo di conoscere e incontrare il principe Carlo, lo ritengo una brava persona, un carattere sicuramente diverso da quello della sua mamma, e dovrà certamente lavorare per mantenere così alta la reputazione della corona inglese. Ma sono certo si dimostrerà presto all’altezza del ruolo di re. Altro tema, assolutamente non abdicherà. Non lo possono fare, per regola. Qualora si dimostrasse impossibilitato si verrebbe ad instaurare una reggenza”.

Anche Carlo chiese di visitare il Castello di Rivalta. In quell’occasione si rivolse a me ridendo, sottolineando di aver ricevuto il no di mia madre alla sua richiesta. Carlo infatti voleva venire al castello nel mese di maggio ma in quegli anni tenevamo chiuso il maniero fino giugno. Abitavamo infatti a Piacenza durante la stagione invernale, perché non era possibile riscaldare le stanze di Rivalta. Mia madre gli fece riferire che non era possibile in quel mese, ma solo durante l’estate. Ma lo stesso Carlo fece sapere che lui non temeva il freddo. Inoltre, non si era reso disponibile a posticipare verso l’estate, così non siamo, di fatto, mai riusciti ad organizzare il suo soggiorno”.

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