“Recuperare il valore della natalità” Al via la festa della famiglia

“Recuperare il valore della natalità per far sì che le capacità di progresso possano continuare”. Giovani, sport, welfare e natalità: questi i punti cardine sui quali si sono concentrati gli interventi nella prima giornata della Grande Festa della Famiglia. Nel pomeriggio di venerdì 16 settembre al Palabanca Eventi di via Mazzini a Piacenza gli interventi dei relatori sono stati moderati da Paolo Rizzi, docente di Politica economica all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.

Giovani e lavoro – “Su 40mila giovani fra i 15 e i 29 anni, 7mila non studiano e non lavorano. È allarmante il dato della provincia di Piacenza, dove ogni anno 1800 studenti abbandonano la scuola, perdendo ogni prospettiva lavorativa. La famiglia resta il più importante ammortizzatore sociale del nostro Paese: in Italia il 70% dei giovani fra 18 e 35 anni vive ancora nel contesto d’origine. Ed è facile capire perché, ogni anno, quasi 90mila giovani emigrano all’estero per lavorare. Chi cerca un lavoro in Italia deve perfezionare e specializzare le proprie competenze; chi invece offre lavoro deve andare incontro alla domanda, offrendo contratti più duraturi e con remunerazioni più congrue”. Così Pietro Natale, direttore generale dell’Enaip di Piacenza.

Rinnovare i linguaggi – “Alla denatalità dobbiamo rispondere offrendo una qualità della vita migliore ai cittadini”. Sono le parole di Stefano Gobbi, della direzione di Sport nei territori di Sport e Salute. “Save the Children rileva insoddisfazione nei giovani italiani nei confronti del modello educativo delle scuole e delle proposte degli adulti: questo accade perché c’è un divario enorme nel linguaggio. Bisogna cercare linguaggi adatti a costruire un ponte fra le generazioni: lo sport è uno di questi. Un altro ponte può essere la famiglia, sempre più digitale e aperta a nuovi linguaggi”.

Natalità consapevole – “A inizio Novecento nel mondo vivevano un miliardo e mezzo di persone, oggi siamo 8 miliardi. Il problema non è la natalità in sé – afferma Antonio Schillani, del Consiglio direttivo del Forum delle associazioni familiari di Piacenza –: l’evoluta società occidentale è fondata su concetti antropocentrici e autoreferenziali, mentre altre civiltà si fondano su visioni del mondo di tipo tradizionale. Se prima gli occidentali erano il 25% della popolazione mondiale, oggi costituiscono solo l’8%: vuol dire che il 92% degli abitanti della Terra è ‘trainato’ dalla nostra capacità, e mira al nostro benessere, restando ancorato a una concezione che dà più importanza alla procreazione. Dunque, la denatalità colpisce specialmente la popolazione più sviluppata del pianeta, e per questo è un problema per l’economia futura. Bisogna recuperare il valore della natalità per dare un futuro alle nostre capacità di progresso, e allo stesso tempo dobbiamo diffondere l’istruzione ed espanderla alla popolazione dei Paesi in via di sviluppo o non sviluppati”.

Welfare – “A livello europeo – spiega Cristiano Marini, responsabile provinciale Patronato Inas-Cisl di Modena – la politica si sta muovendo per incentivare la natalità, agevolando la conciliazione fra tempo-famiglia e tempo-lavoro. L’Italia, seguendo queste indicazioni, ha introdotto diverse norme per migliorare il benessere delle famiglie, come l’assegno unico e universale – che supera e perfeziona i precedenti sussidi – l’estensione del congedo parentale e la modifica della normativa sui congedi per i parenti dei possessori di legge 104/92. Il problema che riscontriamo è la scarsa informazione: molte persone non sono a conoscenza dei propri diritti. Noi, attraverso i patronati, cerchiamo di dare un supporto ‘umano’ alle persone, spiegando loro i sussidi cui possono accedere”.

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