Cala il sipario sul Topo Nero di Sarmato, demolizione a metà novembre

Cala il sipario sulla vicenda dell’ex cinema Topo Nero di Sarmato. Ieri sera il consiglio comunale di Sarmato ha formalizzato il cambio di proprietà dell’immobile, le cui luci in sala si sono spente dal 1987. “Abbiamo raggiunto un importante risultato – commenta il sindaco, Claudia Ferrari -, con testardaggine, serietà, e volontà di risolvere i problemi. Il mio primo incontro con i proprietari risale a due settimane dopo il mio insediamento, e siamo riusciti a trovare una soluzione senza animosità o i contenziosi prospettati tutte le volte in cui era stata avanzata questa proposta. La procedura adottata è quella dell’esproprio per finalità pubblica, con il raggiungimento di un accordo bonario che vede il Comune pagare 115mila euro, valore stimato dall’Agenzia dell’Entrate, per entrare in possesso dell’ex cinema. I lavori di demolizione inizieranno a metà di novembre, ma stiamo pensando di organizzare un momento per restituire alla cittadinanza il pezzo di storia del Topo Nero”.

Sul suo recupero è stato avviato un percorso partecipativo, tenutosi nei mesi scorsi, premiato dalla Regione Emilia Romagna, con un finanziamento di 62mila euro. Di questi, 50mila serviranno per le spese di demolizione, gli altri 12mila saranno destinati alla spesa corrente, per progetti educativi da realizzare nell’area una volta recuperata. “Sarà polivalente – spiega Ferrari -, una piccola parte verrà destinata a parcheggio dello scuolabus, vista la vicinanza delle scuole del paese, per consentire la sua sosta in sicurezza. Il resto sarà a verde, con un arredo urbano in grado di renderlo fruibile da tutti i cittadini, gli anziani come i bimbi e i ragazzi che frequentano le scuole e il centro educativo”. La delibera in consiglio è stata approvata a maggioranza, la minoranza invece si è astenuta. “La loro partecipazione al dibattito è sata sollecitata da un nostro consigliere: hanno chiesto perché non si è deciso di realizzare una palestra. Domanda alla quale avrebbero già potuto avere risposta prendendo parte al percorso partecipativo – conclude la sindaca – si tratta di un’area molto lunga e stretta, priva della superficie necessaria per edificare un altro immobile”.

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