Calza “Ha vinto il nuovismo, ma sarò a fianco di Patelli”

Nel corso del dibattito in Provincia di Piacenza è intervenuto anche il sindaco di Gragnano Patrizia Calza che ha espresso alcune osservazioni critiche rispetto al percorso dell’elezione di Monica Patelli alla presidenza. “Anche io mi congratulo con Monica Patelli – ha detto – , voglio però fare lo stesso anche con Paola Galvani per l’ottimo risultato che ha ottenuto, perché ha raccolto una cinquantina di voti in più. Il Comune di Piacenza, come in precedenza, ha deciso il risultato delle elezioni provinciali, visto il sistema del voto ponderato. Credo che questo sistema di voto vada rivisto. Mi compiaccio poi dell’elezione di Monica, perché è il sindaco di Borgonovo e ritengo che un ruolo importante come quello della presidenza della Provincia debba essere affidato a un sindaco di un comune piccolo, come contrappeso del ruolo preponderante svolto dal Comune capoluogo”.

“La scelta del centrodestra di non condividere la responsabilità di governo – ha proseguito – è comprensibile, sono state elezioni amministrative ma con una valenza politica. Quello che è importante è che si riesca a collaborare. Da quello che ha detto Galvani c’è questa volontà”. “Le mie sono considerazioni personali – ha aggiunto Calza – perché non ho correttori di bozze o consulenti di comunicazione. Io preferisco essere schietta che ipocrita, così mi ha insegnato mio papà. Sono state elezioni vissute da parte mia con un po’ di sofferenza, pensiero che hanno condiviso con me anche altri. Credo che in tutti i settori credibilità e autorevolezza si costruiscano con il tempo, con i risultati ottenuti. Da amministratore non di lungo di corso ma di giusta esperienza, credevo che il mio lavoro potesse essere tenuto in considerazione per poter dignitosamente competere con il candidato di centrodestra. Questo percorso non c’è stato, il partito non è pervenuto. E’ del tutto legittimo il percorso adottato, con la logica del nuovismo e del civismo. Ma in una elezione di questo tipo, in cui votano gli amministratori, in cui si sa chi vota chi, parlare di civismo vuol dire prendere in giro la gente. È un tema molto importante, proprio per questo non va sminuito e non deve diventare una foglia di fico”.

“Superato il momento di stupore mio e di amarezza, rispetto alla solitudine provata, non nascondo che quando la presidente mi ha chiamato per parlare di una delega, ero tentata di dire di no. Però poi ho cambiato idea. In queste ultime settimane sto organizzando la cerimonia di intitolazione la scuola primaria a Tina Anselmi e ho trovato questa frase: “Ho capito che per cambiare il mondo dovevo esserci”. Ho riflettuto sul senso del dovere e la responsabilità che ho sempre avuto presente. Quando sono stata eletta in Provincia, agli inizi anni 2000, questo ente si stava rafforzando. Poi quando abbiamo chiesto di realizzare il ponte sul Trebbia, ho dato il via ai lavori. Sono poi tornata quando la Provincia è stata spolpata dalla riforma Delrio, accanto ai lavoratori preoccupati del loro futuro. C’ero quando non tornavano i conti, quando c’è stata l’alluvione e nel 2017 quando nessuno voleva traghettare la conferenza-socio sanitaria per la riorganizzazione ospedaliere. C’ero quando è arrivata la presidente Barbieri, con cui ho sempre collaborato, e se c’ero allora devo esserci anche adesso, senza farmi prendere da altre considerazioni. Devo rispetto a chi mi ha sostenuto, al Pd in cui conservo tanto amici, e anche a Monica Patelli che si trova in una posizione singolare. Io dico che ci sono anche questa volta, perché è giusto”.

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