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La comunicazione non violenta una strategia per l’integrazione

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Nelle scuole piacentine, com’è noto, si registra oltre il 38% di alunni di origine straniera; l’integrazione è un continuo moto altalenante tra il desiderio e la fatica dell’inclusione, l’accoglienza e la chiusura: lingue diverse, mondi di valori, abitudini di vita, approcci educativi e relazionali (relativi al sesso, all’età, ai ruoli sociali) a volte profondamente differenti, talvolta conflittuali. Eppure c’è un comune bisogno di appartenenza e nello stesso tempo la salvaguardia della propria identità.

Con il corso sulla comunicazione non violenta (CNV) l’associazione Mondo Aperto, avvalendosi della formatrice Luana De Falco, intende promuovere relazioni umane in cui ascoltarsi ed esprimersi possa diventare un dono reciproco. In tale contesto è importante sostenere i ragazzi con attività teorico-pratiche che li aiutino ad apprendere modi comunicativi rispettosi ed empatici, favorendo così realmente l’acquisizione di una comunicazione non violenta. Il corso avrà una parte esperienziale, circa il 60-70% del tempo e prenderà in esame il “linguaggio giraffa”, un percorso di comunicazione assertivo sviluppato dallo psicologo Marshall Rosemberg, brillante allievo dello psicologo umanista Carl Rogers, che ha messo a punto un processo consistente nel concentrare l’attenzione su ciò che è realmente vivo in noi e negli altri, avvicinandosi al concetto più pieno e autentico di umanesimo che la psicologia contemporanea ha prodotto, con l’intento di diffondere un linguaggio capace di costruire relazioni interpersonali arricchenti e trasformanti a livello personale e sociale (www.comunicazionenonviolenta.org).

Rosemberg scelse la giraffa perché il suo lungo collo permette di avere un’ampia visione e per avere un cuore molto grande, il più grande tra i mammiferi della terra. Il linguaggio e il modo in cui usiamo le nostre parole hanno un ruolo cruciale nel riuscire a rimanere collegati empaticamente a noi stessi e agli altri. Il corso aiuterà a prendere confidenza con la connessione a cui porta l’ascolto empatico. La CNV si basa sull’idea che tutti gli esseri umani hanno la capacità di esprimere compassione e ricorrono alla violenza verso gli altri quando non riconoscono le strategie più efficaci per soddisfare i propri bisogni. Il quadro descritto da Rosemberg è molto attinente a quello che oggi si manifesta nelle nostre scuole e nelle famiglie, nonché nei rapporti con gli stranieri: una violenza che si osserva a diversi livelli.

Il metodo della CNV si snoda in quattro tappe: osservazioni, sentimenti, bisogni, richieste. Osservare senza valutare, mi sento particolarmente…,perché ho bisogno di…,vorrei che tu…saresti disposto a…? Si tratta di un metodo basato sulla gestione equilibrata e consapevole del nostro linguaggio per comunicare in maniera sincera e assertiva con gli altri, evidenziando i propri stati d’animo e i nostri bisogni, senza criticare, aggredire o insultare gli interlocutori…,oltre che su un metodo costruito su una profonda autoconsapevolezza dei propri stati emotivi. Lavorare su queste modalità di relazione, già partendo dai giovani alunni, potrebbe darci la possibilità di allenarli allenando noi stessi ad intendere i bisogni degli altri; il prodotto finale sarebbe quello di far crescere in ambito comunicativo la competenza di non reagire d’impeto, ma di ponderare le situazioni, mettendosi nei panni dell’altro e dialogando in maniera meno conflittuale. Davvero un bell’obiettivo per la scuola di oggi, in presenza di una sempre più frequente relazione tra diverse culture di provenienza.

Per informazioni sul percorso: Emiliana Giuliani, cell. 3406743231. Per iscrizioni e informazioni tecniche: mondoaperto2019@gmail.com, Rita Parenti, cell.3477842169

Gian Carlo Sacchi

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