“Non si può far andare Asp in rosso per dare la caccia all’amministratore”

“Le perdite di Asp vanno ripianate dal Comune, lo dice la legge regionale sulla trasformazione delle Ipab. E in Regione la prassi non è far andare in rosso le Asp e poi dare la caccia all’amministratore”. Eugenio Caperchione, amministratore unico dell’Azienda dei servizi alla persona di Piacenza, interviene dopo le ultime sedute in consiglio comunale, in cui il buco di bilancio di Asp e il suo operato sono stati più volte oggetto di dibattito. Sul tavolo c’è anche la questione delle sue dimissioni, chieste dall’amministrazione e sollecitate con “pressione anche poco corrette e piacevoli” dice Caperchione. Che ricostruisce la vicenda andando per ordine, anticipando l’invio di una lettera aperta ai consiglieri e giunta del Comune e ai consiglieri della Provincia.

SPOIL SYSTEM – “Dopo le elezioni di giugno, il 14 luglio scrivo a Marco Perini (ex amministratore di Asp, ora vicesindaco, ndr) mettendomi a disposizione. Perini ringrazia e dice che mi richiamerà. Il 3 agosto si tiene l’assemblea dei soci di Asp, Comune e Provincia, viene approvato il rendiconto 2021. Alla fine di agosto, Perini mi offre un caffé e mi dice che il sindaco Katia Tarasconi vorrebbe che io lasciassi. Replico che vorrei essere messo alla prova. Il 9 settembre mi viene ribadito che il sindaco vorrebbe solo persone di sua fiducia. Il 12 settembre si parla sulla stampa dell’aumento delle rette del Vittorio Emanuele, rispetto alle quali dò rassicurazioni. La situazione precipita, vengono chieste di nuovo le mie dimissioni. Il 19 settembre in consiglio comunale arriva nei miei confronti un attacco di Stefano Cugini, incontro il sindaco e il vice, dico che sono un tecnico e mi metto a disposizione. Mi viene detto che se ne sarebbe parlato in giunta, e poi viene rinnovata la richiesta di dimissioni. Questa richiesta non ha fondamento: la legge Errani – Borghi, che ha portato alla trasformazione delle Ipab, dice che non c’è spoil system. Il mandato degli amministratori dura 5 anni, la revoca è prevista solo per tre motivazioni: violazione legge, mancato rispetto degli obiettivi, gravi omissioni o ritardo in atti dovuti”.

“Al vice sindaco Perini ho fatto presente che non rientro in questi casi, ma la risposta è la stessa: il sindaco dice di voler lavorare con qualcuno che conosce. Non ho personalmente nulla né contro Perini, né contro il sindaco Tarasconi, che forse è stata male consigliata; in questi mesi dopo le elezioni c’era la campagna elettorale e i politici erano sotto tensione. Fino ad adesso sono stato zitto, ho tenuto un profilo basso. Penso di poter far bene, vorrei essere messo alla prova. Ma la mia disponibilità non è stata accolta. La mia nomina, a dicembre 2019, non è stata corredata da nessuna clausola e non ho neppure ricevuto, a differenza di altri amministratori di partecipate, lettere da parte dell’amministrazione. Il mio incarico può essere revocato dall’assemblea dei soci, ma sulla base delle motivazioni dette prima. Non rientrando in questa casistica, potrei anche contestare il provvedimento e chiedere un risarcimento. Voglio fare la guerra? No, la notte voglio dormire. Posso anche andarmene, rinunciare a fare questo lavoro, vorrei però che mi vuole mandare via portasse a supporto delle motivazioni documentate”.

IL BLUFF DEL BILANCIO 2019 – “Ho deciso di parlare, per tutelare la mia onorabilità e professionalità, visti i giudizi sommari che mi sono stati riservati, dove la tesi è che Perini aveva risanato Asp e invece ora c’è un amministratore insensibile e incapace alla sua guida. Il bilancio di previsione del 2019, che doveva sancire il pareggio, è stato un grande bluff. Il bilancio di previsione è un’ipotesi, una speranza e una promessa. La realtà vera si vede nel rendiconto. Insegno contabilità pubblica e management pubblico all’università di Modena e Reggio, ho una certa capacità in questo. Quando metto mano ai conti, mi accorgo che il pareggio non è stato raggiunto. In fase di previsione erano state dimenticate alcune voci di spesa, come la chiusura di un contratto con un fornitore, i pagamenti dei servizi di Telefono Rosa (allora affidati a Asp, ndr), una causa legale conclusa nel 2018 con un dipendente…Erano poi state sovrastimate alcune voci di ricavo, come gli affitti di alcuni immobili in realtà in comproprietà con Ausl. Era chiaro che il bilancio non poteva chiudere in pareggio, fu chiuso con artifici – leciti – contabili. Una contabilizzazione più attendibile del 2019 doveva chiudersi con disavanzo di 627 mila euro. Perini lascia l’Asp se non come l’ha trovata, di certo non risanata. Se poi guardiamo al fondo alienazioni patrimonio, vediamo che dal 2015 al 2018 l’amministratore ha accettato di utilizzare fondi derivanti da che dovevano andare in investimenti per coprire le perdite, per non disturbare il Comune. Una parte del patrimonio di Asp è andata in fumo, perché è stato usata per coprire i buchi”.

IL PRESENTE – “Stefano Cugini conosce bene la realtà di Asp, ma dice che le mie perdite non si giustificano. Che Asp non riesca a pareggiare i conti non dipende da me o da Perini, ma dal fatto che aziende come queste non hanno margini di manovra. È per questo che tutte le Asp della Regione stanno chiedendo un intervento. Ricordo che nel 2020 c’è stato il covid, poi anche nel 2021 ci sono state le ripercussioni della situazione sanitaria. Il peso ecomico del covid ammonta a 240 mila euro – ricorda Caperchione -, e al netto di questi costi e dell’adeguamento adeguamento contrattuale, così come della pulizia che sto facendo dei conti, la perdita è di 114 mila. Il tema è se Asp continuerà, non la bravura dei suoi amministratori. La legge regionale dice che le perdite vanno coperte dal Comune, la richiesta è stata mandata tramite pec a Comune e Provincia il 24 giugno. A metterci in difficoltà sono i maggiori costi delle utenze 2022, le forniture delle energie elettriche sono passate da 160 a 480 mila euro. Guardiamo qual è la prassi in Regione, e non è quella di mandare in rosso le Asp e poi dare la caccia all’amministratore. E’ stato così a Bologna e a Parma: i Comuni hanno provveduto a stanziare gli aiuti necessari. A Piacenza i fondi nel bilancio comunale ci sono, non dico che sono disponibile a fare una consulenza gratuita, ma era assolutamente noto che saremmo stati in difficoltà”.

INAIL E IL PENSIONATO ALBERGO – “Quando mi è stato assegnato, mi è stato detto che avrei dovuto portare avanti un progetto fatto e definito, che non potevo cambiare. Peccato che il progetto del pensionato – albergo non fosse a posto. Lo scrive lo stesso Inail (che avrebbe dovuto finanziare la sua realizzazione, ndr) nella motivazioni che hanno portato alla sua archiviazione: “il progetto è apparso fin da subito incompleto, con delle carenze formali, non è adeguato dal punto di vista strutturale e geotermico e non è immediatamente appaltabile come previsto dal bando”. Io la leggo così: non ho ricevuto da chi mi ha preceduto un progetto pronto, poi sono stato amministratore da due anni ma non faccio progetti e non ho leve per far lavorare altre istituzioni. Ora bisogna essere realisti. Mi pare a Piacenza una certa propensione al realismo c’è, se si vuole realizzare il pensionato albergo, ci si può muovere in un altro modo, trovando altri finanziamenti. Asp è un patrimonio della città, perché tutti potremmo aver bisogno dei suoi servizi, va sostenuta”.

DOMANI – “Questa azienda ha dei punti di forza, è poco rispettoso non ricordare che Asp ha continuato a dare servizi anche durante il covid. Abbiamo fatto quello che serviva, l’ispezione NAS eseguita in quei giorni non ha visto rilievi nei nostri confronti, gestiamo Spazio Due a servizio dei giovani per il Comune di Piacenza, abbiamo intercettato fondi per quasi 3 milioni di euro per il Pnrr. E’ possibile migliorare rafforzando la funzione manageriale e migliorando il sistema di riscossione che andrebbe modernizzato, per riuscire ad intercettare i morosi. Mi piacerebbe che questa cosa si chiudesse qui, più legata ai fatti e meno ai singoli. Ho deciso di parlare per tutelare la mia immagine e precisare la situazione. Se le cose continuano in questo modo la mia sede verrà liberata molto presto. Ho impegni di lavoro che mi aspettano: un progetto, appena vinto, con il ministero della salute. Un altro progetto, su come prevenire il decadimento cognitivo, portato a casa con altre Asp della Regione e il Comune di Modena”.

NON E’ UN RUOLO DI POTERE – “Se la mia nomina nel 2019 ha posto le premesse per l’alleanza politica tra Patrizia Barbieri e Liberi? Non lo so, sono amico di Massimo Trespidi, ma faccio fatica a immaginare che il mio incarico in questa posizione possa suggellare alcunché. Non è una posizione di potere. L’elenco dei candidati al ruolo di amministratore unico è disponibile pubblicamente, nel 2019 si presentarono anche due ex assessori, Filiberto Putzu e Massimo Polledri. Io ho la presunzione di credere che il mio curriculum fosse inattaccabile, svettavo nella lista. Trespidi e Barbieri mi conoscevano, sono stato presidente del collegio dei revisori dei conti quando erano in Provincia, ruolo che ho svolto anche per amministrazioni di centrosinistra. Non sono legato a Asp da motivazioni economiche: il compenso è di 24 mila euro lordi annui, come è scritto nella nomina, ma per me si va ad aggiungere ad altri compensi per la mia attività professionale e, al punto in cui sono della mia carriera, ho anche altre opportunità. E’ possibile però che l’incarico di amministratore unico di Asp possa rappresentare un incarico da dare a qualcuno, per soddisfare appetiti politici. Non mi stupirebbe”.

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