“Perché taglio le pizze se ho un contratto per le pulizie?” Venerdì sciopero e presidio a La Pizza + 1

“Perché ho seguito corsi per alimentaristi, taglio le pizze quando il mio contratto è del settore pulizie?” Lo chiede Alessia, dal 2016 al lavoro presso La Pizza + 1. E’ tra i 160 lavoratori della cooperativa NT Service, in appalto nello stabilimento di Gariga di Podenzano, al centro di una vertenza promossa dalla Cgil. E’ stato indetto uno sciopero dalle 17 di giovedì 6 fino alle 22 di venerdì 7 ottobre. Sempre nella mattinata del 7 si terrà un presidio davanti ai cancelli dell’azienda. “Il mio contratto è full time, guadagno circa mille euro al mese. Abbiamo dato tanto alle aziende, sia Nt che La Pizza + 1, ora vogliamo indietro la nostra dignità come lavoratori”. Le fanno eco i colleghi Sonia e Fiorenzo. “Assurdo sapere che siamo inquadrati con questo tipo di contratto, quando dobbiamo indossare tute di protezione per maneggiare i prodotti” dice Sonia, al lavoro dal 2019. “Abbiamo un forte attaccamento all’azienda, sappiamo che che in forte espansione e siamo fiduciosi nella possibilità di arrivare a una soluzione positiva – aggiunge Fiorenzo -. Dopo un confronto tra i colleghi, ci siamo rivolti ai sindacati perché c’erano delle cose che non andavano bene. Da lì è partito un confronto con la cooperativa, che noi abbiamo affrontato con senso di responsabilità. Non abbiamo trovato un accordo, per questo scioperiamo”.

Conferenza stampa

La vicenda – iniziata circa un anno fa quando un dipendente della cooperativa si è recato in Cgil per farsi controllare la busta paga – è stata ricostruita da Fiorenzo Molinari di Flai Cgil. “La pizza + 1 è una società per azioni, acquisita dal fondo Aksia Group e controllata da Valpizza. Ha 47 dipendenti diretti, per il 60% impiegati. Al suo interno, poi, operano altre due cooperative. Una di queste, Centro Multiservizi Integrati, ha 10 addetti impiegati per fare le pulizie. L’altra, Nt service, conta 438 dipendenti su tutta Piacenza. Di questi, 170 lavorano a La Pizza + 1, dove però non fanno le pulizie, ma le pizze – dice Molinari -. Faccio presente che il costo del lavoro dei dipendenti diretti dell’azienda, a cui viene applicato il contratto dell’industria alimentare, è di 30 euro lordi all’ora. Quello dei lavoratori di Nt è di 13,50 euro”. Il che significa una differenza di circa 500 euro al mese in busta paga, oltre ad altri vantaggi contrattuali. “Controllando poi le buste paga dei lavoratori Nt, ci siamo accorti che non venivano pagati infortuni e malattie, aspetto poi sanato nel corso di questi mesi. Ma quello che voglio far presente è che questa non è un’anomalia del sistema – sottolinea il segretario Flai Cgil -. Questo è il sistema: molti imprenditori appaltano attività caratteristiche del proprio business, non per razionalizzare o efficientare la produzione, ma per risparmiare e trarne profitto”.

“Non è possibile appaltare le attività di produzione tipiche dell’azienda, lo prevede la normativa – intervene il segretario generale dell’Emilia-Romagna Flai Cgil, Valerio Bondi -. Quindi va applicato per tutti il contratto dell’industria alimentare: le differenze economiche e contrattuali sono molto diverse, rispetto al settore delle pulizie. Siamo consapevoli di stare attraversando una situazione complessa, con aumenti del costo dell’energia, per questo motivo ci siamo detti disponibili a un adeguamento graduale. L’azienda invece sostiene invece che vada bene così. Faccio poi presente che anche nella sede di Valpizza a Bologna stiamo assistendo a situazioni analoghe, quindi ci riserviamo di unire le vertenze”. Gerta Maksuti, Filcams Cgil, sottolinea come questa vertenza sia nata grazie al rapporto di sostegno e fiducia tra lavoratori e sindacato, mentre Marco Pascai fa presente come sia diversa da altre battaglie. “In situazioni simili ci siamo trovati ad affrontare aziende che arrivavano da fuori. Le nostre controparti invece sono sono parte integrante del tessuto economico di Piacenza. E’ una vergogna che dopo mesi di trattativa non sia stato raggiunto un accordo di miglioramento per questi lavoratori. La politica di Piacenza deve essere presente al presidio di venerdì: si è parlato molto del mondo del lavoro, ora bisogna iniziare a cambiare le cose. Chiediamo ai nostri parlamentari di partecipare”.

“La Cgil è da sempre vicino a tutte le categorie – afferma il segretario generale della Camera del Lavoro di Piacenza, Ivo Bussacchini -, temo che questo non caso isolato”. “E’ dall’inizio degli anni 2000, con le agenzie interinali, che ci siamo abituati al fatto che sede di lavoro e datore di lavoro non siano coincidenti” ricorda Boris Infantino, legale della Cgil. Una situazione che ha portato alla proliferazione degli appalti, ma nel caso de La Pizza + 1 non si dovrebbe “riconoscere il rapporto di lavoro diretto, senza nessun tipo di intermediazione”.

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