Prospero Cravedi e Africa Mission, un legame indissolubile nel segno del coraggio e della lotta all’ingiustizia

“E’ stato capace di portare all’attenzione le persone che vivono in Uganda e il lavoro di Africa Mission”. Così don Maurizio Noberini, presidente di Africa Mission, ha presentato la figura di Prospero Cravedi nel corso dell’ultimo incontro collaterale di “Tempi e volti di una comunità”, la mostra di immagini del fotografo piacentino organizzata dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano e attualmente in corso nell’ex convento di Santa Chiara (aperta fino alla fine di ottobre).

Tra l’organizzazione no profit fondata da Don Vittorio Pastori e Cravedi si era instaurato un legame molto stretto, tanto che il fotografo per anni ne ha seguito l’attività, nel corso di numerosi viaggi in Africa, per aiutare e documentare sul campo con le sue foto i progetti umanitari realizzati. Una collaborazione portata avanti ancora oggi dalla famiglia di Cravedi, che ha destinato i proventi della vendita del catalogo della mostra proprio ad Africa Mission: l’assegno è stato consegnato dalle diverse generazioni dei Cravedi nelle mani di don Noberini che ha espresso il suo ringraziamento “a nome di don Vittorio e della popolazione del Karamoja che potrà beneficiare di questi fondi”.

“Ho conosciuto Prospero nel 1988 da obiettore a Piacenza – il ricordo di Carlo Ruspantini, direttore di Africa Mission Cooperazione e Sviluppo -. Il coraggio unisce le figure di Vittorione e Cravedi, che hanno affrontato pericoli anche per mettersi al servizio di una causa. Nelle sue foto sono rappresentati gli aspetti più belli della vita in Africa in tutte le sue espressioni, dalla paura alla gioia”. Ruspantini per offrire un ritratto vero del grande fotografo non ha voluto citare un’immagine in particolare, ma uno scritto, quello pubblicato da Edizioni Officine Gutenberg nella piccola “Graffetta” dal titolo “Abbi fede, facciamo da mangiare”: un passo del diario africano di Prospero, pubblicato anche su PiacenzaSera, nel quale confessa un momento di scoramento davanti alla sofferenza e la fame in Uganda. E’ proprio Don Vittorio a incoraggiarlo con un motto che dice tutto dell’impegno di Africa Mission in quel paese: “Facciamo da mangiare e sfamiamo queste persone”. Prima di tutto il resto vengono i bisogni primari e la dignità dei poveri.

Mostra Cravedi - Incontro Africa Mission

“Prospero Cravedi è nato comunista e morto comunista, non ha abbracciato l’Africa ma un progetto, quello di Africa Mission – ha detto la giornalista Maria Vittoria Gazzola -. Dopo il primo viaggio, Prospero è rimasto legato al Karamoja, regione che dagli inglesi era stata destinata a riserva, con una popolazione con pochi contatti coi coloni, nomadi che si spostavano con le stagioni. Africa Mission si insediò in un territorio vergine, si è creato un rapporto di rispetto quasi inconsapevole con la popolazione e Prospero ha abbracciato il progetto: questo ha superato il fatto di essere un laico partecipe di un’organizzazione religiosa”. Gazzola ha poi ricordato lo stretto rapporto tra il vescovo di Piacenza Manfredini, Don Giussani e il missionario padre Marengoni: “Si vedevano spesso a Piacenza e questo legame, che nasce al tempo della formazione comune, è alla radice di Africa Mission, espressione di un sodalizio spirituale e di idee, fondato sul bisogno di pensare agli altri”. “La forza di Africa Mission – ha aggiunto – risiedeva anche nella mole di Don Vittorione: non si vergognava del suo peso, era contento che lo prendessero in giro e questo lo ha reso simpatico alla gente”.

Pier Giorgio Lappo, responsabile delle attività in Uganda di Africa Mission, ha spiegato che attualmente sono attivi sedici progetti di assistenza: “Purtroppo la siccitá ha colpito anche in Uganda e quindi dopo tanti anni è stato necessario distribuire cibo. Stiamo anche proseguendo nella perforazione dei pozzi, serve più acqua per favorire l’agricoltura e l’alimentazione. Lavoriamo poi nella formazione giovanile, dal parrucchiere allo street food, all’allevamento. Il nostro compito di Ong è quello di aiutare il Karamoja ad affrontare la globalizzazione e lo sviluppo per migliorare la propria vita, senza lasciare indietro nessuno. Abbiamo un grosso progetto per accogliere e assistere rifugiati sudanesi in fuga dalla guerra, donne e giovani soprattutto”.

“Abbiamo voluto questa mostra per sostenere un clima culturale che parta dalla valorizzazione della sue eccellenze – ha sottolineato Elena Uber, consigliere d’amministrazione della Fondazione di Piacenza e Vigevano, che ha moderato l’incontro -. Don Vittorione ha voluto Prospero con sè in Uganda perché aveva una visione moderna e capiva l’esigenza di pubblicizzare e promuovere anche coi mezzi di comunicazione l’opera di Africa Mission. Si sono quindi incontrate le sensibilità di un laico come Prospero e di una realtà legata alla chiesa come Africa Mission”. La mostra “Tempi e volti di una comunità” è stata prorogata fino alla fine di ottobre, in considerazione della grande attenzione che il pubblico ha dimostrato. L’ingresso è gratuito (aperta da martedì a venerdì dalle ore 16 alle 19.30; sabato e domenica dalle ore 10.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.30).

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