“La storia siamo noi, nessuno si senta escluso” L’omaggio ai caduti al cimitero urbano

Nella mattina del due novembre al Famedio del Cimitero urbano di Piacenza si è svolta la cerimonia di commemorazione dei Caduti per la Patria, organizzata dall’Amministrazione comunale d’intesa con la Prefettura e il Comando militare. Alla funzione religiosa officiata dal cappellano militare, monsignor Pietro Campominosi, è seguito l’intervento istituzionale della sindaca Katia Tarasconi e la deposizione delle corone d’alloro alla presenza dei rappresentanti delle associazioni di combattenti. Come da tradizione le autorità, presente anche la presidente della Provincia Monica Patelli, hanno reso omaggio anche alle lapidi del “campetto” dei partigiani. Nelle foto alcuni momenti della cerimonia. 

Ecco il testo dell’intervento della sindaca Tarasconi:

Rendere omaggio ai Caduti per la Patria significa onorare le donne e gli uomini che hanno dato la vita per un’Italia libera, indipendente, democratica e unita. Vuol dire intrecciare, in una ricorrenza che per ciascuno segna il valore e l’importanza del ricordo, il senso profondo e autentico di una memoria collettiva che segna e definisce la nostra identità, il nostro senso di appartenenza e condivisione. Penso che oggi, più delle parole, possano restituirci appieno il valore di questa giornata i nomi dei soldati inviati al fronte nella Grande Guerra, dei coscritti del 1899 – oltre 260 mila, mandati in prima linea soprattutto dopo la disfatta di Caporetto – o dei partigiani che hanno lottato per la Resistenza sulle nostre colline, dei civili che non si sono piegati all’oppressione e alla dittatura, pagando con la vita la coerenza delle proprie idee e il coraggio di difendere, sino all’ultimo istante, gli ideali in cui credevano.

“La storia siamo noi, nessuno si senta escluso”: sembra di ascoltarli, i versi di Francesco De Gregori, mentre ci guardiamo intorno e ripercorriamo il cammino di chi ha sacrificato tutto – affetti, sogni, speranze, progetti – per proteggere la Nazione che amava, per regalare un futuro migliore alle generazioni a venire, anteponendo responsabilità e consapevolezza a ogni interesse e ambizione personale. E’ alla dignità esemplare della loro testimonianza, allo spirito di servizio di cui sono stati interpreti anche nei momenti più difficili, alla generosità del loro donarsi che oggi guardiamo con partecipe riconoscenza. Nelle medaglie al valore di cui sono stati insigniti, nella commozione di un Paese che oggi rende il proprio sincero e unanime tributo ai suoi Caduti, ritroviamo le nostre radici e un sentire comune che in questo due novembre vorrei affidare non alla retorica, ma a un silenzio carico di rispetto, gratitudine e vicinanza. Grazie a tutti.

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