L’Avvocato e quel suo spirito libero, tra Patti Smith e la Festa della Zucca

Radicalmente conservatore, reazionario mai. Aristocratico sì, mai elitario. Piacentino fino al midollo senza essere provinciale. L’avvocato era l’“Avvocato”, personalità unica sulla scena della nostra città e provincia, una delle pochissime in grado di portare il nome di Piacenza fuori da Piacenza. Si dirà, voi di sinistra, proprio nell’anno della riscossa elettorale anche in virtù della frattura del centrodestra fortissimamente voluta da Sforza, avete buoni motivi per celebrarlo e lodarlo.

Ma questa considerazione è propria di chi con i potenti, e Sforza Fogliani lo era, sa usare soltanto il metro della piaggeria (e tanti lo hanno usato nei suoi confronti). A me è capitato di incontrare l’Avvocato seduto in mezzo ai facchini in una riunione dell’ultima campagna elettorale al Salone Mandela della Camera del Lavoro. O a un tavolaccio del capannone dell’ex Consorzio Agrario di Pecorara, di fronte a Bossi e Tremonti in occasione di una Festa della Zucca, davanti a un piatto di polenta. O di conversare con lui per oltre un’ora di storia e Resistenza, perchè non si sottraeva mai a una discussione o a un confronto che stimolasse le sue idee, che mettesse in gioco le sue convinzioni. Quella stessa propensione al dialogo e alla ricerca che ha guidato la sua passione per l’arte e la bellezza. Senza barriere, altrimenti come avremmo potuto ritrovarci nel giugno scorso in Santa Maria di Campagna ad ascoltare “People have the power” cantata da Patti Smith sotto alla statua della Madonna?

E’ forse banale oggi dire che la sua dote più grande è stata – pur all’interno di una formazione culturale e politica ben individuabile e connotata – la libertà di pensiero. Il suo uscire dagli schemi facendone mostra a tutti. Spiazzando a destra e a sinistra. Credo che sia questo, al di là di tutto, che ci mancherà di più dell’Avvocato.

Mauro Ferri

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