Renato Cravedi “Abele” presidente onorario dell’Anpi di Piacenza

ll Comitato provinciale dell’Anpi, riunito domenica scorsa 18 dicembre, ha nominato Renato Cravedi Presidente Onorario dell’associazione piacentina. In precedenza il ruolo era ricoperto da Agostino Covati, deceduto nel giugno scorso. Classe 1926, Renato Cravedi nell’estate del 1944 da Piacenza aveva raggiunto le prime formazioni partigiane in Val Nure, e, per il suo carattere mite gli venne attribuito il nome di battaglia “Abele”. Non aveva ancora diciotto anni ma lavorava da tempo nella fabbrica metallurgica Massarenti dove fra i lavoratori erano diffusi i sentimenti antifascisti e maturò anche in altri altri la scelta della Resistenza attiva al regime di Salò e agli occupanti tedeschi dell’Italia. Le sue vicende partigiane si possono leggere nel volumetto “Renato Cravedi, il partigiano Abele”, che ne contiene le memorie raccolte da Mauro Ferri. Fu, fra l’altro, uno dei 32 intrepidi che nella notte fra il 15 e 16 aprile 1945 sostennero l’attacco nazi-fascista al distaccamento partigiano insediato nel Castello di Monticello e sbaragliarono quel grosso raggruppamento nemico.

Nella riunione del Comitato provinciale Anpi, introdotta da presidente Romano Repetti e conclusa da un componente del Comitato Nazionale, Danilo Andriollo presidente dell’Anpi di Vicenza, sono stati discussi anche gli indirizzi dell’attività della associazione piacentina per il prossimo 2023, a partire dal considerevole bilancio delle iniziative svolte nel corrente anno. Oltre a tener vivo e rendere omaggio alla memoria dei caduti e dei combattenti di quello lotta di Liberazione che hanno assicurato finalmente al nostro Paese una condizione di pace, libertà e democrazia, l’impegno dei soci Anpi sarà anche sempre più quello di affermarne gli ideali nella società di oggi, con la difesa dei diritti dei cittadini e l’impulso alla giustizia sociale che sono affermati dalla Costituzione della nostra Repubblica. L’Anpi dedicherà quindi nel 2023 una particolare attenzione agli indirizzi e agli atti della maggioranza e del governo attuali, considerato che i primi provvedimenti vanno nella direzione di accentuare le disguaglianze, addirittura in campo fiscale, e sono preannunciate proccupanti modifiche della stessa Costituzione.

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