Siamo 307 in meno e sempre più anziani. Aumentano i centenari

Cala la popolazione italiana e la provincia di Piacenza non fa eccezione. A rivelarlo i dati diffusi da Istat relativi alla terza edizione del Censimento permanente della Popolazione e delle Abitazioni, svolta nell’autunno dello scorso anno. Secondo l’indagine, alla fine del 2021 i residenti in provincia di Piacenza ammontano complessivamente a 283.435 unità, di cui 139.375 maschi e 144.060 femmine. La variazione rispetto al 2020 (l’anno della pandemia, che – lo ricordiamo – ha causato la contrazione dei livelli di popolazione più elevata degli ultimi 10 anni) è pari a 307 residenti in meno. In particolare, la popolazione maschile diminuisce di 20 unità, quella femminile di 287. Sempre alla fine del 2021, gli stranieri residenti sono 42.124, in calo di 552 unità rispetto all’anno precedente.

I COMUNI – Passando alle variazioni demografiche a livello comunale, nel capoluogo Piacenza la popolazione totale è passata in un anno da 102.731 a 102.364 residenti; calano i residenti anche a Fiorenzuola (da 14.947 a 14.858) e Rottofreno (da 12.211 a 12.200), dinamica demografica positiva invece per Castel San Giovanni, dove i residenti passano da 13.813 a 13.981, e Borgonovo (da 7.989 a 8.026). Il Comune meno abitato è quello di Zerba (70 residenti), seguito da Cerignale (117).

AUMENTANO I CENTENARI – Aumentano nel piacentino anche i centenari: dal 2020 al 2021 le persone di 100 anni e oltre sono passate da 105 a 127; 43 risiedono nel capoluogo.

I DATI NAZIONALI – La popolazione censita in Italia al 31 dicembre 2021 ammonta a 59.030.133 residenti, in calo dello 0,3% rispetto al 2020 (-206.080 individui). Il decremento di popolazione interessa soprattutto il Centro Italia (-0,5%) e l’Italia settentrionale (-0,4% sia per il Nord ovest che per il Nord est), è più contenuto nell’Italia meridionale (-0,2%) e risulta minimo nelle Isole (appena 3mila unità in meno). Ancora elevato è l’impatto del numero di morti da Covid-19 sulla dinamica demografica nel 2021: il totale dei decessi (701.346), sebbene in diminuzione rispetto all’anno precedente (quasi 39mila decessi in meno), rimane significativamente superiore alla media 2015-2019 (+8,6%). Il calo di popolazione non è dovuto solo al saldo naturale negativo ma è da attribuire in parte alla diminuzione della popolazione straniera. Gli stranieri censiti sono 5.030.716 (-141.178 rispetto al 2020), con un’incidenza sulla popolazione totale di 8,5 stranieri ogni 100 censiti.

Il decremento di popolazione è molto più limitato nei comuni della classe 5-20mila abitanti e in quella fino a 5mila abitanti (che insieme rappresentano il 70% dei comuni italiani). Nei 44 comuni con oltre 100mila abitanti solo 5 guadagnano popolazione, per i restanti 39 si registra un calo rispetto al Censimento 2020 di circa 115mila residenti. Le donne rappresentano il 51,2% della popolazione residente, superando gli uomini di 1.392.221 unità. Il rapporto di mascolinità è pari a 95,4 uomini ogni 100 donne; il più alto si registra in Trentino-Alto Adige (97,7), quello più basso in Liguria (92,6) che è anche la regione con il più alto indice di vecchiaia (267,2).

Il nostro è un Paese sempre più vecchio. L’età media si è innalzata di tre anni rispetto al 2011 (da 43 a 46 anni). La Campania continua a essere la regione più giovane (età media di 43,6 anni) mentre la Liguria si conferma quella più anziana (49,4, anni). L’invecchiamento della popolazione italiana è ancora più evidente nel confronto con i censimenti passati. Nel 2021 per ogni bambino si contano 5,4 anziani contro meno di un anziano per ogni bambino del 1951 (3,8 nel 2011). L’indice di vecchiaia (rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e quella con meno di 15 anni) è notevolmente aumentato e continua a crescere, da 33,5% del 1951 a 187,6% del 2021 (148,7% nel 2001). La più giovane struttura per età della popolazione straniera rallenta il processo di invecchiamento della popolazione residente in Italia. L’età media degli stranieri è più bassa di oltre 10 anni rispetto a quella degli italiani (35,7 anni contro 46 anni nel 2021). Si sta riducendo però il peso relativo dei minori, che rappresentano il 20,8% della popolazione straniera censita (quota pari al 21,3% nel 2001).

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