“Abbiate sempre la forza di difendere la vostra libertà” La cerimonia ai Giardini della Memoria fotogallery video

“Abbiate sempre la forza di difendere la vostra libertà. Quando questa viene negata in nome dell’ideologia dell’odio, si perde la dignità di essere uomini”. È l’augurio del prefetto Daniela Lupo ai ragazzi della scuola primaria Giordani che hanno partecipato alla commemorazione delle vittime della Shoah, nel Giardino della Memoria a Piacenza. “Questa giornata, che ha acquisito rilevanza internazionale grazie alla risoluzione approvata dall’Onu il 1° novembre 2005, assume oggi valore tanto maggiore nel momento in cui una nuova guerra di conquista e supremazia è stata avviata in Europa, con pretesti ideologici che rimandano alla demonizzazione del popolo invaso e martirizzato cui viene negato lo stesso diritto di esistere. La Shoah resta male assoluto, unico e non confrontabile con altre azioni genocidiali, nella sua gelida progettazione e burocratica attuazione che coinvolse uomini e donne assolutamente normali convinti di compiere onestamente il proprio dovere. Ma la sua memoria e la conoscenza profonda di ciò che accadde, non solo nella soppressione industrializzata di milioni di persone, ma anche nella completa privazione della dignità di donne e uomini costretti nei campi di sterminio, la privazione di sé, ridotti a cercare ossessivamente qualcosa per nutrirsi e restare in vita”.

Durante la cerimonia sono state consegnate le onorificenze che il Presidente della Repubblica ha riconosciuto alla memoria di tre militari: Giorgio Boselli, deportato dal 20 settembre 1943 al 20 giugno 1945 e internato a Linz Donau; Giulio Tinelli, deportato dal 27 settembre 1943 al 22 agosto 1945, internato in Germania; Paolo Zucchi, deportato sino al 1° giugno 1945 e internato anch’egli a Linz Donau.

“Le indicibili crudeltà dei campi di concentramento nazisti ci mettono di fronte al fatto che anche l’orrore più inimmaginabile può farsi realtà. E se è vero che chi non conosce la storia è condannato a ripeterla, soprattutto nelle sue pagine più orrende, continua a essere necessario interrogarci sulla prigionia e sull’annientamento di milioni di persone innocenti”, ha detto la presidente della Provincia di Piacenza, Monica Patelli.

“Faremmo un’offesa grave a quegli uomini, a quelle donne, a quei bambini mandati a morire nelle camere a gas, se considerassimo quella infausta stagione come un accidente della storia, da mettere tra parentesi, chiudendo gli occhi sulle origini che hanno avuto e sulle loro dinamiche”, sono le parole che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella pronunciò in occasione del Giorno della Memoria 2021, riprese quest’anno dal prefetto Lupo e dalla presidente della Provincia Patelli.

“Non ci sono parole adeguate, sufficienti a contenere l’orrore che i campi di sterminio hanno rappresentato nella storia dell’umanità – ha detto la sindaca di Piacenza Katia Tarasconi -. Eppure bisogna alzarla la voce, all’unisono, per esprimere ancora una volta lo sdegno, la commozione che toglie il fiato, l’impossibilità di comprendere e accettare la Shoah come mera conseguenza dell’estremismo politico o come dicono gli esperti di teorie belliche, ‘danno collaterale del conflitto’. No. L’ideologia razziale e persecutoria del nazifascismo fu ben altro, e molto più di questo. Fu la deriva dell’uomo e della sua identità universale, la discesa verso un abisso di violenze pianificate con aberrante razionalità. Hannah Arendt scrisse che ‘le azioni erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale’ e, come lei, Primo Levi disse: ‘I mostri esistono, ma sono troppo pochi per essere davvero pericolosi. Lo sono di più gli uomini comuni, i funzionari pronti a credere e a obbedire senza discutere’. Tutti devono sapere e ricordare che Hitler e Mussolini, quando parlavano pubblicamente, venivano creduti, applauditi, ammirati, adorati come dei. Per questo, meditare su quanto accaduto è dovere di tutti. Il ricordo è una esortazione importante a non rimanere inerti dinanzi alle ingiustizie del mondo”. IL DISCORSO COMPLETO DELLA SINDACA

Al termine, un momento di preghiera e benedizione affidato a don Giuseppe Basini, vicario generale e parroco di Sant’Antonino. “Vorrei – ha detto – che ogni volta che passiamo davanti a questo giardino potessimo vivere un momento di silenzio, di ascolto e di preghiera”.

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