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Fascino e mistero, gli Egizi fanno tappa a Piacenza: la visita del Civico 11

FASCINO E MISTERO: GLI EGIZI FANNO TAPPA A PIACENZA: LA REDAZIONE DEL CIVICO 11 ALLA MOSTRA DI PALAZZO GOTICO – Per chiudere il 2022 in bellezza come ciliegina sulla torta, mercoledì 21 dicembre (solstizio di inverno per chi se lo stesse chiedendo) noi della redazione del “Civico 11” abbiamo organizzato una visita per scoprire i segreti e le usanze degli antichi Egizi. L’antico Egitto è una civiltà che mi ha sempre suscitato un enorme interesse (piramidi, sarcofagi, religione politeista ecc) oltre ad avere un grande fascino, perciò molto spesso argomento di libri, giochi di società, film e videogiochi.
I reperti di questa interessantissima civiltà hanno dovuto fare un lungo viaggio per poi arrivare a Piacenza. L’esposizione si tiene dentro a Palazzo Gotico dal 10 dicembre 2022 al 26 febbraio 2023 e s’intitola “EGITTO SVELATO: I SARCOFAGI EGIZI DI DEIR EL-BAHARI”. Ad accoglierci a Palazzo Gotico l’assessore comunale alla Cultura Christian Fiazza.

Dehir El-Bahari era il nome di una zona sulle rive del fiume Nilo dove vennero ritrovati numerosi sarcofagi egiziani. La guida ci ha spiegato che gli antichi egizi erano molto religiosi ed erano convinti di avere una seconda vita dopo la morte. Essi avevano sviluppato una tecnica particolare per preservare i corpi dei defunti dai segni del tempo chiamata “mummificazione”. Questo particolare tipo di arte richiedeva delle vaste conoscenze scientifiche e veniva praticata solamente dai sacerdoti. In seguito l’esperta ci ha detto che si deve pensare ai sarcofagi egizi come delle matriosche russe, in quanto erano costituiti da una serie di “contenitori” messi uno dentro l’altro.

In preparazione al rituale della mummificazione, al deceduto veniva fatta la “pesatura del cuore” servendosi di una bilancia e di una piuma. Se la bilancia era in equilibrio, l’anima del perito poteva intraprendere il viaggio nell’aldilà. Il corpo veniva sventrato dagli organi interni (polmoni, fegato, intestino e stomaco) e messi dentro a dei vasi raffiguranti divinità, mentre il cervello si buttava. Venivano prodotte delle statuette funerarie dette “Ushabti”, i quali avevano la funzione di proteggere e servire il faraone nell’aldilà. Gli Ushabti venivano collocati a loro volta in uno scrigno decorato da raffigurazioni di vita quotidiana e di divinità. Dopodiché Il feretro del defunto veniva avvolto in bende e cosparso di un composto fatto di limo e fibre vegetali, veniva forgiata una lastra di legno (con materiale di recupero che si riusciva a trovare tramite il commercio) che la si collocava sopra il corpo. Dopo aver fatto ciò, si adagiava il corpo nel sarcofago. I sarcofagi uguagliavano le sembianze del corpo umano ed erano interamente decorati con rappresentazioni divine, animali “protettori” (come lo scarabeo stercorario) e momenti conviviali.

È stata una bella esperienza visitare l’antico Egitto e ci ha interessato molto il discorso sulle mummie. Abbiamo imparato a distinguere i sarcofagi maschili da quelli femminili in base a come vengono rappresentate le mani (fuori dal corpo per le donne e lungo al corpo per i maschi). La mostra è ancora aperta quindi non fatevi scappare questa ricca occasione, ne vale proprio la pena. Fate in fretta, altrimenti il dio Anubi lo saprà ah ah ah.

Redazione Civico 11  (Luca, Paolo, Andrea, Simone)

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