Garante dei detenuti, il Comune nomina per la prima volta una donna: Mariarosa Ponginebbi

Garante diritti dei detenuti, il Comune di Piacenza nomina per la prima volta una donna, Mariarosa Ponginebbi. Il provvedimento è contenuto in una delibera pubblicata sull’albo pretorio. La candidatura di Ponginebbi, 64 anni, coordinatore infermieristico, tutor e docente della facoltà di infermieristica, ora in pensione, è stata presentata alla fine di novembre. Mariarosa Ponginebbi vanta anche una lunga esperienza nel mondo del volontariato presso diverse associazioni, dalla Croce Rossa a Armonia, L’assistenza delle piccole cose nel Comune di Travo. Ha fatto parte anche dell’associazione di volontariato in carcere Oltre il muro, seguendo dei progetti dedicati alla salute delle donne detenute.

Il ruolo di garante dei diritti delle persone detenute prevede visite periodiche presso la Casa circondariale di Piacenza, per fare colloqui con i detenuti e prendere visione della situazione strutturale e di funzionamento dell’Istituto al fine di collaborare con i Servizi Sociali comunali nel rappresentare all’esterno le esigenze dell’Istituto e sostenere iniziative tese al miglioramento delle condizioni di detenzione. Il garante inoltre esercita funzione di tutela delle persone private della libertà personale mediante osservazione, vigilanza e segnalazione delle eventuali violazioni di diritti, di qualsiasi genere, alle autorità competenti per chiedere chiarimenti o spiegazioni, sollecitando gli adempimenti e le azioni necessarie; riceve dalle persone detenute e da chiunque ne venga a conoscenza segnalazioni sul mancato rispetto della normativa penitenziaria e/o su presunte violazioni dei diritti dei detenuti; riceve, nei suoi uffici esterni, i parenti delle persone detenute, i conviventi e le persone ammesse alle misure alternative anche sulla base di richieste dagli stessi formulate; promuove una cultura della umanizzazione della pena (anche mediante iniziative di sensibilizzazione pubblica sui temi dei diritti umani fondamentali); opera d’intesa con le altre istituzioni pubbliche e del privato sociale per la fruizione di tutti i diritti da parte delle persone detenute e limitate nella libertà personale; definisce iniziative volte a facilitare ai soggetti in carcere o limitati nella libertà personale la garanzia di prestazioni inerenti il diritto alla salute, all’affettività, alla libertà religiosa, alla qualità della vita, all’istruzione scolastica, alla formazione professionale e al lavoro, nell’ottica del principio del reinserimento sociale; si raccorda con le Amministrazioni Pubbliche coinvolte affinché garantiscano le prestazioni di servizio di cui sono responsabili nel campo del diritto alla salute, all’istruzione, al lavoro.

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