Il Tamerlano di Vivaldi affascina il pubblico del Municipale

C’era attesa e curiosità per vedere e sentire questa opera barocca, coproduzione del Teatro Municipale di Piacenza, coi teatri di Reggio Emilia, il teatro comunale Pavarotti-Freni di Modena, il teatro del Giglio di Lucca e il teatro Dante Alighieri di Ravenna. Qui Il Tamerlano recentemente aveva riscosso un caloroso successo, che si è ripetuto ieri sera nel nostro teatro dove un pubblico numeroso (ma non troppo) ed entusiasta ha salutato questo capolavoro di Antonio Vivaldi, che mise in scena la prima volta a Verona in occasione del Carnevale nel 1735.

Crediamo sia una felice intuizione il proporre capolavori poco conosciuti e non appartenenti alla solita tradizione lirica. Il Tamerlano è uno di questi. Composizione musicata da Antonio Vivaldi con libretto di Agostino Piovene con brani, arie e romanze prese da altre opere vivaldiane o, addirittura da altri autori contemporanei come Giacomelli, tanto da essere definita “Il pasticcio vivaldiano”. Siamo nell’età del barocco che ha in Antonio Vivaldi, certamente uno dei più grandi e fecondi interpreti con un teatro musicale che, per alcuni critici, sarà il teatro del futuro. Certamente Il Tamerlano ha le stimmate del capolavoro musicale, con soluzioni melodiche che lentamente, ma in modo coinvolgente, rapiscono l’ascoltatore; ma il successo di questa rappresentazione sta, a nostro avviso, nella bravura degli interpreti e nel genio del regista Stefano Monti che dipinge, con scene e costumi, le figure degli interpreti in forma metafisica guidate da un monolita che sembra scandire tempi e movimenti. Originale e ben riuscita l’idea di doppiare tutti i sei cantanti con altrettanti ballerini che li accompagnano nei movimenti e ne interpretano i sentimenti e le volontà; ed i ragazzi dell’Accademia Bizantina Dacru Dance Company, animati dalle estrose ed espressive coreografie di Marisa Ragazzo e Omad Ighani. Tutto l’assetto scenico crea una fantasmagorica atmosfera grazie alle luci di Eva Bruno ed alle pitture su tela di Rinaldo Rinaldi e Maria Grazia Cervetti, alle illustrazioni di Lamberto Azzariti ed alle sculture di Vincenzo Balena.

La trama dell’opera “Il Tamerlano ovvero la morte di Bajazet”, è talmente complessa che sintetizzeremo ricordando che la vicenda si svolge attorno all’anno 1400 nella regione della Bitinia, nel palazzo della capitale Bursa dove il sultano Bajazet è tenuto prigioniero da Tamerlano e liberato dal principe greco Andronico a cui vorrebbe affidare, come moglie, la figlia Asteria che, invece, il Tamerlano vorrebbe come sposa ed in cambio darebbe ad Andronico un regno in Grecia ed una moglie, Irene, che lui dovrebbe, invece, sposare. Bajazet, però, non accetta il matrimonio della figlia con Tamerlano e la stessa rimane delusa dall’amato Andronico che avrebbe sacrificato il loro amore per Irene ed un regno in Grecia. Da qui nascono intrecci avventurosi e nefasti in quanto ognuno vorrebbe liberarsi del rivale per raggiungere il suo scopo: alla fine ci sarà una riconciliazione generale ed il sacrificio del povero Bajazet.

Passando agli interpreti, superlative le prestazioni del baritono Bruno Taddia (Bajazet) e del contro tenore Filippo Mineccia (Tamerlano), due voci dal timbro sicuro e musicalmente impeccabili con ben controllati risvolti drammatici, come il controtenore Federico Fiorio, un Andronico convincente e melodioso. Bravissime le figure femminile, dalla contralto Delphine Galou, capace di dipingere le diverse pesonalità di Asteria, a Shakèd Bar (Irene) per finire alla piacentina Giuseppina Bridelli, voce morbida, ben educata con diverse coloriture, senz’altro matura per i grandi teatri. Abbiamo lasciat0 in chiusura l’artista che ci ha maggiormente impressionato: il maestro concertatore Ottavio Dantone che ha diretto la splendida e giovane orchestra suonando il clavicembalo, e portando alla partitura variazioni interpretative di suggestiva efficacia da autentico artista. Il Tamerlano si ripeterà, sempre al Teatro Municipale, domenica con inizio alle ore 15 e 30

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