“Legalità del male”, a 85 anni dalle leggi razziali l’odio è una ferita ancora aperta foto

Legalità del male, antisemitismo e memoria: a 85 anni dalla legislazione antiebraica fascista restano temi ancora attuali. Proprio per questo il corso doppia laurea Diritto ed Economia dell’Università Cattolica, campus di Piacenza, ha deciso di organizzare un momento di approfondimento, aperto alle scuole e alla comunità tutta di Piacenza nella mattinata del 23 gennaio. Accanto ai contributi del professor Saverio Gentile – studioso della legislazione antiebraica fascista e storico del diritto della facoltà di Economia e Giurisprudenza della Cattolica a Piacenza – che ha parlato dei profili storico-giuridici della persecuzione antisemita del regime fascista, e della dottoressa Carla Antonini, direttrice dell’Istituto di Storia contemporanea di Piacenza – che si è soffermato sulla discriminazione razziale e la deportazione realizzatesi nella città di Piacenza tra il 1938 e il 1945, ad offrire uno spunto di riflessione è stato lo stesso Rettore dell’Università Cattolica professor Franco Anelli. “Si pensa che la violenza sia inumana e irrazionale” ha detto, mentre quella che ha portato alla Shoah e alla persecuzione ebraica era “ispirata ad una razionalità idealista, particolarmente rigorosa, tanto è vero che si è coperta con una patente di legalità. Era razionale, dal punto di vista della costruzione del presupposto dal punto di vista giuridico, dal punto di vista della ricerca di una legittimazione da punto di vista politico, addirittura antropologica, con la difesa della razza, ma anche la ricerca di una giustificazione dal punto di vista socio economico. Razionale anche nella sua esecuzione: la brutale e burocratica attuazione di un precetto” come si è visto nella gestione dei campi di sterminio. “Il vero dramma è se davvero si impari da queste esperienze – sottolinea Anelli -, l’invasione dell’Ucraina, avvenuta giusto un mese dopo la ricorrenza della Giornata della Memoria, non ci consegna immagini e vissuti molto diversi dalla Seconda Guerra Mondiale”. I lavori, coordinati dal professor Marco Allena, presidente del corso di doppia laurea Diritto ed Economia della facoltà di Economia e Giurisprudenza della Cattolica, campus di Piacenza, hanno visto anche l’intervento di alcuni studenti del liceo Respighi. I ragazzi hanno letto un testo tratto da un libro di Liliana Segre e la risposta che Primo Levi diede a una lettera di una studentessa delle medie che visitò una mostra sulla Shoah, rimanendone colpita e incredula. A chiudere la giornata, Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. “L’antisemitismo non è svanito – ha detto -, molti episodi che avvengono non sono denunciati. Perchè non sempre chi li subisce se ne rende conto oppure pensa che denunciare serva a qualcosa. Ci sono diversi tipi di antisemitismo, anche in questo ultimo frangente del virus covid abbiamo visto come sia stato occasione di strumentalizzazione e abuso di vicende che riguardano il vissuto ebraico”.

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