“Troppi architetti” Eletta tra le polemiche la nuova commissione qualità architettonica foto

Fa discutere in consiglio comunale di Piacenza la nomina della nuova commissione sulla qualità architettonica. La minoranza a Palazzo Mercanti ha attaccato l’assessore all’urbanistica Adriana Fantini, in merito alla composizione della commissione e anche ai nominativi proposti. La lista civica Barbieri – Liberi, con l’ex sindaco Patrizia Barbieri e l’ex assessore Jonathan Papamarenghi – infatti ha obiettato la quota assegnata all’ordine degli architetti – professione svolta dalla stessa Fantini – ben tre, rispetto al complessivo di sette da ripartire anche tra agronomi, ingegneri, geometri e geologi. Al voto finale per la composizione della commissione non hanno così preso parte i consiglieri della civica Barbieri – Liberi, e i consiglieri di FdI Domeneghetti e Soresi. I componenti eletti in commissione sono: Letizia Anelli, Filippo Armani, Rosemary Ramelli (architetti), Giuseppe Miceli (agronomo), Silvio Carini (ingegnere), Lanfranco Zanolini (geologo), Andrea Carpena (geologo).

L’ex sindaco Patrizia Barbieri in particolare ha parlato di “azione di forza inopportuna, due dei tre architetti che entreranno a far parte della commissione sono stati in studio con l’assessore. Noi ne prendiamo atto ma è inaccettabile, questa non è la commissione privata della giunta e dell’assessore Fantini”. Dal canto suo, il capogruppo Pd Andrea Fossati ha spiegato: “Viste le caratteristiche di questa commissione, abbiamo pensato che una presenza maggiore di professionisti architetti potrebbe essere funzionale ed essere l’ago della bilancia. È una scelta fatta che noi ci sentiamo di condividere. Se un candidato ha avuto un rapporto di lavoro con l’assessore anni fa non è importante, il tentativo di dialogo con l’opposizione c’è stato, siamo maggioranza e dobbiamo prenderci responsabilità su commissione”.

“Sono state dette cose gravi, – ha replicato l’assessore Fantini – la mia intenzione di condividere il metodo di composizione della commissione è evidente, il tema dei nominativi non esiste: le scelte dei candidati vengono fatte dagli ordini professionali. Il consiglio dell’Ordine degli Architetti ha un elenco di candidati, dal quale vengono sorteggiati i nominativi da presentare all’amministrazione e la procedura è verbalizzata. I membri della commissione sono sette, si possono garantire tutte le competenze. Non c’è nessun conflitto, nessuna volontà dell’amministrazione, la discussione si è andata a scontrare su dinamiche che contano poco sulla questione della commissione”. L’ex assessore Jonathan Papamarenghi, della civica di centrodestra, ha fatto notare però come la rosa dei nomi definitiva, per quanto riguarda gli architetti, fosse “più corposa di quella ricevuta in prima istanza: da 4-5 nominativi si è passati a 6-7”.

Stefano Cugini ha chiesto: “Noi di App siamo fuori dalle dinamiche, è vero che c’è una discrepanza, è vero che vi sono dei nomi in più?” L’assessore Adriana Fantini è quindi intervenuta di nuovo, ricordando che l’invio dei nomi da parte dell’Ordine degli Architetti è stato disposto per evitare il ripetersi di quando accaduto con il progetto di palazzo uffici, in modo da poter esser certi che i componenti fossero regolarmente iscritti e in regola con la formazione”. Papamarenghi, dopo essersi confrontato a margine con il sindaco Tarasconi e il consigliere Domeneghetti, ha quindi specificato: “Il sindaco dice che esiste un secondo verbale (dell’ordine degli architetti, ndr). Vorremmo capire perché sia stata fatta questa scelta. Perché sappiamo che diversi professionisti non sapevano di questa chiama. La professionalità non è in discussione, è una questione di opportunità anche quando non c’è incompatibilità”. Per Massimo Trespidi “è una questione di carattere politico, l’assessore non doveva mettere nè il becco nè il naso”. “Vorrei mi si spiegasse perché questo argomento – ha rincarato il civico – deve essere in capo a un assessore. Da questa vicenda doveva di sua sponte stare fuori, senza ingerenze sul consiglio comunale. Doveva essere frutto di un accordo tra maggioranza e opposizioni, bastava una riunione dei capigruppo per risolvere. Il ruolo svolto dall’assessore ha creato il pasticcio in cui ci troviamo”.

MENZANI AL POSTO DI BARIOLA – Si era aperta con il voto sulla surroga del consigliere dimissionario Gianluca Bariola (civica per Tarasconi) la prima seduta del 2023 del consiglio comunale di Piacenza. Al suo posto la prima dei non eletti Elisabetta Menzani, commercialista, che ha fatto ufficialmente ingresso nell’assemblea dopo il voto favorevole unanime dei colleghi. ‘Sento la responsabilità di questo incarico – ha detto Menzani, neo consigliera della lista civica Tarasconi – che per me è un servizio, un servizio alla comunità. Io spero che le mie competenze tecniche siano utili per il lavoro che andremo a svolgere qui’.

Spazio dunque alle comunicazioni iniziali. Tra gli intervenuti, il consigliere Massimo Trespidi (civica di centrodestra) che ha parlato della vicenda della Pertite e del progetto di parco: “Sulla questione, più che le dichiarazioni sui giornali contano gli atti amministrativi. In sede di bilancio e nel Dup aggiornato vedremo se c’è la volontà politica di affrontare la questione. Non possiamo pensare di acquisire la Pertite se non accantoniamo a bilancio, nel 2023 o 2024 o 2025, le risorse per la nuova pista prova carri. Il mandato scade nel 2027, ci fate vedere quale è la vostra volontà politica su questo tema? Al momento registriamo il silenzio dell’assessore deputato ad esprimersi, che è quello all’ambiente”.