“Acqua pulita grazie ai pozzi di Africa Mission” In Uganda col vescovo IL DIARIO

Arrivano a coronamento le celebrazioni per i 50 anni di Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo, l’ong piacentina fondata da Don Vittorio Pastori. Con il momento più bello e significativo, il viaggio in Uganda insieme al vescovo di Piacenza Adriano Cevolotto, dove ogni giorno la “cooperazione e lo sviluppo” si praticano con azioni concrete. Gianni Cravedi, col suo diario su Facebook (dal quale sono presi i testi e le foto) ci accompagna per raccontare le tappe all’interno delle missioni in Karamoja, della scuola e delle altre attività insediate in quella porzione dello sterminato continente africano.

Uganda diario Gianni 2

MERCOLEDI 1 FEBBRAIO – Nel Karamoja di Don Vittorione non bisogna meravigliarsi di trovare una piccola chiesa di periferia, vicino ad un villaggio di 400 persone, dove si battezzano 900 bambini all’anno. I conti tornano, perché la parrocchia si estende per chilometri e chilometri e arriva a contare oltre 60mila abitanti sparsi nella savana. È in questo gioco di pieni e di vuoti che l’Africa si nasconde, difficile da capire in questa sua diversità. È il vuoto degli spazi aperti e delle distanze che rendono la vita difficile, spesso anche solo per trovare l’acqua necessaria per bere bisogna camminare per molti chilometri. Ed è il pieno, quello della solidarietà, che Africa Mission continua a costruire in Uganda.

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Quando il giovane parroco, stanco di non avere l’acqua per i suoi parrocchiani, chiede ad Africa Mission un pozzo, l’organizzazione piacentina risponde positivamente. “La mia parrocchia è in una zona molto povera di questa Diocesi” – ci dice don Paul – “Il problema più grande è quello dell’acqua, che non c’è. L’emergenza idrica non è finita. Quando piove tutti bevono dalle pozzanghere, ma l’acqua è malsana e le persone si ammalano. Ora con questo pozzo abbiamo acqua pulita. Ringraziamo Africa Mission Cooperazione e Sviluppo per questo regalo”. Ad inaugurare questo pozzo il Vescovo di Piacenza don Adriano Cevolotto, che insieme ai bambini del villaggio ha fatto festa per questa nuova possibilità di vita e di futuro.

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Ma la mancanza di acqua non è l’unico problema. Il percorso per conoscere i vari progetti di Africa Mission è proseguito con la visita ad un centro gestito dalle suore a cui Africa Mission sta dando supporto. Al suo interno sono ospitate 35 donne malate di Aids. Sono state formate al lavoro nell’orto. Attraverso la realizzazione di piccole coltivazioni e la vendita dei prodotti della terra, miele, patate, cipolle, oltre all’allevamento delle galline con le uova, queste donne possono alimentarsi correttamente, avere un reddito, risparmiare e investire denaro. Una parte del ricavato viene messo in comune e rimane a disposizione del gruppo, con un classico meccanismo di microcredito virtuoso. Si raggiungono in un colpo solo gli obiettivi di cura, salute e formazione così importanti per queste donne. Lavorare, per loro, è stato il modo migliore per togliersi dall’isolamento dovuto allo stigma dell’Aids.

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Al termine di una giornata intensa, abbiamo effettuato la visita a due pozzi importanti. Il primo, è dedicato ai genitori del parroco e volontario Don Sauro, scomparsi recentemente. Ad un emozionato e commosso don Sauro, dopo la benedizione del pozzo da parte del Vescovo Adriano, è stata regalato non solo la coperta tradizionale dei pastori seminomadi ma anche un nome Karimojon. Il secondo è quello di Prospero, che dal 2017 fornisce l’acqua a quei bambini di strada di Moroto che lui, bambino stracciato e scalzo della Borgotrebbia della guerra, ha subito riconosciuto e fotografato con sentimento e intensità nei suoi numerosi viaggi. (2- continua)

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