Dalla Regione 15 milioni per ristrutturare e riconvertire i vigneti

Nuova edizione 2023 del bando regionale per il rinnovo dei vigneti, strategia fondamentale per sostenere le imprese verso produzioni di qualità, in particolare per le varietà Doc e Igt e per una forte competitività delle aziende vitivinicole regionali. Con un finanziamento da oltre 15 milioni di euro, la Regione sostiene investimenti per l’innovazione tecnica e varietale. Le aree interessate toccano tutte le province, dalla pianura emiliana e romagnola fino alla costa e alla collina. Il bando, che rientra tra gli interventi finanziati dall’Ue sulla vitivinicoltura, concede contributi per l’estirpazione e il reimpianto di nuove varietà di uva da vino e per incentivare tecniche produttive innovative, all’insegna della meccanizzazione colturale e dell’installazione di impianti irrigui di ultima generazione.

“L’identità territoriale dei vini dell’Emilia-Romagna è cresciuta, assieme alla riorganizzazione della viticoltura regionale. Il bando che prende il via oggi – afferma l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi – è un’occasione per riconvertire i vecchi vigneti, sempre favorendo le produzioni di vini a Denominazione d’origine o a Indicazione geografica. Il nostro obiettivo è sostenere le imprese nella produzione e rafforzare l’offerta commerciale, adeguandola a un mercato sempre più orientato verso vini di qualità. L’obiettivo- chiude Mammi- è una produzione vitivinicola sostenibile, che valorizzi i vitigni di nuova introduzione in grado di resistere all’attacco dei patogeni e di adattarsi agli effetti dei cambiamenti climatici, e che abbatta i carichi energetici e chimici lungo tutta la filiera”. Dei circa 53mila ettari di vigneti in Emilia-Romagna, 51mila ettari hanno almeno un’indicazione geografica. 43mila e 400 sono i vigneti in cui si unisce la possibilità di avere un riconoscimento a indicazione geografica o denominazione d’origine; il 66% delle uve prodotte regione viene rivendicata per vini a Denominazione d’origine o a indicazione geografica.

IL BANDO – Gli aiuti per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti variano da 8mila a 8.500 euro all’ettaro a seconda che i nuovi impianti siano localizzati rispettivamente a nord o a sud dell’asse della via Emilia. A questa cifra vanno poi sommati un contributo extra di 900 euro l’ettaro per l’estirpazione del vecchio vigneto e ulteriori 3 mila euro, sempre per ettaro, per il mancato reddito durante il fermo produttivo per i lavori di rinnovo di vigneti. La superficie minima dell’intervento è fissata in 5 mila metri quadrati raggiunti anche sommando le superfici relative a più interventi. Potranno essere rendicontati non solo i costi sostenuti per eseguire l’intervento (acquisto pali, fili e barbatelle), ma anche le spese per i lavori in economia. Tra le novità del bando è stata prevista la possibilità di intervenire su vigneti esistenti di qualsiasi età (a eccezione del sovrainnesto portato a 25 anni di età), l’aumento del contributo per il mancato reddito da 2 a 3mila euro per ettaro e più tempo a disposizione per i viticoltori per completare i lavori: prima scadenza al 10 giugno 2024 oppure 10 giugno 2025 per coloro che presentano un progetto biennale. Le domande vanno presentate online entro le ore 13 del 31 marzo 2023 sulla piattaforma di Agrea, direttamente dagli imprenditori agricoli oppure attraverso i Centri di assistenza agricola (Caa).

Sono ammessi al finanziamento gli interventi di riconversione varietale con viti ritenute di maggior pregio enologico o commerciale o la ristrutturazione, che prevede di mantenere la medesima varietà del vigneto, con il reimpianto in una posizione più favorevole dal punto di vista agronomico, o con modifiche alla forma di allevamento per garantire un’elevata meccanizzazione della raccolta. Sarà possibile anche intervenire su vigneti esistenti modificando il vitigno (sovrainnesto) se hanno meno di 25 anni di età. Inoltre, indipendentemente dall’età del vigneto esistente, sarà possibile modificare la forma di allevamento e installare un impianto irriguo, se la Commissione Ue darà parere positivo. Gli imprenditori potranno scegliere se completare gli interventi entro il 10 giugno 2024, con il contributo erogato totalmente a saldo, oppure entro il10 giugno 2025. In questo secondo caso le aziende avranno un contributo dell’80% come anticipo entro il 15 ottobre 2024 e un saldo al termine dei lavori l’anno successivo.
Sull’ultimo bando per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti, valido per la campagna 2021-2022, sono state presentate 865 domande, con un contributo complessivo richiesto di 12 milioni 382 mila, per il rinnovo di oltre 1.340 ettari di vigne, su una superficie complessiva di circa 53 mila ettari coltivati a vite in Emilia-Romagna. Tutte le domande di aiuto sono state ammesse ai contributi. Questo è il primo bando che si apre per gli interventi settoriali del vino nell’ambito del Piano Strategico della Pac 2023 – 2027 approvato lo scorso 2 dicembre dalla Ue. L’intervento settoriale della ristrutturazione e riconversione vigneto verrà riproposto ogni anno con scadenza dall’anno prossima già fissata al 28 febbraio di ogni anno fino al 2027.

IL VIGNETO IN EMILIA ROMAGNA – Dei circa 53mila ettari di vigneti in Emilia-Romagna, 51mila ettari hanno almeno un’indicazione geografica. 43mila e 400 sono vigneti in cui si unisce la possibilità di avere un riconoscimento a indicazione geografica o denominazione d’origine (il 66% delle uve prodotte in regione). Ravenna ha il primato di superficie vitata con il 31% dell’estensione del vigneto emiliano-romagnolo, seguono Reggio Emilia e Modena con il 16% ciascuna, poi Bologna e Forlì-Cesena (11%), Piacenza (10%), Rimini (3%) e infine Parma e Ferrara (1%). Il vitigno più diffuso in Emilia-Romagna è il Trebbiano romagnolo, coltivato sul 29% delle nostre superfici vitate, e che, da solo, è coltivato su circa il doppio della superficie del secondo vitigno, il Sangiovese (12%). Seguono poi Ancellotta (10%), Lambrusco Salamino (9%), Pignoletto (5%), Lambrusco Grasparossa (4%), Barbera e Lambrusco di Sorbara (3%), Croatina e Merlot (2%).

Negli ultimi 10 anni si è registrato un aumento di superficie vitata di circa 1.800 ettari, segnale dell’interesse e dell’importanza economica della viticoltura in regione. A fronte di questi aumenti è diminuito il numero delle aziende, oggi a quota 16.342, spesso con superfici complessivamente più ampie, a seguito di ristrutturazioni aziendali per fronteggiare meglio il mercato e l’export. La maggior parte dei vitigni regionali è giovane, il 61% della superficie vitata infatti (equivalente a 32.842 ettari) è stata impiantata dopo il 2002, e il 31,8% ha meno di 10 anni. Il dato conferma una viticoltura regionale attiva e dinamica, che punta sul rinnovo degli impianti per mantenere un alto livello di produttività, migliorando la qualità e la competitività delle imprese viticole.

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