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Facciamo uno Splash nel pagellone semiserio del Festival di Sanremo

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IL PAGELLONE SEMISERIO DI SANREMO 2023 – Marco Mengoni, con il brano “Due Vite”, si è aggiudicato la 73esima edizione del Festival di Sanremo; al secondo posto Lazza, terzo Mr.Rain, quarto Ultimo, quinto Tananai. Questa la classifica finale: ma quale cantante si sarà guadagnato la clemenza del nostro critico musicale Country Joe? Per saperlo bisogna scorrere fino in fondo il pagellone dell’edizione 2023 del Festival di Sanremo che parte qui sotto.

IL PAGELLONE

LDA – “Se poi domani”: 4
Sarà già il caso di dire “tale il padre, tale il figlio”?

PAOLA E CHIARA – “Furore”: 4
Gli eredi di John Steinbeck hanno sporto regolare denuncia.

WILL – “Stupido”: 4
Esce malconcio dal confronto con Zarrillo (sul web spopolano i meme presi da “Up”: sono davvero uguali!), ma prima non stava tanto meglio.

MODA’ – “Lasciami”: 4,5
Pura coreografia.

Mr. RAIN – “Supereroi”: 4,5
L’angioletto sulla spalla sinistra ci sussurra in un orecchio: “Che carino, con quei bimbi seduti sulla scalinata dell’Ariston. Hai visto? Si tenevano la mano”. Il diavoletto sulla spalla destra ribatte: “Che ca**o dici? È più paraculo di Povia!”. È notte e dobbiamo chiudere il pagellone; mentre battiamo sulla tastiera l’angioletto dorme beato, e quel piccolo satanasso è lì che ci osserva maligno…

OLLY – “Polvere”: 4/5
Proprio nel momento in cui iniziavamo ad apprezzare i loop della sua “Polvere” (tutti gli anni c’è il pezzo alla Coldplay: è come una tassa) si affossa con le sue mani riportando sul palco la Cuccarini.

ANNA OXA – “Sali (Canto dell’anima)”: 5
Il testo della sua canzone sembra scritto dai Sigur Ros. Il pubblico da casa non capisce nemmeno una parola e la cosa inevitabilmente suscita un po’ di ilarità, ma lei – piuttosto nervosa, a dire il vero – se la prende male. Veste di stracci, restando tuttavia elegante; litiga con Madame. Insomma, non passa certo inosservata.

SETHU – “Cause perse”: 5
Domina il Fantasanremo – sempre grazie, Sethu – ma quando c’è da votare non se lo fila nessuno, anche se si risolleva un poco (poco) con la cover di “Charlie fa surf” dei Baustelle. Magari l’ultimo posto gli porta fortuna, come a Tananai l’anno passato.

SHARI – “Egoista”: 5
Paga più di altri l’emozione, barcollando pericolosamente sul palco con dei tacchi che probabilmente non sa portare. Malino anche il duetto con Salmo, siamo sinceri.

ULTIMO – “Alba”: 5
Tutte le canzoni tristi di Ultimo si assomigliano tra loro, citando il poeta e il suo celebre incipit. Parte al pianoforte e sale progressivamente in crescendo sino all’apoteosi: è tutto così prevedibile. Tuttavia si gioca con Mengoni la vittoria finale, e il televoto potrebbe premiarlo: un fenomeno che a noi appare del tutto incomprensibile. Con Ramazzotti è solo karaoke.

ARTICOLO 31 – “Un bel viaggio”: 5,5
Andare a Sanremo per dire davanti a venti milioni di spettatori “siamo stati due coglioni” non è da tutti, gliene va dato atto. Ma il pezzo è troppo scontato, con un ritornello che sembra rubato a Max Pezzali. Gran caciara con Fedez al venerdì sera, con tanto di appello alla liberalizzazione della cannabis.

LEO GASSMAN – “Terzo cuore”: 5,5
La sua canzone non è certamente tra le più brutte, e lui cresce sera dopo sera. Fa il valletto a Bennato.

LEVANTE – “Vivo”: 5,5
Niente, la canzone non ci entra in testa. Non la capiamo: forse siamo noi. La delusione più grande.

COLLA ZIO – “Non mi va”: 5/6
“Ci sono quelli che puliscono i cessi” è un incipit da dimenticare. Dovrebbero essere quelli divertenti, tra Pinguini Tattici e Stato Sociale (e infatti vincono il premio Jannacci), ma alla fine a divertirsi sono soprattutto loro.

CUGINI DI CAMPAGNA – “Lettera 22”: 6
La strofa in falsetto è davvero stucchevole, e lo stesso può dirsi del loro campionario arruffato del vintage style: non sai mai se ci sono o ci fanno, forse un po’ ci sono e un po’ ci fanno. Ma La Rappresentante di Lista regala loro un gran ritornello appoggiato su un bel tappeto di archi e tastiere, che ha tutto per diventare un tormentone estivo.

GIORGIA – “Parole dette male”: 6
Martedì parte male: poca voce, molta emozione. Molto meglio la terza serata, ma lei ha grande mestiere. Però “Parole dette male” non sembra essere una canzone all’altezza delle aspettative suscitate da un ritorno aspettato oltre vent’anni. Emozionante il suo incontro con Elisa (solo quarte, che assurdità).

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