“Valorizzazione del personale e garanzia della sicurezza nella Sanità” I sindacati dall’assessore Donini

“Grande preoccupazione per la situazione della sanità in Emilia-Romagna, serve il personale per garantire la qualità dei servizi e i diritti dei dipendenti”. Preoccupazione che nasce dalle “mancate risposte alle nostre istanze per il riconoscimento delle risorse necessarie alla valorizzazione del personale e soprattutto rispetto alla garanzia della sicurezza e della qualità dei servizi del nostro Servizio sanitario regionale e dei diritti contrattuali dei dipendenti”. A esprimerla sono i segretari regionali generali Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, Mauro Puglia, Sonia Uccellatori e Paolo Palmarini, che saranno ricevuti martedì 7 marzo dall’assessore regionale alle Politiche per la Salute Raffaele Donini.

LA NOTA STAMPA – Sicurezza, qualità e diritti devono necessariamente prevedere, tra le priorità, la completa sostituzione del personale cessato per pensionamento o per dimissioni volontarie, le stabilizzazioni di tutti coloro che ne hanno i requisiti e i rinnovi dei contratti a tempo determinato. Al contrario, da mesi, nelle aziende sanitarie queste necessità non vengono garantite per produrre risparmi di bilancio su indicazione della Regione. Oggi sulla sanità bisogna investire, anche con nuovi modelli organizzativi ma non tagliare sul personale.

Ferie accumulate insieme a migliaia di ore di straordinario, che rimangono patrimonio inalienabile dei dipendenti, impossibili da pagare e da recuperare fanno, infatti, il paio con tempi di attesa per le prestazioni specialistiche ambulatoriali e chirurgiche in aumento e tempi di permanenza nei pronto soccorso ormai diventati inaccettabili. Viene spesso sbandierato da parte dell’assessorato alla Sanità il saldo del personale assunto dal 2018 ad oggi, pari a +7.300, ma la vera considerazione da fare è che se per 15 anni si è tagliato sulle assunzioni, in realtà chi è stato stabilizzato o assunto, viene impiegato per lo più a “rattoppare gli organici” e a ristabilire quella presenza di personale per garantire l’assistenza di qualità vanto…della nostra Regione. Assunzioni che sono state necessarie anche per garantire gli organici “integrativi” (che per i non addetti ai lavori sono coloro che sostituiscono malattie, ferie, permessi a vario titolo) che purtroppo oggi sono all’osso, o addirittura assenti; ad esempio nel 70% dei casi, le lunghe assenze, come le maternità o le malattie di lungo periodo, non vengono sostituite.

Altro dato da evidenziare è che, per mettere in pratica quanto previsto per la riorganizzazione della sanità territoriale, da decreto ministeriale 77/2022, si dovranno assumere nella nostra Regione dai 1.500 ai 2.300 infermieri di comunità, per le centrali operative territoriali 270 infermieri e circa 67 altre figure tra personale sanitario/amministrativo, per gli ospedali di comunità circa 639 infermieri, 426 operatori socio sanitari, 142 fisioterapisti, e infine almeno 800 infermieri e 600 operatori socio sanitari, oltre che psicologi e altre professionalità per trasformare le Case della Salute in Case di comunità. Quindi, se servono più persone, è lecito chiedersi per quale motivo la Regione stia bloccando il turn over. Non si potrà certo pensare di garantire servizi aggiuntivi e funzionalità di strutture finanziate dal Pnrr riducendo gli organici, sapendo che chi prende in carico e cura le persone non sono i muri ma il personale.

Dopo diversi solleciti, finalmente, come Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl siamo stati convocati martedì 7 marzo dall’assessore Raffaele Donini, ma in vista di quella data, proprio perché non accetteremo ancora risposte prive di contenuti reali e fattivi, abbiamo deciso di riprendere un percorso vertenziale unitario e condiviso tra livelli territoriali e regionali proprio per evidenziare quanto per noi, e soprattutto per le donne e gli uomini che rappresentiamo, quell’incontro sia determinante. Una mobilitazione che ci vedrà coinvolti a livello territoriale nelle aziende sanitarie: venerdì 3 marzo con la distribuzione di materiale che spieghi la grave situazione che si sta delineando, martedì 7 marzo con lo svolgimento di presidi di protesta, concludendosi poi con una conferenza stampa regionale mercoledì 8 marzo, nella quale daremo le risultanze dell’incontro che si sarà svolto in assessorato, e delle decisioni scaturite in merito, e lo diciamo sin d’ora: senza risposte vere valuteremo come proseguire la nostra mobilitazione.

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