Addio a Giampiero Sorrentino, “sbirro vero”

Nella mattinata di giovedì 23 marzo è venuto a mancare l’ispettore capo Giampiero Sorrentino, poliziotto inflessibile ma dal cuore d’oro. Originario della provincia di Salerno, Sorrentino era entrato in polizia nel 1981 e aveva iniziato la sua carriera a Bergamo in occasione dei processi ai terroristi. L’anno seguente è stato trasferito a Piacenza ed era entrato a far parte della Squadra Volanti e poi in Questura a Piacenza fino al momento della pensione nel 2021.

In tanti lo ricordano come un investigatore dal fiuto infallibile, persona carismatica ed empatica: si è sempre dimostrato un leader riuscendo a guadagnarsi il rispetto dei suoi colleghi, dei suoi superiori e persino dei criminali. Nella sua lunga carriera nella Polizia di Stato, l’ispettore capo Giampiero Sorrentino ha ricevuto diversi encomi ed elogi, in particolare per un episodio avvenuto il 5 novembre 1988. In quell’occasione, dopo una colluttazione nel quale era rimasto lievemente ferito, era riuscito a disarmare e ad assicurare alla giustizia un uomo che, in preda ad un raptus di follia, aveva sparato con la pistola all’interno di un’ala dell’Ospedale di Piacenza. Tanti i colleghi che oggi lo piangono e lo ricordano come uno “sbirro vero”, che a loro ha insegnato molto, perché amava con tutto il suo cuore quella divisa e pretendeva che chiunque la indossasse le rendesse onore.

Chi volesse porgergli un ultimo saluto potrà farlo fino alle ore 14 di sabato 25 marzo alla camera mortuaria di San Nicolò, presso il piazzale Cimitero.

Il ricordo di Sandro Chiaravalloti del sindacato Siap Emilia Romagna – “Ci ha lasciati il primo poliziotto di prossimità. L’ispettore Giampiero Sorrentino, lo possiamo dire senza temere smentite, ha lasciato un segno indelebile alla città di Piacenza. Era innamorato del suo lavoro, dava oltre quelli che erano i compiti istituzionali. Quando fui trasferito a Piacenza, nel lontano 1986, feci il primo turno di volante con lui. Il mio primo intervento nella centrale Enel dove un uomo si era intrufolato nei sotterranei. Lo ricordo ancora. A nome mio personale e di tutto il Siap Emilia Romagna, porgo sentite condoglianze ai parenti del nostro Giampiero”.

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