“I social non sono cattivi, ma vanno usati bene” Arriva a Piacenza la campagna della polizia

La Polizia di Stato in campo al fianco della scuola per contrastare l’uso sbagliato dei social, e “per fare in modo che il fenomeno del cyberbullismo e di tutte le varie forme di prevaricazione connesse ad un uso distorto delle tecnologie, non faccia più vittime”. E’ arrivato in piazza Cavalli a Piacenza il truck di “Una vita da social”, la campagna educativa itinerante della Polizia di Stato che incontra giovani e studenti in 67 città. La tappa locale del tour sul territorio nazionale dedicato ai temi dei social network e del cyberbullismo ha visto la presenza di tutte le istituzioni, dal sindaco Katia Tarasconi al prefetto Daniela Lupo, il questore Ivo Morelli e il comandante provinciale dell’Arma Pierantonio Breda, accanto agli operatori della polizia postale.

Una vita da social polizia

“Le iniziative come quella di oggi – le parole di Alessandra Belardini, dirigente del centro operativo della sicurezza cibernetica regionale – sono delle best practices che devono essere messe a fattor comune con tutte le istituzioni presenti sul territorio ma soprattutto con tutte le associazioni che vogliono ‘salire a bordo’ con noi. Una vita da social è una campagna promozionale che serve a far capire ai ragazzi che le cose succedono veramente e che la condivisione sfrenata senza un minimo di riflessione su quello che si pubblica sui social – le foto, i video, le esperienze private anche sessuali – possa portare a delle gravi conseguenze. La rete, per loro, è una grandissima opportunità ma non restituisce loro quello che inavvertitamente le diamo”.

Una vita da social polizia

“Dal 2020 al 2022 l’emergenza pandemiologica ha creato parecchi problemi, – ha proseguito – i reati informatici e quindi anche i problemi legati a un cattivo uso dei social sono aumentati del 98%. Nel 2023, siccome finalmente si è tornati alla vita normale e quindi i ragazzi si sono confrontati non soltanto con le lezioni online ma anche con la frequentazione in classe, i reati sono un pochino diminuiti ma il trend rimane preoccupante. Non perché sia peggiorata la qualità delle conversazioni sulla rete, ma perché oggi l’uso è moltiplicato: Instagram, Facebook, TikTok creano in realtà delle illusioni che poi nella vita reale vengono smontate dal fatto che a 13, 14, 15 o 16 anni non si abbia la consapevolezza certa del grande problema; e poi c’è stato un abbassamento della fruibilità della rete, oggi bambini di 10 o 11 anni si trovano a navigare da soli, a 8 anni si regalano smartphone di ultima generazione e i genitori che sono sempre più disarmati di fronte alla velocità della rete non riescono a stare sul pezzo. Per questo noi della polizia postale delle comunicazione, unitamente alla Questura e all’Ufficio scolastico provinciale e regionale cerchiamo di fare il punto e di darci delle regole comuni. Tramite il sito commissariatodips.it è possibile trovare diversi consigli utili”.

Una vita da social polizia

“Oggi è una bellissima giornata – ha detto il questore Ivo Morelli – perchè stiamo incontrando i ragazzi cercando di far capire loro che il futuro è oggi con l’utilizzo dei social, vogliamo spiegare l’importanza di utilizzarli con intelligenza. Vorremmo che loro da internauti si interfacciassero col mondo dell’etere in maniera intelligente, perchè sono strumenti in grado di aprire un milione di porte anche per il futuro. Purtroppo non si è sempre consci delle conseguenze che porta l’errore nell’uso dei social, per questo dobbiamo riuscire a migliorare con loro questi aspetti”. “A Piacenza il trend legato alle problematiche per una cattiva navigazione sui social – è stato specificato dalla dotterssa Belardini – si attesta sul più 20 per cento, ma c’è stato un aumento costante su tutto il territorio nazionale. Ci preoccupano altre criticità legate al mondo degli adulti, quindi al trading online, al romantic scam (le truffe sentimentali sul web ndr) e alle sex estortion (ricatti di carattere sessuale). I ragazzi soprattutto in questa città sono molto attenti e l’ufficio scolastico provinciale è sempre al nostro fianco quando andiamo periodicamente nelle scuole. La nostra presenza nelle classi è aumentata del 40 per cento, perchè è fondamentale confrontarci con le tematiche quotidiane dei ragazzi”.

Una vita da social polizia

Prosegue in presenza a Piacenza la più importante e imponente campagna educativa itinerante realizzata dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione e prevenzione dei rischi e pericoli della Rete per i minori, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione nell’ambito del progetto Generazioni Connesse. Un progetto al passo con i tempi delle nuove generazioni che, nel corso delle precedenti edizioni, ha raccolto un grande consenso: gli operatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni hanno incontrato nell’ultimo anno oltre 405.000 alunni sia nelle piazze che nelle scuole, 21145 genitori, 26522 insegnanti per un totale di oltre 2800 Istituti scolastici e in più di 250 città sul territorio, hanno organizzato 190 eventi e seminari per oltre 18.000 partecipanti , una pagina facebook con 150.000 like e 12 milioni di utenti mensili sui temi della sicurezza online.

L’obiettivo dell’iniziativa, infatti, è quello di prevenire episodi di violenza, vessazione, diffamazione, molestie online, attraverso un’opera di responsabilizzazione in merito all’uso della “parola”. Gli studenti attraverso il diario di bordo https://www.facebook.com/unavitadasocial/ potranno lanciare il loro messaggio positivo contro il cyberbullismo. Da Sanremo a Firenze, attraversando lo stivale con un truck allestito con un’aula didattica multimediale, gli operatori della Polizia Postale incontrano studenti, genitori e insegnanti sui temi della sicurezza online con un linguaggio semplice, ma esplicito adatto a tutte le fasce di età.

Capire i ragazzi oggi non è sempre per gli adulti compito agevole, soprattutto quando si tratta di comprenderne i bisogni, i modelli di riferimento, gli schemi cognitivi inerenti i diversi gruppi di riferimento che compongono il variegato universo giovanile. Giovani che sempre più spesso restano “contagiati” da modelli sociali trasgressivi completamente sconosciuti ai genitori. Sempre più sono i giovanissimi a rischio solitudine che per ore su Internet incontrano altri internauti altrettanto solitari che, a volte, sono già stati contagiati dai “pericoli del web”. Il fascino della rete e la sottile suggestione del messaggio virtuale, cosi come l’idea di sentirsi “anonimi”, nonché il senso di deresponsabilizzazione rispetto ai comportamenti tenuti online, stanno dilagando così da determinare serie preoccupazioni in coloro che ancora credono in valori fino a ieri condivisi. Per fare della Rete un luogo più sicuro occorre continuare a diffondere una cultura della sicurezza online in modo da offrire agli studenti occasioni di riflessione ed educazione per un uso consapevole degli strumenti digitali.

I social network, infatti, sono ormai uno strumento di comunicazione del tutto integrato nella quotidianità dei teenager.
Dai dati in nostro possesso e dagli incontri nelle scuole di ogni ordine e grado, si evince l’importanza delle attività di prevenzione: il cyberbullismo è un fenomeno che deve essere affrontato con una pluralità di interventi da parte di diversi organi istituzionali e la scuola ha trovato nella Polizia Postale e delle Comunicazioni un partner privilegiato con cui confrontarsi, coordinarsi ed affrontare le problematiche educative dei giovani in un’ottica multidisciplinare.

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