San Nicolò, ecco come sarà la casa della comunità: 4 milioni di investimento, pronta nel 2026

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Nuova casa della comunità di San Nicolò, presentato il progetto e l’iter di costruzione. La struttura sanitaria sorgerà nell’area destinata – oltre 10 anni fa – ad ospitare la nuova chiesa della frazione di Rottofreno, in via Alicata. Come ha ricordato il sindaco Paola Galvani, questo progetto è stato iniziato dall’amministrazione precedente, guidata da Raffaele Veneziani. La superficie, di 1600 metri quadrati, è il doppio di quella prevista per strutture di questo tipo; la struttura sanitaria sarà infatti a servizio non solo del Comune di Rottofreno, ma anche di paesi limitrofi. Confermato – dopo non poche insistenze, come ha ricordato sempre Galvani – l’investimento economico per la sua realizzazione: circa 4 milioni di euro, grazie a fondi del Pnrr.

Nuova casa della comunità di San Nicolò

L’edificio, posto su due piani, ospiterà la medicina di gruppo, un punto prelievi e vaccinazioni, oltre ad altri servizi di prossimità: centro disturbi cognitivi, l’assistenza domiciliare, la neuropsichiatra infantile, pediatria di comunità, consultorio familiare, il centro di salute mentale, la psicologia di comunità, il servizio sociale. Massima attenzione anche all’ambiente, con pannelli solari per ridurre i consumi. Il progetto definitivo, ha anticipato Luigi Gruppi, direttore Nuove costruzioni e patrimonio immobiliare, sarà pronto in queste settimane per poter consegnare i lavori in aprile. Essendo un’opera finanziata con fondi Pnrr, dovrà essere conclusa entro il 2025, e l’inaugurazione è prevista per la primavera del 2026.

Nuova casa della comunità di San Nicolò

“L’Ausl ha ascoltato le nostre richieste – ha sottolineato il sindaco Galvani -. Questo progetto non deve essere una scatola vuota, ma un luogo in grado di garantire la salute dei cittadini con un presidio di maggiore prossimità rispetto all’ospedale, a misura della comunità locale. La medicina di gruppo, avviata qualche anno fa, non aveva visto l’adesione di molti medici, adesso questa tendenza è cambiata. Spero che ora prevalga lo spirito di squadra, per far fronte alle esigenze dei cittadini. Ci è stato detto che la nostra casa della comunità sarà un primo esperimento, per le funzioni essenziali che accessorie. Ci sarà spazio per la cura delle patologie croniche, è un servizio ormai fondamentale”.

Per l’assessore Elena Veneziani “è la continuazione di un progetto molto importante, il Covid ci ha insegnato l’importanza di avere servizi sul territorio”. “L’ngegnere Gruppi è uno dei protagonisti di questo risultato – ha sottolineato Giuseppe Magistrali, direttore Distretto Ponente -. Si tratta di progetto che non è solo di muri, ma di innovazione fortissima”. “Non è casuale il cambio di nome, da casa della salute a casa della comunità – ha fatto notare Gabriella Di Girolamo, direttore Organizzazione territoriale -. Deve essere una struttura riconoscibile e di facile accesso, essere aperti alla comunità vuol dire rispondere a criteri di uguaglianza e equità”.

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