“A Rivergaro i campi di mais devastati dai cinghiali” L’allarme Coldiretti

“Hanno devastato tutti i 17 ettari che avevo seminato a mais”. E’ l’amara considerazione di Stefano Rebecchi, che lamenta danni per diverse migliaia di euro causati dai cinghiali, circa una ventina di esemplari, che da giorni insistono sui suoi campi a Roveleto Landi, nei pressi di Rivergaro e Niviano. “Faccio l’agricoltore da una vita – racconta – non avevo mai visto nulla di simile, qui i campi confinano con le abitazioni, non avevamo mai avuto il problema dei cinghiali. Ora la situazione è insostenibile e va a sommarsi a problemi quali i costi di produzione alle stelle e la siccità. Eventuali indennizzi coprono solo in minima parte l’entità del danno. Bisogna intervenire – afferma – non solo per tutelare i raccolti, frutto di grandi sacrifici, ma anche per l’incolumità pubblica e la sicurezza stradale. I cinghiali, come purtroppo già successo, possono provocare incidenti gravi, anche mortali”.

cinghiali nei campi

A sottolineare la gravità dell’accaduto è anche il referente dei danni provocati dai selvatici Adriano Fortinelli di Coldiretti Piacenza, che sottolinea i problemi sanitari legati al proliferare dei cinghiali, con i pericoli di diffusione di Peste Suina Africana “Non è più rinviabile il piano nazionale per la gestione delle specie selvatiche – afferma il direttore di Coldiretti Piacenza Roberto Gallizioli -. La situazione è fuori controllo ed ora è necessario proteggere i cittadini ma anche salvare le migliaia di animali allevati uccisi lungo tutta la Penisola dove la presenza del lupo si è moltiplicata negli ultimi anni con il ripetersi di stragi negli allevamenti anche nel Piacentino che hanno costretto alla chiusura delle attività e all’abbandono della montagna. Senza dimenticare – prosegue – che l’Italia è invasa da 2,3 milioni di cinghiali nelle città e nelle campagne dove è necessario intervenire urgentemente per difendere la sicurezza delle persone (tragici incidenti sono avvenuti anche nel Piacentino) e le produzioni agricole”.

“Il rischio vero – denuncia – è la scomparsa della presenza dell’uomo delle montagne e delle aree interne per l’abbandono di migliaia di famiglie ma anche di tanti giovani che faticosamente sono tornati nelle campagne. Serve responsabilità nella difesa degli agricoltori e degli allevatori che con coraggio continuano a presidiare i territori, a produrre eccellenze e a garantire la bellezza del paesaggio”.

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