Il clima di Piacenza: due secoli di cronache e dati dall’Osservatorio Alberoni

Sarà presentato sabato prossimo 29 aprile, alle ore 11, alla Sala degli Arazzi della Galleria Alberoni “Il clima di Piacenza, due secoli di cronache e dati dall’osservatorio Alberoni”, l’atteso volume dedicato alla storia del clima piacentino che lo staff scientifico della Società Meteorologica Italiana, presieduta da Luca Mercalli, ha redatto in collaborazione con Opera Pia Alberoni, a partire dalla digitalizzazione di tutti i dati meteo registrati, raccolti e custoditi dall’Osservatorio Meteorologico del Collegio Alberoni, del quale Luca Mercalli è responsabile scientifico. (L’ingresso in Sala Arazzi è libero e gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili)

Il volume, firmato da Maurizio Ratti, climatologo con una quarantennale esperienza nel rilevamento e nell’analisi dei dati meteorologici e responsabile dell’Osservatorio meteo di Pontremoli, entra a far parte della collana “Memorie dell’atmosfera”, curata dallo stesso Mercalli, che del volume firma la presentazione, e costituisce una vera e propria storia del clima della città di Piacenza e dei suoi cambiamenti, letta e ricostruita attraverso il ricchissimo archivio alberoniano: oltre duecento anni di osservazioni iniziate nel 1802 e diventate continuative nel 1871. Si tratta pertanto di un progetto editoriale particolarmente significativo, in un momento nel quale l’attenzione ai cambiamenti climatici è in continua crescita.

Il volume conta oltre 300 pagine ed è illustrato da una ricchissima sezione fotografica che annovera una selezione di scatti di eventi atmosferici piacentini tratti dai più importanti archivi fotografici, (Archivio storico foto Croce, archivio Cravedi Produzioni Immagini, archivio fotografico del Collegio Alberoni, e altri), ma è arricchito anche da fotografie messe a disposizione dagli stessi cittadini di Piacenza che hanno voluto partecipare a questo progetto editoriale rispondendo all’appello, intitolato Il clima di Piacenza in uno scatto, lanciato alcuni mesi fa da Opera Pia e Società Meteorologica Italiana. Notevole l’apporto in immagini dato dal vincenziano padre Alberto Quagliaroli, fotografo di spiccata sensibilità che ha ritratto negli anni il “suo Collegio”, in ogni stagione, in ogni momento della giornata e con ogni condizione climatica.

nevicata piacenza

Una storica nevicata in copertina, in una foto storica di Prospero Cravedi – Molto suggestiva la copertina per la quale è stato scelto uno scatto in bianco nero di Prospero Cravedi, uno dei più importanti fotografi piacentini, scomparso nel 2015, che ha immortalato Piazza dei Cavalli durante la grande nevicata del 10-11 febbraio 1978.

Il Consorzio Rilegno, ente finanziatore della stampa del volume – Il consorzio ambientale Rilegno, che si occupa della raccolta e del riciclo degli imballaggi in legno in Italia, ha voluto sostenere il progetto di ricerca per il monitoraggio meteo-climatico a lungo termine che si basa sui dati dello storico osservatorio del Collegio Alberoni di Piacenza, coordinato dalla Società Meteorologica Italiana, finanziando la stampa del volume. I valori legati alla sostenibilità fanno parte da sempre del DNA di Rilegno, che sarà presente con il presidente alla presentazione del libro.

La presentazione del volume, sabato 29 aprile alle ore 11, sarà affidata a un convegno aperto, introdotto e moderato da Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana, volto noto della televisione e uno dei massimi esperti italiani del clima che cambia, tema che lo vede da anni impegnato in prima linea nel segnalare i gravi rischi che corre il nostro pianeta e nell’illustrare e suggerire modi, forme e scelte di sostenibilità ambientale, praticandole in prima persona. Con lui interverranno Giorgio Braghieri, presidente Opera Pia Alberoni, Nicola Semeraro, Presidente Rilegno, Maurizio Ratti, Società Meteorologica Italiana (SMI), autore del libro, Maurizio Maugeri, Università degli Studi di Milano e Luigi Iafrate, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA-AC, Roma)

Se Giorgio Braghieri ripercorrerà la storia e i più recenti anni di rilancio dell’attività dell’Osservatorio e Nicola Semeraro illustrerà i motivi che hanno spinto a finanziare la stampa del volume, il climatologo Maurizio Ratti attraverserà i contenuti dei vari capitoli che compongono il volume, mentre Maurizio Maugeri si concentrerà sulla situazione e le prospettive degli osservatori italiani e il recupero delle serie storiche. L’intervento di Luigi Iafrate verterà infine sulla conservazione del patrimonio italiano di dati meteorologici storici.

Il volume che, come scrive Giorgio Braghieri nella prefazione, permette più livelli di lettura, “uno studio approfondito, una consultazione parziale o anche solo dedicata alla ricca documentazione fotografica” potrà essere acquistato presso la Sala degli Arazzi, sabato 29 aprile, giorno della presentazione ufficiale, e nei giorni di apertura della Galleria.

Domenica 30 aprile, il giorno seguente la presentazione dell’importante volume dedicato alla storia del clima di Piacenza, la Galleria Alberoni propone una visita guidata speciale (replicata tre volte) intitolata Quando la terra trema, la pioggia cade dal cielo e le stelle brillano. Si tratta di un itinerario speciale che condurrà alla scoperta della storia e dell’attualità degli osservatori meteo e sismico alberoniani, attualmente funzionanti, e di quello astronomico attualmente non attivo. Le partenze sono dalla Galleria Alberoni alle ore 15, alle ore 16.15 e alle ore 17.30.

Il clima di Piacenza, il libro – Presso il Collegio Alberoni, istituto per la formazione del clero sorto a metà del XVIII secolo al limite sud-orientale della città, Piacenza vanta un osservatorio meteorologico tra i più antichi d’Italia. Fondato già nel 1802 e sede di misure continuative dal 1871, è stato nominato di recente Centennial Observing Station dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO). Il programma di recupero, digitalizzazione ed elaborazione di un secolo e mezzo di dati (pari a circa 1,4 milioni di valori), avviato nel 2019 in base agli accordi fra l’Opera Pia Alberoni e la Società Meteorologica Italiana, consente oggi di descrivere in dettaglio il clima locale e i suoi cambiamenti: la temperatura in aumento, la neve e la nebbia meno frequenti, le precipitazioni ora copiose ora scarse e le conseguenti piene e magre del Po, il soleggiamento, la pressione atmosferica e il regime dei venti.

Le alterne vicende meteo-climatiche e le antiche cronache che raccontano di eventi precedenti le osservazioni strumentali sono contenute nel volume che vede la luce, riccamente illustrato e completo di grafici e tabelle che conducono il lettore in viaggio fra le atmosfere piacentine. Presentandone la figura umana e l’attività svolta, il libro vuole essere anche un tributo a coloro che si sono succeduti, con dedizione e per così lungo tempo, nell’incarico della rilevazione dei dati meteorologici e nello studio del clima locale, nonché una solida base per chi, in futuro, vorrà proseguire sulle loro orme.

Maurizio Ratti, l’autore – Maurizio Ratti (La Spezia, 1964), è climatologo con una quarantennale esperienza nel rilevamento e nell’analisi dei dati meteorologici. Ha condotto misure personali fin dal 1981 e, dal 2003, è responsabile dell’osservatorio di Pontremoli, in alta Lunigiana, dove risiede dal 1975. Cura la rubrica meteo del Corriere Apuano dal 1986 insieme all’amico Mauro Olivieri, coautore del capitolo 3° del presente volume.
Socio SMI dal 1993, collabora alla redazione della rivista Nimbus e fa parte del direttivo dell’associazione come consigliere. È del 1995 un suo fascicolo, pubblicato dall’Amministrazione Provinciale di Massa – Carrara, che raccoglie le osservazioni del periodo 1989-94. Per l’associazione culturale “Manfredo Giuliani”, nel 1996, ha presentato una memoria dal titolo Meteore e clima nella Pontremoli dell’Ottocento.

Ha partecipato alla realizzazione dell’Atlante Climatico della Valle d’Aosta (2003) e al recupero e alla pubblicazione della serie storica di Vercelli (2004). Del 2010, inoltre, è il suo volume Atlante Climatico della Provincia di Massa – Carrara. È socio della Deputazione di Storia Patria per le Province Parmensi – sezione di Pontremoli, per la quale ha redatto due memorie di argomento meteo-climatico: Appunti per una storia climatica della Lunigiana durante la piccola età glaciale: dalle testimonianze di Da Faie ai primi dati strumentali di Marsili (XV-XIX sec) (2012) e Tentativi di corrispondenza e osservazioni meteorologiche ai tempi della Lunigiana Parmense: Colla, Giuliani e Marsili, 1849-56 (2022).

Luca Mercalli

Luca Mercalli a Piacenza – L’evento di presentazione del libro dedicato alla storia del clima di Piacenza sarà moderato e introdotto da Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana, volto noto della televisione e uno dei massimi esperti italiani del clima che cambia nonché responsabile scientifico dell’Osservatorio meteo del Collegio Alberoni, che torna a Piacenza proprio per la presentazione di un libro la cui ideazione, progettazione e preparazione ha avuto inizio con l’assunzione della cura scientifica dell’osservatorio meteo alberoniano da parte della Società Meteorologica Italiana.

Luca Mercalli (Torino, 1966), climatologo, master in scienze della montagna all’Université de Savoie-Mont-Blanc, direttore della rivista Nimbus, presiede la Società Meteorologica Italiana, associazione nazionale fondata nel 1865.
Si occupa di ricerca su climi e ghiacciai alpini, insegna sostenibilità ambientale in scuole e università in Italia (Università di Torino-SSST), Svizzera e Francia e la pratica in prima persona, vivendo in una casa a energia solare, viaggiando in auto elettrica e coltivando l’orto. È stato consulente dell’Unione Europea e consigliere scientifico di ISPRA-Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Per RAI ha collaborato a “Che tempo che fa”, “Scala Mercalli” e “TGMontagne” e Rainews24. Editorialista per Il Fatto Quotidiano, ha lavorato prima a La Repubblica e poi a La Stampa ed ha al suo attivo migliaia di articoli e oltre 2800 conferenze. Tra i suoi libri: Filosofia delle nuvole (Rizzoli), Viaggi nel tempo che fa (Einaudi), Prepariamoci (Chiarelettere), Non c’è più tempo (Einaudi), Il clima che cambia (BUR), Salire in montagna (Einaudi), il libro per bambini Uffa che caldo (ElectaKids) e il fumetto Il tuo clima (TataiLab).

Il clima di Piacenza – Due secoli di cronache e dati dall’osservatorio meteo – Di seguito passaggi dalle prefazioni al libro di Giorgio Braghieri e di Luca Mercalli

Era l’alba del 10 dicembre 1802 quando padre Antonio Mantenga iniziò ad annotare i primi dati meteorologici: 6 gradi Reaumur di temperatura, la pressione atmosferica 27.11.10/16 pollici francesi, il cielo nuvoloso e i venti di ponente. La situazione mutò poco durante la giornata con un cielo descritto sereno con alquante nuvole e il vento a variare tra nord e nord ovest.
Così iniziò la plurisecolare attività dell’Osservatorio Meteorologico del Collegio Alberoni. Le registrazioni diventeranno costanti con Padre Giovanni Battista Manzi grazie al quale l’Osservatorio entrò nella rete costituita dal barnabita Francesco Denza, primo nucleo della Società Meteorologica Italiana. Dall’Ottocento a oggi gli strumenti alberoniani hanno incessantemente registrato il clima piacentino, producendo una mole di dati oggi così preziosa per le complesse riflessioni e le delicate decisioni che la comunità civile dovrà assumere rispetto ai cambiamenti climatici.

Da allora a oggi il Collegio Alberoni ha avuto cura del suo Osservatorio con padri e operatori impegnati nella gestione, fino alla notte tra il 30 settembre e il 1° ottobre 2014 quando, a soli 41 anni, il nostro collaboratore Matteo Cerini, è improvvisamente scomparso. Il vuoto da lui lasciato è stato colmato dalla convenzione, stipulata il 13 gennaio 2016, con la Società Meteorologica Italiana presieduta da Luca Mercalli che ha idealmente – ma in modo concreto e fattivo – attualizzato quella originaria intesa intercorsa tra il vincenziano padre Manzi e il barnabita padre Denza, cui ho prima fatto cenno. Con la convenzione la Società Meteorologica Italiana ha provveduto all’adeguamento della strumentazione dell’Osservatorio e ne ha assunto la direzione scientifica, in una collaborazione con l’Opera Pia Alberoni costante e proficua che ha prodotto la digitalizzazione dell’immenso archivio storico di dati e la pubblicazione di questo prezioso volume. La targa ora apposta all’ingresso della Sezione scientifica del Collegio con il riconoscimento conferito dalla World Meteorological Organization delle Nazioni Unite, quale “Centennial Observing Station” sancisce un’antica storia proiettata verso il futuro.

Ogni lettore sceglierà che uso fare di questo libro: uno studio approfondito, una consultazione parziale o anche solo dedicata alla ricca documentazione fotografica, attinta dagli archivi storici e dagli scatti riferiti ad eventi atmosferici che i piacentini hanno voluto condividere con noi.
Siamo tutti chiamati, come ha ricordato Papa Francesco, ad ascoltare la voce del Creato e la sua dissonanza. Da un lato, è un dolce canto che loda il nostro amato Creatore; dall’altro, è un grido amaro che si lamenta dei nostri maltrattamenti umani. In queste pagine è registrato un frammento di questa voce. Ascoltiamola.

Giorgio Braghieri – Presidente Opera Pia Alberoni
(…) Nel 1992 pubblicavo insieme a Domenico Brizio del Museo Craveri di Bra (Cuneo) una prima analisi complessiva di una lunga serie storica: “Pioggia e neve a Bra: 130 anni di osservazioni (1862-1991)”. Segui nel 1996, a firma mia e del collega Gennaro Di Napoli (che ha contribuito anche a questo volume su Piacenza), la prima monografia climatica di questa collana dedicata all’Osservatorio del Real Collegio Carlo Alberto di Moncalieri, con i risultati dell’analisi di altri 130 anni di misure (1865-1994). Da allora non abbiamo mai smesso di digitalizzare e pubblicare antiche serie storiche di dati, tra cui Torino, Cuneo, Vercelli, Domodossola, Aosta, Modena, Pontremoli, tutti antichi osservatori che datano dall’epoca di gran fermento scientifico che diede origine alla Società Meteorologica Italiana, fondata da padre Francesco Denza nel 1865.

E così viene ora il turno di Piacenza- Collegio Alberoni, il cui osservatorio – venuta tragicamente meno la gestione di Matteo Cerini nel 2014 – ci fu affidato in custodia grazie alla lungimiranza dell’Opera Pia, che qui ringrazio nella persona del suo squisito presidente Giorgio Braghieri. Dopo la lunga fase di digitalizzazione condotta dalla paziente e scrupolosa opera di Maurizio Ratti, dopo l’analisi dei dati qui presentati in forma completa e analitica per la prima volta, ecco un nuovo contributo alla conoscenza scientifica del clima italiano e del problema dei cambiamenti climatici. Si tratta di lavori che richiedono un enorme tempo-uomo e che ovviamente oggi sono “fuori mercato”, resi possibili soltanto grazie alla dedizione e al senso del dovere di chi crede in questa consegna ai posteri di informazioni non più riproducibili. È anche per questo motivo che il 30 settembre 2020 l’Osservatorio Alberoni di Piacenza è stato riconosciuto dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale come “Centennial Observing Station”: una responsabilità che ci impegna a garantire piena continuità e qualità delle misure per un futuro che ci auguriamo sia più lungo possibile. È dunque con soddisfazione che porgiamo ai cittadini piacentini e alla comunità scientifica questa monografia climatica, grati a tutti coloro che ci hanno lavorato con passione e al contributo concreto di Rilegno che ha creduto nei nostri obiettivi scientifici e culturali.

Luca Mercalli Moncalieri, 23 marzo 2023 – Giornata Mondiale della Meteorologia

L’Osservatorio meteorologico del Collegio Alberoni – Nasce nel 1802, in epoca napoleonica, su sollecitazione del governatore Moreau de Saint-Méry e per opera di Padre Antonio Mantenga, insegnante di fisica e matematica al Collegio. Le prime osservazioni riguardano solo la direzione del vento, precipitazioni, temperatura, pressione atmosferica e stato del cielo. Nel 1870 viene costruito un nuovo locale, sovrastante l’edificio del Collegio, corrispondente all’attuale sede dell’osservatorio; inizia una fase di intensa attività scientifica sotto la direzione del Professore Giovanni Battista Manzi. Con la convenzione, sottoscritta nel 2016, da Opera Pia Alberoni e Società Meteorologica Italiana, quest’ultima ha provveduto all’adeguamento della strumentazione dell’Osservatorio e ne ha assunto la direzione scientifica, in collaborazione con il Collegio Alberoni.

Luca Mercalli è il Presidente della Società Meteorologica Italiana.

La targa “Centennial Observing Station” – La targa ora apposta all’ingresso della Sezione scientifica del Collegio sancisce il riconoscimento conferito, nel settembre 2020, dalla World Meteorological Organization delle Nazioni Unite, quale “Centennial Observing Station”. World Meteorological Organization, ha infatti riconosciuto la prestigiosa qualifica di “Centennial Observing Station” all’Osservatorio Meteorologico del Collegio Alberoni, antico gabinetto scientifico che iniziò la sua attività nel 1802 per svolgerla poi con continuità a partire dal 1871. La WMO è un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite che si dedica alla cooperazione internazionale e al coordinamento delle ricerche sullo stato dell’atmosfera terrestre e delle sue interazioni con la terra e gli oceani, sul clima e sulla distribuzione delle risorse idriche che ne deriva.

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