“Nella Controriforma la Chiesa si è allontanata dall’uomo” A Xnl il film “Chiara”

Palazzo Xnl si trasforma in una sala cinematografica per la terza volta in una manciata di giorni. Nell’ultimo atto del festival “L’Ora di Cinema” va in scena “Chiara”, film di Susanna Nicchiarelli del 2022 che indaga e racconta la vita della santa di Assisi in modo inedito. Ad analizzare tecnicamente la pellicola e il rapporto fra “cinema e sacro” è monsignor Dario Viganò, critico cinematografico e vicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, per anni presidente della Commissione nazionale valutazione film della Cei e autore di numerosi studi dedicati all’analisi del rapporto tra i media e il mondo cattolico.

“Chiara – rileva Viganò – è un film che si allontana dalle rappresentazioni stereotipate dei santi che la televisione ci ha propinato per anni con stilemi narrativi sempre uguali e prevedibili”. Nel film di Nicchiarelli c’è “un grande livello di attenzione e aderenza al contesto socioculturale dell’epoca: con le canzoni d’amore e i balli tipici del 1200 la regista ha tentato di raccontare Chiara (interpretata da Margherita Mazzucco, ndr) in quel contesto”. D’impatto anche l’immagine che Nicchiarelli restituisce di papa Gregorio IX (interpretato da Luigi Lo Cascio), raffigurato mentre consuma fragorosamente il pranzo. “È la mondanizzazione del potere papale: la scena del papa a tavola, enfatizzata e sottolineata, è volutamente imbarazzante”. Ma l’unico momento di contemporaneità, osserva Viganò, è quello finale: la zoomata di Chiara che, in primo piano, sorride “in segno di speranza” accompagnata, in netto contrasto con le melodie duecentesche dominanti, dalla canzone “Le cose più rare” di Cosmo.

viganò xnl

Questioni chiave della religione cristiana sono trattate dalla regista, “non credente”, in modo magistrale. Nel film c’è spazio per una riflessione sulla femminilità di Chiara che “non si sottopone a Francesco ma, da donna grintosa, sa scontrarsi con lui”. Viganò osserva che “non abbiamo la restituzione di un santino”. Nel commentare il concetto di santità, che è “vivere tutta l’esperienza del mondo, ma al modo di Dio”, non manca una frecciata alla Chiesa controriformista, accusata di essere stata “profondamente mondana, staccata da terra, sulle nuvole e, quindi, lontana dall’uomo”. Monsignor Viganò ammette che “la fede cristiana ha avuto un grande nemico: la Chiesa”.

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