L’unione fa la musica, il debutto dell’orchestra CinqueQuarti dei bambini del 4° Circolo fotogallery

L’unione fa la musica. Un concerto molto speciale quello andato in scena venerdì sera nella cornice splendida della sala degli Arazzi della Galleria Alberoni: il debutto assoluto dell’Orchestra dei CinqueQuarti composta da giovanissimi che provengono da venti paesi diversi del globo. A imbracciare gli strumenti musicali gli alunni delle scuole Caduti sul Lavoro, Due Giugno, E. De Amicis, G. Taverna, Dante A., G. Carducci, A. Frank. Insieme ai bambini dodici maestri musicisti del Conservatorio, già diplomati o diplomandi: diversi di loro si sono alternati sul palco del direttore d’orchestra insieme alla dirigente scolastica del Quarto Circolo Didattico Simona Favari. Di fronte a loro un nutrito pubblico, con alcuni assessori comunali, il vescovo Adriano Cevolotto, il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Roberto Reggi. Nel vesti di presentatore il musicista Simone Tansini.

L'orchestra dei Cinque Quarti

Il complesso nasce dal progetto di pratica orchestrale “Dalla classe all’orchestra”, nato per garantire un’educazione di qualità equa e inclusiva per tutti e ispirato al “El Sistema” del maestro venezuelano José Antonio Abreu e al modello del Coro de Manos Blancas. Laboratori orchestrali si sono tenuti nelle scuole primarie Caduti sul Lavoro, Due Giugno, De Amicis e Taverna e nelle secondarie Dante, Carducci e Frank a partire da ottobre 2022 nei giorni infrasettimanali. Al sabato mattina, dalle 9 alle 12, alla scuola Caduti sul Lavoro, i gruppi (formati da 140 bambini e ragazzi fra i 9 e i 15 anni) si riuniscono e danno vita alla formazione orchestrale, con la direzione artistica del maestro Johnny Alexis Gòmez Torres, unendo il suono di archi (viola, violino, violoncello e contrabbasso), legni (flauto, clarinetto, tromba e corno), percussioni (xilofono, batteria, marimba, piatti, tamburi) e basso elettrico.

Il progetto nasce da un’idea della dirigente scolastica del quarto circolo didattico Simona Favari. “Nel 2013 – ha spiegato – alla scuola Caduti sul Lavoro nacque l’illuminazione di usare il linguaggio musicale come mezzo di integrazione: ci rendemmo conto delle enormi potenzialità della musica di sollecitare le componenti emozionali e socio-emotive in contesti collettivi. Non ricerchiamo il talento musicale e non aspiriamo al virtuosismo, il nostro obiettivo è usare la musica per finalità sociali, culturali, di promozione della persona”.

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