Nuovo ostacolo per la Pertite: mancano 50 – 60 milioni per il recupero dell’area

Nuovo ostacolo per la Pertite: per abbattere gli edifici all’interno dell’area, le casermette che occupano circa 30 mila metri quadrati, è necessaria una cifra che varia dai 50 ai 60 milioni di euro. Lo ha anticipato l’assessore all’Urbanistica Adriana Fantini, nel rispondere in consiglio comunale all’interrogazione di Patrizia Barbieri, capogruppo della civica di centrodestra.

Barbieri ha chiesto conto all’amministrazione comunale del sopralluogo nell’area, tenutosi poco più di un mese fa. Un’occasione per fare il punto rispetto a costi e prospettive di riutilizzo dell’area, un sogno per la città di Piacenza ormai da oltre 10 anni. L’ostacolo principale sembra essere non tanto i costi e la collocazione di una nuova pista prova carri, da far ‘traslocare’ rispetto alla Pertite, quanto il recupero e l’effettiva fruibilità in sicurezza di quello che nei desiderata di tanti dovrebbe diventare un nuovo parco.

Pertite Google

La casermette nell’area della Pertite

“Gli edifici all’interno della Pertite sono in pessimo stato, con vetri rotti, amianto sui tetti” ha detto l’assessore Fantini, rispetto alla “situazione di grande degrado, che non viene vissuta in maniera problematica perché c’è un presidio da parte dei militari”. Se questo dovesse venir meno, “il Comune non sarebbe in grado di sopperire”. “Lo stesso generale Caccamo (il direttore della task force della Difesa per la valorizzazione degli immobili, ndr) ci ha detto che il valore per la contropartita, il fatto di bonificare l’area e demolire quei manufatti che per noi, come amministrazione sarebbe un impegno assolutamente insostenibile, in realtà lo è anche per la Difesa – ha detto durante il suo intervento l’assessore Fantini -, perché ha fatto riferimento a una cifra che andrebbe tra i 50 e i 60 milioni di euro. Quindi insieme stiamo portando avanti delle interlocuzioni – continua l’assessore – per individuare quale possa essere il sostegno economico che possa portare all’obiettivo di rendere fruibili quegli spazi, portando a casa il risultato – in parte, gradualmente – in modo economicamente sostenibile per l’amministrazione”.

“Tra l’altro è proprio di questi mesi una corrispondenza – continua l’assessore – con il Demanio: nella finalità di quantificare quelli che potrebbero essere gli oneri di bonifica e di valutazione anche immobiliare dell’area, per darle un peso economico, ci ha mandato una nota nella quale chiedeal Comune di Piacenza di voler manifestare il proprio impegno, qualora dovessero emergere necessità in tal senso, a provvedere ai necessari lavori di bonifica bellica e/o da inquinanti”. E’ chiaro ed evidente – continua l’assessore – che a questa comunicazione, arrivata il 17 aprile, dovremmo rispondere che non siamo assolutamente in grado di farci carico della bonifica ne’ bellica ne’ degli inquinanti, che ha una valutazione al di fuori delle nostre possibilità. Questo, il generale Caccamo, lo ha condiviso con noi, nella riunione che abbiamo avuto dopo il sopralluogo. Premesso – afferma Fantini – che una quantificazione economica debba essere fatta, e questo il Demanio lo chiede alla Difesa, perché noi come Comune non abbiamo nemmeno la possibilità di entrare (nell’ex Pertite, ndr) e fare i rilievi necessari per una valutazione, dall’altro lato noi continuiamo a tenere i rapporti con la Difesa, con la finalità di raggiungere il nostro obiettivo, che è quello di portare a casa questo parco, come parco per la città”.

“Non sono soddisfatta di questa risposta – replica Barbieri -, questo è il de profundis della Pertite. Chiedo che venga indetta una commissione per trattare l’argomento, approfondirlo in maniera completa. Altrimenti continueremmo con mozioni e interrogazioni: mettiamo tutti i problemi sul tavolo ed evitiamo di prenderci in giro” sottolinea l’ex sindaco, ricordando come già un anno fa dovesse essere pronto un protocollo che “non è mai arrivato”.

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