Ricci Oddi, c’è il nuovo statuto ma è scontro sui poteri del Comune

Il nuovo statuto che trasforma la Galleria Ricci Oddi in ente del terzo settore, in grado di intercettare nuovi fondi e agevolazioni fiscali, c’è e mette d’accordo destra e sinistra in consiglio comunale. Non si può dire lo stesso della delibera che accompagna il nuovo assetto giuridico dell’ente culturale di via San Siro, al centro dello scontro andato in scena nelle commissioni consigliari 1 e 3, riunite venerdì 12 maggio per dare il proprio parere. Alla fine il centrodestra non ha partecipato al voto, mentre l’assessore alla Cultura Christian Fiazza, che aveva presentato il nuovo statuto affiancato dal notaio Massimo Toscani, curatore della sua redazione, ha aperto alla possibilità di introdurre emendamenti alla delibera, quando questa approderà in consiglio comunale lunedì prossimo.

Come detto, al centro della contesa la delibera di accompagnamento del nuovo strumento giuridico, che fissa alcuni paletti sul ruolo del Comune nei confronti della Galleria contradditori dello statuto stesso, secondo il centrodestra. “Atto che non comporta ulteriori aggravi di spesa rispetto alla situazione esistente per il Comune” è uno dei riferimenti al nuovo statuto contestati nella delibera di consiglio. “Qual è la situazione esistente, se non vengono definiti gli obblighi puntuali dell’amministrazione comunale nei confronti della Galleria per il suo mantenimento?”. E’ l’interrogativo formulato dai consiglieri di centrodestra intervenuti in maniera critica: Massimo Trespidi, l’ex sindaco Patrizia Barbieri, l’ex assessore alla Cultura Jonathan Papamarenghi e Federica Sgorbati. Tutti a lodare il lavoro di scrittura dello statuto durato oltre un anno e mezzo, “che rischia di essere vanificato da una delibera di accompagnamento complicata e poco chiara”.

L’assessore Fiazza nel suo intervento iniziale aveva ricordato: “Il cambio dello statuto nasce dalla volontà, già manifestata dalle amministrazioni precedenti, di rendere più moderna la figura giuridica della Ricci Oddi ormai vetusta, per renderla non solo un soggetto culturale ma anche una realtà in grado di sbocciare, con potenzialità di sviluppo. La trasformazione dell’ente fondazione del terzo settore è stata affidata al notaio Toscani, che dopo un lungo lavoro lo ha redatto in bozza. Abbiamo pensato di intervenire in vari punti dello statuto per una trasformazione che permetterà alla Galleria di affrontare il futuro in maniera più utile ai suoi fini culturali. Potrà così partecipare a bandi e avere accesso a finanziamenti oggi preclusi, come l’art bonus e il 5 per mille. La Ricci Oddi è tuttavia legata ad alcune condizioni originarie della donazione che vanno rispettate. Il Cda diventerà il consiglio direttivo e manterrà lo stesso numero di componenti. Contemperare queste disposizioni originali con la trasformazione in ente del terzo settore non è stato facile e per questo ci siamo rivolti al notaio Toscani”.

Toscani ha ripercorso le tappe del suo lavoro, precisando che la modifica dello statuto è prerogativa propria del Cda: “Ho avuto l’incarico dal consiglio e ho lavorato al nuovo statuto senza buttare a mare quello precedente, con le indicazioni base del donatore Ricci Oddi. La trasformazione la decide il Cda, ma siamo qui in Comune perché su un tema così importante è opportuna la condivisione di tutti le componenti che esprimono il consiglio”. E poi ha rimarcato: “Tra le caratteristiche del nuovo ente ce n’è una più rilevante delle altre, non ci sarà più il controllo pubblico del Comune di Piacenza, non solo nella maggioranza del consiglio, ma anche sul bilancio. Altre clausole sono state mantenute come la contribuzione del Comune, ma il controllo sull’approvazione del bilancio da parte di palazzo Mercanti verrà meno con la trasformazione della Galleria in ente del terzo settore”.

Trattandosi questo di un nodo complesso, Toscani ha precisato che è stato “acquisto un parere dal professore di diritto della Cattolica Ivan Demuro e anche dall’ufficio studi del Consiglio nazionale del notariato. Dal doppio parere è arrivata la conferma al no al controllo pubblico del bilancio”. “Cosa è oggi la Ricci Oddi? – si è chiesto Toscani. “È un’associazione non riconosciuta, il minimo indispensabile, il che non è il massimo. Trasformarla in un ente con una figura giuridica più definita è importante, anche per le agevolazioni fiscali e la possibilità di ottenere finanziamenti. E’ presente nel nuovo statuto anche la possibilità di aumentare da 7 a 9 il numero di consiglieri, legata al possibile sostegno economico di nuovi soci. Sul patrimonio servirà una perizia per capire se ci sono beni alienabili, perché occorre una dote di partenza di almeno 30mila euro”. E poi una considerazione importante: “Auspico la stipula di un protocollo tra Comune e Ricci Oddi per definire meglio i rapporti economici per supplire alla perdita del controllo del comune sul bilancio dell’ente”.

Durante il dibattito l’opposizione ha manifestato le perplessità sulla delibera che accompagna il nuovo statuto. Trespidi ha sottolineato: “Premetto che condivido la scelta della trasformazione della Ricci Oddi, ma vedo una discrasia tra il nuovo statuto e la delibera di consiglio che voteremo in quest’aula, che presuppone di non aumentare gli stanziamenti da parte del Comune, una scelta che lega le mani al Comune”. Sulla stessa lunghezza d’onda Patrizia Barbieri, che ha rammentato: “La redazione dello statuto è stata una partita difficile, ma definisce un nuovo status che non prevede più il controllo economico pubblico. Invece la delibera che votiamo si muove in senso opposto introducendo di nuovo un vincolo sui fondi stanziabili da parte del Comune. Così non si fanno passi avanti. Chiediamo al notaio Toscani di definire anche la delibera, perchè così è un atto zoppo”.

Nella sua replica Fiazza ha ribadito la difficoltà di fondo di inserire all’interno di una nuova figura giuridica le volontà originarie del donatore Ricci Oddi. “Credo che si possa trovare la quadra, sia utile e opportuno anche attraverso emendamenti alla delibera di consiglio”. E sul rapporto tra Palazzo Mercanti e Galleria: “Il tema è capire la qualità dell’accordo da stabilire per la contribuzione del Comune alla Ricci Oddi, dobbiamo cercare di essere più chiari possibili”. Partita rimandata dunque al consiglio di lunedì prossimo.