“A Piacenza aumenta il divario occupazionale tra uomini e donne”

Si è riunita venerdi 16 giugno, per un nuova seduta – dopo le tre precedenti – la Commissione speciale delle Elette; il tema dell’incontro, che ha visto la partecipazione e gli interventi dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, è stato la condizione attuale delle donne nel mondo del lavoro e l’uguaglianza di genere nell’accesso agli impieghi e ai ruoli di responsabilità.

Gloria Zanardi, presidente della commissione, in apertura, ringraziando gli ospiti, ha introdotto il tema: “La seduta odierna si inserisce in un percorso più ampio di collaborazione attivato dalle tre organizzazioni sindacali confederali, anche per il tramite dei loro coordinamenti donne, e credo sia un momento di approfondimento utile e interessante; chiaramente, per avere un quadro completo del tema donne e mondo del lavoro, la commissione delle Elette si era già prefissata di coinvolgere in futuro anche le altre organizzazioni sindacali, che quotidianamente si impegnano sul tema con azione ed iniziative, nonché le organizzazioni datoriali ed associazioni di categoria”.

Ivo Bussacchini, segretario generale Cgil Piacenza ha sottolineato: “La pandemia ha peggiorato la condizione della donna nel mondo del lavoro, già complessa, anche perché ha intaccato soprattutto quei rami, come commercio spettacolo e terzo settore, ad occupazione prevalentemente femminile. Sicuramente con le istituzioni, individuando obiettivi comuni, si possono attuare interventi utili per cercare di limitare il problema, come l’implementazione dei servizi alle famiglie, scuola e asili. Chiaramente anche le imprese e i datori di lavoro devono fare la propria parte, consentendo una maggiore flessibilità. Ed il piano culturale poi è fondamentale”.

Michele Vaghini, segretario generale Cisl Piacenza Parma, ha evidenziato: “Siamo molto lontani dall’obiettivo dell’Agenda 2030 sull’uguaglianza di genere. Siamo al 14° posto in Europa e 63imi su 146 Paesi. Dei 334.000 occupati in più dell’ultimo anno (22 su 21) l’88% sono uomini. Il divario salariale nasce anche dalla scuola. Solo il 21% delle donne si iscrivono a corsi di laurea scientifici. Anche la conciliazione dei tempi vita lavoro è una criticità, si verificano tantissime dimissioni dei genitori entro i 3 anni di vita del bambino. A Piacenza il divario occupazionale tra i 2 sessi è aumentato dal 14% del 2019 al 17.8% del 2022. Un passo è il Bando regionale Donne e Lavoro dove vengono messi 1.5 milioni in 2 anni. Occasione per migliorare welfare aziendale e di comunità, per migliorare organizzazione del lavoro e qualità d vita”.

Francesco Bighi, segretario generale Uil Piacenza, ha affermato: “530.000 addetti, di cui 57.000 donne, con un pendolarismo femminile al 30%. Con la pandemia abbiamo perso 5.000 posti di lavoro, ora stiamo recuperando ma perlopiù uomini dai 35 ai 50 anni. Un altro tema da non sottovalutare è quello delle molestie sulle donne nel luogo di lavoro, che non si verifica solo gerarchicamente ma anche orizzontalmente. A Piacenza attualmente ci sono 49.000 persone inattive, tra cui molte donne. Le criticità dell’occupazione femminile non dipendono tanto dalla differenza retributiva, ma dal modello organizzativo aziendale, che spesso fa la differenza. Sicuramente il lavoro di rete tra istituzioni, sindacati e tutti gli altri soggetti coinvolti è fondamentale, così come l’idea che l’amministrazione vuole dare in merito allo sviluppo produttivo della città”.

La consigliera Claudia Gnocchi è intervenuta rilevando: “I dati e i problemi relativi all’occupazione femminile riferiti sono molto chiari; occorre capire e mettere a fuoco come la commissione delle elette possa incidere. È importante pertanto lavorare in stretto accordo con l’assessorato al welfare e alle pari opportunità per affrontare il tema degli orari della città affinché essa diventi sempre più a misura degli uomini e donne ma anche dei bambini; incentivare i servizi a favore delle famiglie, pensare a orari flessibili in asili e scuole; progettare parcheggi dedicati a chi accompagna i figli”. La consigliera Albasi ha sottolineato: “Lo sviluppo economico richiede una cooperazione tra Istituzioni, Sindacati, Aziende e Mondo de Lavoro per rispondere con un’offerta adeguata alle domande che l’impiego professionale delle donne richiede, nel rispetto dei diritti della persona e della parità salariale”. (nota stampa)

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