All’Isii Marconi la “macchina dell’aria” per ripulire gli ambienti, oltre 200 studenti coinvolti

Funziona come una pianta, assorbe l’aria “inquinata” e la trasforma in aria pulita. E funziona con le piante, che vengono innestate in un apparato meccanico. È la macchina dell’aria, che si trova all’ingresso principale dell’Isii Marconi, realizzata dall’architetto Francesco Broglia (docente al Liceo Gioia), dagli ingegneri Giuseppe Maini e Fabrizio Casaroli (docenti all’Isii Marconi) insieme a un gruppo di studenti, grazie al finanziamento di Iren. Più di duecento in tutto gli allievi che hanno preso parte al lavoro, coinvolti nelle diverse iniziative di realizzazione e divulgazione. L’istituto tecnico di via IV Novembre si è aggiudicato il bando col quale la società multiservizi cercava progetti innovativi per l’ambiente e i servizi ecologici.

“La macchina dell’aria – spiega Francesco Broglia – è un impianto di fitodepurazione dell’aria per gli ambienti interni (uffici, scuole, abitazioni, esercizi commerciali). La Nasa, per necessità evidenti, ha ideato questo progetto e poi ha diffuso su Internet le schede tecniche che noi abbiamo letto e messo in pratica. Personalmente, ho valutato la possibilità di assemblare le conoscenze tecniche e i materiali disponibili per poter realizzare la macchina a servizio dell’Isii Marconi. Iren ha fatto un bando in cui cercava progetti innovativi per l’ambiente e per i servizi ecologici, il nostro progetto è stato stimato interessante ed è stato finanziato. Abbiamo dovuto costruire dei prototipi sfruttando sia le conoscenze di ricerca di un istituto tecnico industriale, le conoscenze personali del sottoscritto come architetto e quanto l’industria meccanica, meccatronica e botanica dell’Emilia Romagna può ordinariamente mettere a disposizione”.

Due i prototipi realizzati. “Oltre a quello dell’Isii Marconi, finanziato da Iren, – dice Broglia – c’è un prototipo pilota costruito su mia iniziativa, che ora si trova in un esercizio commerciale di Fontenuova, nella città metropolitana di Roma. L’efficacia, dal punto di vista tecnico, pratico e realizzativo, ha avuto anche una forte valenza didattica, legata a tematiche dell’ambiente e dell’ecologia. Gli studenti si sono subito interessati al progetto”. Come funziona? “Si prendono piante particolari, si mettono in batteria e si collega a esse un apparato meccanico. La macchina prende l’aria interna degli ambienti e la fa passare attraverso il fogliame e l’apparato radicale delle piante, misura quanti inquinanti sono presenti in termini di anidride carbonica e gas derivati da attività antropiche interne ed esterne all’edificio. Infine, si può verificare che all’uscita del marchingegno la qualità dell’aria sia effettivamente migliore”. Diversi i vantaggi. “Dal punto di vista della salute – rileva Broglia – migliora l’aria che respiriamo negli ambienti confinati. E poi c’è un vantaggio anche per quanto riguarda il risparmio energetico: in un ambiente chiuso, per areare, devo aprire la finestra, facendo entrare aria fredda d’inverno e calda d’estate. Dopo, ci vuole uno sforzo energetico per tornare alla temperatura ideale”.

La presentazione del progetto in Aula Magna

“Un’attività molto interessante per i ragazzi – commenta la dirigente scolastica dell’Isii Marconi, Adriana Santoro – innanzitutto perché, coinvolgendo istituzioni diverse dalla scuola, consente agli studenti di confrontarsi con realtà e obiettivi diversi da quelli a cui sono abituati. Come agronoma – dice – sono personalmente contenta e interessata di vedere come l’utilità delle piante può essere percepita in un ambiente domestico o paradomestico (scolastico): questo sensibilizza gli studenti verso obiettivi trasversali legati anche ad Agenda 2030″. Studenti coinvolti in varie attività. “A turno, diverse classi hanno collaborato. Sono circa 200 gli studenti che hanno fatto la propria parte: l’obiettivo è che questo diventi un progetto pilota, anche semplicemente come modalità d’azione e procedura, per far nascere nei ragazzi possa nascere l’idea che questo tipo di lavoro può essere un modo più coinvolgente e motivante di studiare”.

Il progetto è partito nel 2019. “Da una parte il Covid ha ostacolato il progetto – dice Mauro Monti, che a quei tempi era dirigente scolastico dell’istituto tecnico – ma, dall’altro, ha consentito di prendere ancora più consapevolezza della necessità di un’azione sull’educazione ambientale: l’ambiente in cui viviamo è importante come garanzia di qualità di vita. Il lavoro si è svolto con un approccio trasversale che mira alla costruzione della persona”. Alla presentazione della macchina dell’aria ha preso la parola anche Anna Maria Fellegara, presidente del comitato territoriale Iren di Piacenza, che ha rivelato come la competizione per ottenere i finanziamenti abbia avuto un “elevato standard competitivo”, evidenziando la qualità del progetto presentato dall’Isii Marconi. Per la società multiservizi presente anche Felicita Saglia, che ha ribadito l’attenzione di Iren alla sostenibilità ambientale e sociale e al risparmio idrico e alimentare.